Unioni Civili, l'Associazione Anddos attacca il ministro Alfano per l'assenza del decreto ponte


Unioni Civili, l'associazione Nazionale Anddos attacca il ministro Angelino Alfano per la mancata attuazione del decreto ponte. Entro il 5 luglio, sarebbe dovuto arrivare tale decreto contenente le istruzioni tecniche che avrebbero consentito di applicare la norma: l’istituzione del registro, i documenti richiesti alla coppia, dove e come celebrare il rito e una serie di tecnicismi necessari per rendere pienamente operativa la legge.Ma del suddetto decreto ponte, non vi è traccia.
A tutti gli effetti dallo scorso 5 giugno le Unioni Civili sono ufficialmente una legge dello Stato, dopo l’approvazione da parte della Camera (11 maggio) e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (21 maggio), ma nella pratica la suddetta legge ad oggi non può essere ancora applicata. O meglio, volendo, i sindaci possono forzare l’iter celebrando comunque le nozze tra persone dello stesso sesso, ma il rischio è quello di incorrere in vizi formali che determinino il successivo annullamento da parte del prefetto.
«Siamo allibiti dal comportamento del ministro degli interni Alfano –tuona il presidente nazionale Mario Marco Canale di Anddos- il quale, dopo aver indossato i panni dell’ultra conservatore all’interno della maggioranza ed aver esultato per lo stralcio della stepchild adoption dalle unioni civili, prova ora ad ostacolarle abusando della propria posizione di ministro. Nella giornata del 5 luglio scadevano, infatti, i trenta giorni per la presentazione del “decreto ponte” previsto dalla stessa legge, che doveva servire come bozza per l’elaborazione dei decreti attuativi da parte del Ministero della Giustizia. Confidiamo in un’azione perentoria, in questo senso, del ministro Orlando, anche se va ricordato, in ogni caso, che la legge è già in vigore. Forse l’assenza dei decreti potrà allungare le procedure e fornire quei pretesti tanto ricercati dalle amministrazioni ostili alle persone LGBTI che vogliono soltanto perdere tempo. Tuttavia, non c’è ragione alcuna sul piano giuridico per cui, ad oggi, due persone dello stesso sesso non possano unirsi o registrare una convivenza, atto, quest’ultimo, atteso anche da migliaia di coppie eterosessuali.Ci impegneremo pertanto a diffondere in questi mesi tutte le informazioni utili per poter contrarre un’unione civile, tra cui il manuale redatto dai giuristi di Articolo29. Le persone LGBTI hanno aspettato troppo. Il fatto che adesso qualcuno provi ad allungare il brodo, anche di qualche mese, producendo lungaggini e incomprensioni burocratiche, è uno schiaffo morale che non permetteremo».

Marco Tosarello
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