ProVita contro tutti: «Piero Angela è corrotto, Jannini è un nazista, la Rai è omosessualista»


Uno tra i principali obiettivi dell'associazione ProVita è la promozione dell'omofobia e della violenza di genere. Non stupisce dunque, come la loro ideologia sia stata disturbata dall'intervista che il professore Emmanuele Jannini ha rilasciato nel corso della trasmissione televisiva "super Quark". In quell'occasione il docente universitario ha chiarito che l'omosessualità non è una malattia (come ProVita vorrebbe far credere) e che l'unica vera patologia è l'omofobia (il che definisce la banda di Brandi come un gruppo di persone che avrebbero bisogno di cure mentali urgenti). Ed è contro questa visione scientifica della realtà che Federico Catani si è affrettato ad avviare quella macchina del fango che contraddistingue la maggior parte degli "articoli" pubblicati dal gruppo integralista. L'uomo scrive:

Intervistato da Piero Angela nella notissima trasmissione Superquark, il medico ha voluto specificare che l’omosessualità no, non è una malattia, mentre l’omofobia sì. E, non accontentandosi di questo, ha precisato che si tratta dello stesso morbo che affliggeva i nazisti. In pratica, tutto risiederebbe nella fragilità psicologica.
Non è neanche tanto originale la questione dell’omofobia come malattia: rientra in un preciso progetto di ingegneria sociale. Basta rileggere quello che abbiamo scritto qui, qui, e qui.

Il riferimento è a tre perle di propaganda anti-gay pubblicate dall'associazione, in quell'ottica autorefenziale in cui questa gente si da ragione da sola. nella fattispecie, ad essere propinate come "prove" sono gli articoli di ProVita dal titolo"Omofobia è malattia, eterofobia cosa sana, buona e giusta", "Omofobia: una malattia da curare!" e "Omofobia indiretta, se manca il coraggio di andare al Pride…".
Inutile a dirsi, si tratta di tre testi inequivocabilmente volti a deridere la scienza, provvedendo ad esaltare il comportamento violento e intollerante degli integralisti omofobi. Ovviamente si ricorre all'uso di immagini derisorie dell'orientamento sessuale altrui, così come si afferma che la violenza contro i gay è una giusta «resistenza» di chi si oppone alla loro vita. Contro le persone transessuali, citano il disturbo F66 dell'Oms per poter giustificare ogni violenza psicologica nei loro confronti. Insomma, loro sono brava gente perché impediranno ai gay di poter vivere liberamente una vita che l'ariano Brandi reputa non sia meritevole di essere vissuta.

Immancabilmente l'articolo passa poi a sostenere che qualunque parere non corrisponda alla loro ideologia di morte sia frutto di corruzione. Dicono:

Non sappiamo se il signore in questione (e Piero Angela che lo ospita) sia pagato da qualcuno per dire ciò che ha detto, oppure se è solo un solerte e obbediente esecutore dell’agenda della lobby LGBT. A prescindere dalle intenzioni, però, è davvero molto grave che in prima serata la Rai, pagata coi soldi di tutti noi, faccia della subdola propaganda omosessualista. Di fatto, paragonare i presunti omofobi ai nazisti è un vero incitamento all’odio.

Nel mondo dei distinguo che tanto piacevano anche ai nazisti, ProVita afferma che c'è l'odio buono che loro provano verso i gay e un fantomatico "odio" cattivo di chi osa dissentire dalla loro propaganda. Ed è buffo che si rivendichi il diritto di accuserai gay di essere dei nazisti e dei malati mentali mentre si sostiene che chi riserva quelle stesse definizione alla loro azione demoniaca sia un fomentatore di odio. Per proprietà transitiva, potremmo dunque dedurre che ProVita stia ammettendo di creare odio ai danni di un'intera comunità (probabilmente con fini politici assai precisi, pagati con la vita delle vittime del loro odio).

