Sallusti nega che in Italia esista il razzismo. I suoi lettori: «Del negro morto non ce ne frega niente»


Siamo alle solite. Se ad Orlando 49 gay vengono uccisi in virtù del loro orientamento sessuale, le destre si affrettano ad archiviare la notizia sostenendo che quelli non erano gay ma "persone", in un'ottica in cui basta cambiare i termini per poter sostenere sia stato inutile perdere tempo a parlare di contrasto all'omofobia.
Se però due fucilieri italiani sono accusati di aver ucciso dei pescatori indifesi, ecco che bisogna far leva sulla nazionalità dei marò per sostenere la necessità di far capire agli Indiani che gli italiano valgono più di loro e che le loro vittime sono sacrificabili se ad ucciderli è stato un occidentale. È il doppio volto di chi basa il mondo sull'idea che tutto debba essere ricondotto a sentirsi e reputarsi migliori degli altri.
La storia pare ripetersi anche dinnanzi al brutale omicidio di Emanuel, al punto che Il Giornale si è affrettato a sostenere che il razzismo sia un'invenzione del governo (al pari dell'omofobia e di qualunque altro crimine non riguardo un ariano eterosessuale di pelle bianca).

È un editoriale firmato da Alessandro Sallusti ad affermare:

Ce la stanno mettendo tutta, ma per quanto ci riguarda non ce la faranno a farci sentire in colpa, a farci sentire responsabili di tragedie private e collettive nei confronti delle quali il Paese Italia e gli italiani non hanno alcuna responsabilità.
L'immancabile Boldrini e l'onnipresente ministra Boschi ieri hanno fatto passerella ai funerali di Emmanuel, il profugo nigeriano morto a Fermo aggredito da un balordo violento. Non discuto l'opportunità che lo Stato e il governo testimonino solidarietà dove meglio credono, mi inquieta il tentativo di trasformare un grave fatto di cronaca nera in un fatto politicamente rilevante. Siamo addolorati per Emmanuel, come lo siamo ogni volta che un uomo uccide un suo simile, come ogni volta che una tragedia miete vittime innocenti. Ma, detto con grande serenità, che cosa dobbiamo fare di più noi italiani nei confronti degli immigrati? I nostri marinai ne salvano da morte certa a migliaia ogni mese, i nostri centri di assistenza ne sfamano e curano altrettanti, il nostro governo per occuparsi di loro stanzia un miliardo di euro all'anno, tanti soldi sottratti a bisogni primari di molti cittadini italiani. Nelle nostre città spesso veniamo lasciati soli a gestire il degrado causato da flussi di immigrati eccessivi e fuori controllo. Le nostre carceri sono diventate ancora più invivibili per una criminalità di importazione senza legami con la società civile e, quindi, senza scrupoli e remore morali, purtroppo quasi impossibile da redimere. E non abbiamo neppure colpe politiche perché l'Italia, con i governi Berlusconi, è stata l'unico Paese occidentale ad opporsi ai due errori che hanno provocato queste invasioni e la nascita dell'Isis: la guerra all'Irak di Saddam e quella alla Libia di Gheddafi.

Pare dunque che Sallusti sostenga che basti non uccidere gli immigrati per sentirsi la coscienza a posto, ovviamente solo dopo aver rimarcato che quella gente sottrarrebbero soldi al benessere degli italiani e che i razzisti sarebbero sicuramente più ricchi se quella gente se ne morisse a casa loro senza rompere le scatole a chi sta meglio si loro.
Ma l'editoriale non finisce lì, dato che Sallusti prosegue a fomentare il razzismo con il suo sostenere che gli immigrati sono un pericolo per la sicurezza della gente. Tutti, indistintamente.

Sopportiamo, e paghiamo, tutto questo per sentirci dire dalla Boldrini e dalla Boschi che siamo degli sporchi razzisti? Ma che lo sanno loro chi sono gli italiani? Sono anni che non li frequentano, chiuse nei loro palazzi, ben protette dai disagi e dalle paure che ogni cittadino deve affrontare quotidianamente. Io non ci sto a farmi insultare da queste signore snob. E con umiltà lo dico anche al Santo Padre, Papa Francesco, che ieri, forse non a caso, ha detto che «Dio è nel migrante che vogliamo cacciare». Giusto, direi ovvio: Dio è ovunque, quindi anche negli italiani che non ce la fanno più a convivere con un fenomeno che, a prescindere da colore e razza dei protagonisti, sta rompendo il patto sociale di una civile convivenza.
Che Dio faccia Dio, senza priorità, ma Cesare, cioè lo Stato, deve fare Cesare e deve dare ordine alle cose, come disse Gesù ai farisei, casta ipocrita di saggi tutta forma e niente sostanza, i Boldrini dell'epoca.

