Il senatore Malan va in giro a dire che per colpa delle unioni civili i bambini sposeranno i loro amichetti


Non c'è da meravigliarsi che i gruppi d'odio abbiano vita facile. I politici che appoggiano i loro deliri hanno nomi sin troppo noti, come nel caso del senatore Lucio Malan. Non pago di essersi dichiarato fermamente convinto che davvero Berlusconi potesse pensare che Rubi Rubacuori fosse la nipote di Mubarac, ora basala sua intera campagna elettorale sul dirsi fermamente convinto che esista davvero una fantomatica"ideologia gender" che possa omosessualizzare i bambini per contatto.
In quell'ottica di continua propaganda contro alcuni cittadini, il senatore è arrivato pure a rilanciare gli "articoli" scritti da realtà notoriamente integraliste come La Nuova Bussola Quotidiana. Il tutto al fine di sostenere che per "colpa" dei diritti dei gay i genitori bigotti rischiano di vedere i propri figli "diventare" gay a causa di un mancato stigma sociale che tolleri l'eterosessualità quale unico orientamento sessuale accettabile. È la legge della contrapposizione, volta ad ottenere consensi attraverso la repressione di persone che vengono indicate come "nemici" per il solo fatto di esistere (né più né meno della teoria della razza di epoca nazista).

Riguardo all'articolo citato, al solito si sfiora il ridicolo. In una scuola belga è stata organizzata una scenetta di un matrimonio per spiegare ai ragazzi come avvenisse. Il loro problema è che un bambino ha chiesto di poter sposare il suo nemico e la maestra ha acconsentito al posto di prenderlo a cinghiate sul volto per dirgli che un maschio deve per forza sposare una donna. Tanto è bastato perché il giornale diretto da Riccardo Cascioli scrivesse:

Bambini sposi gay. La galleria degli orrori va in scena in Belgio, terra ormai alla mercé di tutte le ideologie distruttive dell'antropologia umana. Otto e Tito sono due bambini di una primaria di Gand, capitale delle Fiandre orientali. E la loro scuola ha pensato bene di utilizzarli come marito e marito di un progetto pedagogico (sic!) volto a far scoprire ai bambini la loro piena libertà. Sembrerebbe uno scherzo di carnevale, invece, la cerimonia officiata da una funzionaria comunale con tanto di fascia istituzionale è andata in scena venerdì scorso nel salone del Comune dove di solito gli adulti si scambiano gli anelli nelle cerimonie civili.

Tramutati i bambini in mostri da condannare fermamente, si passa criticare chiunque non abbia visto nulla di male in quanto accaduto:

La stampa locale, invitata, non ha mancato di dare grande risalto alle baby nozze specificando però che i due bambini non hanno nulla a che fare con l'omosessualità. Tutto sembra da ricondurre alla natura della scuola, la Freinetschool De Boomgaard, che si rifà alle teorie della pedagogia naturale dell'educatore francese Célestin Baptistin Freinet [...] Sulla base di quale “esperienza” la maestra abbia rassicurato che “questo non ha nulla a che fare con l'omosessualità” è cosa ignota. Ma da quando nel 2003 il Belgio ha aperto le porte ai matrimoni same sex, questo tipo di unioni sono state vissute con grande naturalità, anche per i bambini.

Nel costante controsenso di questa gente, si passa dal lamentare che ai bambini sia stato permesso di seguire la natura per poi dire che la colpa sua tutta del matrimonio egualitario. Ma non solo. Quella stessa gente che ha versato litri di inchiostro per sostenere che i gay vogliano «sessualizzare precocemente» i bambini sono gli stessi che vogliono mettere etichette sessuali a ragazzini che non sono ancora in un'età in cui i rapporti hanno a che fare con la sessualità.

Criticati anche i genitori dei due bambini (si sa che parlano di «libertà educativa» solo quando si tratta di insegnare l'odio ai figli), concludono:

Ecco, declinata secondo schemi ormai consunti, l'educazione alla libertà. La scuola segue il principio del lavoro libero dove il bambino si pone degli obiettivi che va poi sviluppando rafforzando i legami sociali, compreso anche il matrimonio simulato.
Ma qualcuno deve avergli parlato dei matrimoni same sex. Ne consegue che la scelta tanto libera non deve essere stata. Ma questo è appena un dettaglio. Quel che conta è che Tito e Otto erano solo migliori amici, da venerdì sono anche promessi sposi. Nel nome della libertà. L'aver abusato del concetto di amicizia per spenderlo in chiave gay friendly è forse l'aspetto più inquietante. Se l'amico diventa anche il compagno, e lo diviene attraverso un'inculturazione forzata che te lo vuole far credere, non solo si creeranno gravi danni alla crescita equilibrata dell'infanzia, ma si dovrà anche confermare la teoria, la cantava Venditti, che “Amici mai”. E non è detto che sia una bella notizia.

Un senatore della Repubblica, pagato con i soldi della collettività, arriva pure a rilanciare queste cose, forse spiegandoci perché l'Italia sia in una crisi peggiore rispetto al resto d'Europa. Uccisa la ragione e venduta l'anima al populismo, pare morire anche la speranza di un futuro.
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