Catani passa poi a diffamare Jannini, sostenendo che sia un nazista. Ma non solo, si lanci apre nell'asserire che i gay sarebbero anormali:

L’omofobia, per Jannini sarebbe il rifiuto, la paura nei confronti del diverso, di chi è “fuori norma” e segue regole di comportamento diverse dalle nostre. Ma questo è un ribaltamento della realtà. È, per l’appunto, propaganda, menzogna allo stato puro. La “scienza” viene piegata all’ideologia, un po’ come faceva un certo dottor Mengele, lui sì, gran nazista…

Ed ancora:

Sappiamo bene infatti che per la lobby LGBT (e per la neolingua di stampo orwelliano) basta poco per essere omofobi: è sufficiente ad esempio affermare e credere fermamente che il matrimonio può essere solo tra uomo e donna, o che i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà, o ancora che la pratica omosessuale è peccato (come innumerevoli altre pratiche del resto). Pensare ciò e attenersi a tali principi può mai essere minimamente paragonato a chi mandava nei lager ebrei, portatori di handicap e così via? Significa forse nutrire odio? Avere paura? O essere fragili nella propria identità? In giro vediamo forse torme di para-nazisti a caccia di omosessuali?

Ovviamente la risposta tutte queste domande è sì. Peccato che queste domande retoriche vengano scritte nella speranza che i loro adepti siano sufficientemente indottrinati da ritenere che quell'odio sia un diritto (esattamente come facevano gli ariani ai tempi dei nazisti). Appare inutile dire che il rivendicare il diritto di sostenere che alcune persone siano "peccatori" per il solo fatto di esistere sia una violenza. Il chiedere che alcuni bambini siano strappati ai loro genitori perché a loro non graditi è una violenza.
Qui non si è dinnanzi a gente che si limita ad ostentare la propria ignoranza e il proprio pregiudizio, qui si è dinnanzi a gente che invoca atti violenti contro persone che sostengono non debbano avere il diritto di esistere.

Ed è sempre nel più totale smarrimento ideologico che l'articolo aggiunge:

Alla fine, l’esimio “esperto” conclude ricordando che l’unica soluzione per prevenire l’omofobia è l’educazione. Ergo, seguendo il modo di pensare oggi diffuso e sposato pure dal nostro governo, ne deduciamo che per educazione debba intendersi indottrinamento gender a scuola, lavaggio del cervello ed epurazione di quanti non accettano di dare in pasto ai circoli LGBT alunni e figli, proprio come il Ministero sta cercando di fare.
Se non reagiamo, tra qualche anno chi difende il diritto naturale farà davvero la fine dei nazisti (veri): un bel processo, come a Norimberga (se siamo ottimisti), condanne a morte e galera. Oppure chiuso in qualche clinica psichiatrica per essere rieducato, come amavano fare i sovietici con gli oppositori politici. Di fronte al totalitarismo arcobaleno, non v’è altra strada se non la resistenza.

Insomma, siamo dinnanzi ai soliti slogan di quella gente che vuole mettere le loro mani sui nostri figli per indottrinarli all'odio e per negare loro un'educazione sana che possa portarli a maturare un sentimento di reciproco rispetto. E per inneggiare a questo colonialismo ideologico ricorrono a toni da guerra, parlando di «resistenza» al diritto della vita altrui, con toni non dissimili da quelli della propaganda islamica che avviene nei campi di addestramento e di reclutamento dell'Isis.
E la loro realtà parallela pare negare anche i più basilari dati di fatto, come il constatare che sono i gay ad essere uccisi sistematicamente e metodicamente da gente indottrinata al loro odio, non certo chi sostiene che la loro vita debba fondarsi sul negare pari dignità ed uguali diritti al prossimo.

Quando questa gente mira ad ottenere che lo stato neghi il riconoscimento giuridico di una famiglia, cosa otterrà? Nulla. La loro ideologia mira solo a sostenere che attraverso l'ideologia e l'auto-esaltazione ci si ritrovi a sentirsi dire che si è più ariani degli altri per un diritto di nascita. Esattamente come i nazisti...
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