Rodolfo De Mattei: «L'omosessualità è una precisa scelta comportamentale»


È Rodolfo De Mattei a risultare l'autore di un articolo intitolato "La campagna di H&M a favore della normalizzazione gay". Il tema è la campagna contro le discriminazioni lanciata da H&M, evidentemente a loro sgradita data l'inclusione di una condanna anche alla discriminazioni sessuali e di genere.
Nella premessa, l'integralista si preoccupa di sparlare di Caitlyn Jenner, facendo molta attenzione ad usare solo termini al maschile giusto per sottolineare come lui non sia disposto a darle il benché minimo rispetto. Ed è sempre con profondo disprezzo che si lancia nel anche dire che «il transgender statunitense ha accolto con entusiasmo l'ennesima vetrina pubblicitaria».

Ma è solo a quel punto passa a scrivere l'affondo vero e proprio:

Il messaggio è evidente: mettere sullo stesso identico piano ogni tipo di discriminazione, dall’omosessualità alla sindrome di Down, celebrando lo sport come attività e strumento grazie al quale è possibile superare qualsiasi barriera e diversità. L’ennesima propaganda gay, politicamente corretta, volta a “normalizzare” l’indifferenza e la fluidità sessuale secondo il diktat etico imperante.
Eppure, risulta chiaro ad ogni persona dotata di un briciolo di onestà intellettuale e buon senso, come non sia possibile equiparare anomalie cromosomiche innate, o accidentali disgrazie personali, a precise scelte comportamentali contro natura che una società realmente “sana” e “civile” dovrebbe cercare di contrastare e dissuadere con ogni mezzo piuttosto che promuovere e diffondere.

Ad indicarci come dietro a tutto l'integralismo cattolico paia esserci una regia unica è la scelta dei termini: chiunque segua i loro scritti non faticherà ad osservare come il «buonsenso» risulti la parola più abusata da tutte le varie testate integraliste, in quell'ottica in cui la propaganda deve essere martellante per poter essere inculcata nella mente dei loro lettori. E quando non si hanno argomentazioni, ecco che ci si appella al «buonsenso» si lettori indottrinati all'odio che non faticheranno a trovare giusta la persecuzione delle categorie sociali a loro sgradite.

Riguardo ai contenuti, il dato decisamente più aberrante è come De Mattei possa sostenere che l'omosessualità sia una «precisa scelta comportamentale» che provvede ad etichettare immediatamente come «contro natura». Il negare che l'orientamento sessuale si una caratteristica naturale è ciò che serve all'integralismo per poter convincere i loro adepti riguardo alla necessità di sentirsi liberi di discriminare, diffamare, perseguire e insultare i gay sulla base di quello che i loro leader dicono sia una scelta consapevole e voluta. Praticamente una banda di deficienti che vogliono essere perseguitati da quei fantomatici "cattolici" che usano Dio per negare dignità ai loro affetti e per impossessarsi dei loro soldi (noto è l'articolo scritto a tal proposito dal presidente di ProVita).

Ma dato che al peggio non c'è mai fine, De Mattei parte per la tangente e si lancia nel sostenere che non ci siano danni nel discriminare le persone lgbt. Dice:

La tesi secondo cui la discriminazione sociale e il clima di “omofobia” siano alle origini delle problematiche psichiche e fisiche degli omosessuali è smentita dai fatti.
A tale proposito, il noto psicoterapeuta olandese Gerard Van Den Aardweg, nel suo interessante saggio recentemente pubblicato da Solfanelli, a cura di Paolo Pasqualucci, La scienza dice no. L’inganno del matrimonio gay, sottolinea come la teoria della discriminazione venga oggi diffusa come un indiscutibile dogma religioso, domandandosi retoricamente perché altre categorie, storicamente altrettanto discriminate, non abbiano riscontrato i medesimi problemi: “dove sono le prove del fatto che la discriminazione sociale renda incapace di relazioni affettive stabili o causi tendenze suicide che si mantengono per tutta la vita, disturbi d’ansia e depressioni croniche? Perché non succedeva la stessa cosa a categorie di persone che sono state discriminate e oppresse per secoli, come per esempio i neri, gli ebrei o i cattolici irlandesi?”.

Basta leggere la scheda dell'opera citata per comprendere di essere dinnanzi alla solita propaganda integralista, così come evidente già da una quarta di copertina in cui è possibile leggere: «La subcultura gay è riuscita a far prevalere l’idea che l’omosessualità sia un “orientamento sessuale” naturale, innato, pertanto non trattabile con le terapie di tipo psichiatrico e psicoanalitico perseguite con successo dal dr. Aardweg».
Ecco dunque che De Mattei si lancia nel legittimare la discriminazione sulla base di quello che scrive un tizio che va in giro a dire che lui riesce a "curare" i gay. Ma non è finita: basta una rapida ricerca per poter facilmente appurare come Aardweg abbia stretti legami con il NARTH e con alcune associazioni integraliste di stampo cattolico. Tra le sue tesi c'è il sostenere che il partito nazista fosse nelle mani degli omosessuali o che l'omosessualità venga imposto al mondo da parte di ricche organizzazioni internazionali. Insomma, non proprio un personaggio da prendere sul serio.

Ma il punto è un altro: al di là dell'inconsistenza scientifica di quanto citato, difficile è non osservare come la tesi citata contrasti con le teorie stesse di De Mattei. Aardweg sosteneva che l'omosessualità fosse «una sorta di nevrosi» e tale teoria è discordante con un De Mattei che la spaccia per «una scelta». Tanto basta per dubitare della buonafede di chi pare pronto a pubblicare frasi a caso purché utili a legittimare la violenza e la discriminazione contro migliaia di persone a lui non gradite.
E pare dunque inutile spiegare a De Mattei un'ovvietà: nessuna persona di colore ha dovuto dire ai suoi genitori che la sua pelle era nera, così come nessuno di loro ha mai dovuto vivere nel terrore che i primi carnefici potessero essere i suoi genitori o la sua famiglia. Un contro è affrontare un mondo poco accogliente, un altro è doverlo fare da solo mentre i propri genitori possono tramutarsi nei principali carnefici.
E quando De Mattei viene invitato da alcune scuole medie cattoliche per raccontare ai ragazzi e alle loro famiglie che essere gay è sbagliato, facile è immaginare quali terribili conseguenze possano esserci per degli adolescenti lgbt che a causa sua si troveranno a dover fronteggiare dei genitori indottrinatati all'odio. Ma lui già anticipa che non si sentirà responsabile se qualcuno di loro si suiciderà a causa sua.
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