ProVita e la sua rete per seminare odio


In uno dei soliti gruppi d'odio che spopolano su Internet, in quel clima di continua aggressione a chiunque non sia gradito alle frange più violente dell'integralismo cattolico, c'è chi paragona i gay a delle beste, sostenendo che ogni amministratore pubblico debba poter infrangere la legge se ciò li porta compiacere i diktat lanciati da Toni Brandi a danno dei diritti fondamentali di un intero gruppo sociale.
Ovviamente anche loro rilanciano la falsa notizia della falsa minaccia di morte che Brandi sostiene sia stata ricevuta da Adinolfi, utilizzando ancora una volta la menzogna per alimentare la violenza degli integralisti che spopolano in quei gruppi d'odio.

Tra i commenti c'è chi chiede la censura e l'arresto di chiunque osi contrattare con il pensiero di Adinolfi, così come qualcun altro chiede che i gay siano sanzionati se osano difendersi dalle violenze subite. Tutto è a senso unico e prossimo al fanatismo più puro (per capirci, c'è pure chi paragona Toni Brandi a Gesù Cristo, anche se quest'ultimo è morto sulla croce per gli altri, mentre Brandi guadagna soldi mentre i genitori da lui indottrinati si occupano di infliggere ignobili torture psicologiche ai loro figli).
Da pelle d'oca è anche commento di un fan di ProVita che, dinnanzi ad un articolo volto a spiegare come le offese di questa gente possa portare alcuni ragazzi a gesti di autolesionismo estremo, scrive che i gay sono «condannati alla estinzione». Il timore è che si riferisse al un vero e proprio genocidio compito attraverso la campagna d'odio dei gruppi legati all'integralismo organizzato.

Ma è nell'osservare la vergognosa campagna diffamatoria di ProVita (qui, qui e qui alcuni esempi) che ci si rende conto di un dettaglio interessate che ci mostra l'esistenza di una rete organizzata per la diffusione del pensiero integralista sui social network. A condividere i loro contenuti non sono utenti reali, ma gruppi legati al fanatismo religioso.
Prendiamo come esempio un articolo in cui Brandi dice che non è omofobia dare del «deviato» ad un gay e noteremo come la notizia sia stata simultaneamente rilanciata in gruppi come "Viva Cristo Re", "Raggiungiamo i 500.000 fan per dire si alla vita", "Papa Francesco Presidente della Repubblica", "Papa: No a Ideologia Gender", "Papa: I bambini hanno diritto a un padre e una madre", "Raggiungiamo 500.000 "mi piace" per dire no alle fiabe gay negli asili", "L'Italia in piedi", "Io sto con i più piccoli", "100 e più piazze: Sentinelle in Piedi 23 Maggio 2015" e "30 Gennaio 2016. Tutti in Piazza. Nuovo Family Day a Roma".
Qual è la possibilità che gli amministratori di quelle pagine condividano sempre le stesse notizie e sempre nello stesso identico minuto? Non sarà forse che ProVita sta cercando di diffondere il seme del male attraverso la gestione di una rete di gruppi integralisti utili al reclutamento di adepti e alla propaganda anti-gay? E davvero a nessuno da fastidio l'uso strumentale che viene fatto del nome del Papa a sostegno di un'ideologica politica finalizzata alla distruzione dell'uomo?

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