E' dallo sport che partirà la lotto contro il pregiudizio?


La nuotatrice Rachele Bruni ha dedicato la sua medaglia d’argento alla sua compagna Diletta e contro i pregiudizi. Rafaela Silva, medaglia d’oro in judo, si è dichiarata lesbica. Il marciatore Bosworth ha donato l’anello di fidanzamento al suo amore Harry. C'è stata una proposta di matrimonio nel mondo del rugby fra le brasiliane Marjorie Enya e Izzi Cerullo. L’elenco è lungo.
Laura Boldrini scrive in un post su Facebook: «Sono almeno 49 gli atleti che si sono dichiarati LGBT allo Olimpiadi di Rio. Tutti appartengono a Paesi dove l’omosessualità è una condizione riconosciuta e rispettata [...] In Italia, con l’approvazione delle unioni civili abbiamo finalmente superato una discriminazione che durava da troppo tempo».
Si può realmente parlare di superamento della discriminazione? E’ cronaca degli ultimi giorni il caso di Aosta, dove un giovane 18enne è stato preso a sputi ed insultato più di una volta su un autobus, a Magliano un ragazzo è stato colpito con una pietra dopo essere stato offeso. In entrambi i casi, ciò è accaduto solo perché gay.
Sinché non verrà introdotto il reato di omofobia, i vari integralisti cattolici, alcuni preti dal pulpito, i militanti di Radio Maria o i comuni in mano ai leghisti si sentiranno liberi di disseminare odio a piene mani nei confronti di un'intera comunità semplicemente perché gay.
Qualcuno ha criticato i gesti e le dichiarazioni degli atleti ritenendo che avrebbero dovuto rimanere riservati, perché? In un mondo in cui le discriminazioni contro persone lgbt occupano quotidianamente le cronache dei giornali , gli atleti che hanno una certa visibilità possono fare molto per contrastare questa tendenza. E’ vergognoso come persone ignoranti e stupide si sentano in diritto di insultare e aggredire semplicemente in base al diverso orientamento sessuale dell’altro considerando ciò anormale. Vien da domandarsi cosa sia normale: comportarsi come tutti gli altri? Non pensare diversamente da tutti gli altri? Avere gli stessi atteggiamenti che tutti gli altri hanno? Insomma, essere una copia corrispondente a quello che gli altri si aspettano che tu sia: niente diversità perché potresti sconvolgere la mente dei benpensanti, dei retrogradi, degli ignoranti, di tutti quelli che temono qualsiasi tipo di cambiamento poiché se nulla cambia tutto può essere tenuto sotto controllo.

L.F.
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