E dato che l'odio non può condurre che all'odio, fra i commenti c'è un'ostentazione di razzismo. Qualcuno dice che si stia «trasformando l'aggressore, pur colpevole di ingiurie verbali, in aggredito che si è solo difeso». Qualcun dice: «Non possiamo denunciare per diffamazione?» in riferimento alla Boldrini e alla Boschi. E c'è pure chi se la prende con Bergoglio per suo messaggio di accoglienza: «Quanto al Papa, vi è da chiedersi come mai i suoi due predecessori non fossero così "ossessionati" da questo tema, che rischia di avere effetti devastanti e irrecuperabili per gli anni a venire».
Qualcuno dice che chi parla di razzismo voglia «solo dare addosso agli italiani, magari rinchiudendoli nelle riserve come gli Indiani d'America». Qualcun altro si lamenta che non si possa manco più insultare gli stranieri, sostenendo che «è il colmo. Dobbiamo fare attenzione a cosa diciamo e a come lo diciamo. Per quanto mi riguarda:nessuno mi piega».

Pura ostentazione di razzismo è quella di chi commenta: «Anche la pubblicità gioca un ruolo importante, in questi giorni gira uno spot, di una nota piattaforma che favorisce incontri fra single, dove si vede una donna bianca che simpatizza con un uomo nero. E il concetto di biodiversità? vale solo per gli scoiattoli?».
Ed ancora: «Sta gente ragiona per categorie. Bisogna convincerli che dio è anche dentro ogni razzista». «Del negro morto in una rissa cui lui stesso aveva partecipato (anche se provocato), del prete di Fermo e dei suoi clandestini non me ne frega niente». «Chapeau al bravo Sallusti per aver stupendamente espresso il pensiero di tutti gli Italiani di buon senso, di quelli che odiano il pressapochismo e amano chi pianifica con lucidità e concretezza il futuro dei popoli». «Boldrini e Boschi, quando sparirete dalla vita politico-sociale dell'Italia finalmente libererete il nostro paese dal vero razzismo, quello che la sinistra buonista e antropologicamente superiore rivolge contro il nostro». «Il riferimento al Vangelo è preciso. Nei suoi testi tutti trovano perdono: assassini, ladri, biscazzieri, pubblicani prostitute,..., ma sui farisei solo parole terribili».
«Condivido in pieno. Le razziste sono loro, che ci impongono qualcosa che non vogliamo, e che è ormai andato fuori controllo completamente. Non c'e' nessun martire e nessun assassino, ci sono 4 testimoni e un'autopsia che lo hanno ampiamente dimostrato! I martiri lo stanno diventando gli italiani -quelli veri-, vessati, vilipesi, offesi, vampirizzati da questa incontrollata invasione e da chi ancora la sostiene! E' ora di dire basta!». «Il partito razzista anti-Italiano sta rigirando la frittata accusando di razzismo gli Italiani che perseguitano quotidianamente. I komunisti sono i nuovi nazisti». «Meglio razzisti che comunisti».
Prosegue poi chi insulta la gente di colore definendola «diversamente bianca» o chi dice che «se il tizio morto fosse rimasto a combattere per suo paese magari sarebbe ancora vivo ..non mi sembrava estremamente emaciato».

C'è persino chi tira in ballo il fantomatico "gender" con cui ogni forma di violenza viene giutificata. Ed è così che scrive: «Questa fa il paio col tentativo continuo (radical-femminista, vedi ancora la Boldrini) di demonizzare il genere maschile (ma solo quello vivente in occidente!) con l'accusa di violentare e uccidere donne da mane a sera. Basterebbero le cifre nude e crude relative al fenomeno per far capire il vigliacco inganno intellettuale che mira, in ultimo, a minare la famiglia "patriarcale" (prolifica) e a "rieducare" gli uomini fin da bambini, castrandoli mentalmente (vedi gender). Facendo passare ora gli Italiani come tutti razzisti e bisognosi di "rieducazione" si tenta di tirare acqua al mulino dell'immigrazione senza controllo. Da voltastomaco!».
E tra i commenti dei "cristiani" c'è anche chi dice: «L'altro giorno nell'omelia in Chiesa il prete ha detto che il buon Samaritano ha aiutato l'uomo aggredito sulla strada per Gerusalemme,ungendo le sue ferite con olio e vino, e poi lo ha portato in una locanda per rifocillarlo e farlo riposare, e infine ha pagato due denari all'oste per ospitarlo sino a che si fosse ripreso. Ecco il punto: il buon Samaritano ha aiutato il suo nemico mettendo le mani in tasca e usando i propri soldi, non quelli degli altri. E' ora che si prenda coscienza del fatto che chi vuole aiutare gli altri deve farlo pagando di tasca propria».
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