Ora ProVita attacca anche la libertà di manifestazione dei gay


A dispetto del suo nome, l'associazione ProVita onlus è un gruppo che da anni di batta contro la vita di milioni di persone, da loro perseguitati e insultati in virtù di un orientamento sgradito al loro leader. La loro persecuzione pare non conoscere sosta, in un continuo aggravarsi della violenza: hanno iniziato con timidi insulti ed ora, costatato come la loro opera di odio non abbia incontrato ostacoli governativi in virtù del loro abuso del nome di Dio, chiedono a gran voce ogni sorta di violenza gratuita contro le loro vittime designate. E dato che in Italia basta usare una foto di Gesù per poter commettere ogni male (esattamente come l'Isis usa Allah per i medesimi scopi del nostro integralismo), si è giunti sino a rivendicare la disuguaglianza sociale come un dogma di fede e la persecuzione come un dovere morale.
Il tutto, peraltro, nella malafede di chi attribuisce a Dio un concetto che vedrebbe nella sessualità un qualcosa di finalizzato alla sola procreazione, nonostante nei Vangeli non si dica nulla di simile e tale teoria sia un derivato di dogmi interamente creati dall'uomo per cercare di impedire una libera sessualità fra la popolazione. Il senso di colpa e la promessa di punizioni divine è ciò che il potere temporale (e non certo Dio) hanno sfruttato negli ultimi duemila anni al solo fine di ottenere sudditanza e obbedienza.

Nella violenza verbale di questa gente, la famiglia eterosessuale e stata ribattezzata in "famiglia naturale" in quell'ottica in cui sostengono che ogni famiglia dalla loro debba essere denigrata e ritenuta innaturale (nonostante esistano in natura e in millenni di storia). Ma non solo. Brandi si dice certo anche che la famiglia eterosessuale sparirà se non si discriminano i gay, anche se per sostenere ciò dovremmo presumere che lui volesse fare sesso con altri uomini e non lo abbia fatto solo perché la legge non gli avrebbe garantito il diritto al matrimonio. Oppure dovremmo ritenere che abbia scelto di sfruttare l'idea della "difesa della razza" al pari di nazisti e fascisti.
Comunque sia, la sua tesi è che l'uomo non debba battersi per un mondo migliore, ma impegnarsi per negare agli altri il diritto alla pari dignità, in quella convinzione in cui si è bravi cristiani solo se ci si riserva diritti esclusivi a danno del prossimo.

È in quel clima che l'associazione integralista ha pubblicato un surreale articolo dal titolo "Famiglia naturale: anche Bratislava contro il Gay Pride". Inveendo contro il diritto di manifestazione per le loro vittime, scrivono:

Anche a Bratislava, capitale della Slovacchia, le persone di buon senso sono chiamate a manifestare pubblicamente in difesa della famiglia naturale, contro le aberrazioni legate al Gay Pride: in Italia – a Cagliari – si sono inventati uno spot per fare propaganda; a Londra i semafori omosessualisti; in Argentina l'avevano usato per motivi politici… e via di questo passo.
Ed è così che lo scorso 30 luglio, giorno del Gay Pride di Bratislava, alcune centinaia di persone –-famiglie, giovani, bambini...– si sono mobilitate e hanno organizzato una manifestazione alternativa, di segno opposto: positivo, fecondo, intrinsecamente bello e in linea con la legge naturale. Ringraziamo una nostra Lettrice per averci messo al corrente della cosa e per averci inviato le belle foto che vi mostriamo.

Quasi comico è come le loro «centinaia» di persone in realtà appaiono poche decine nelle immagini che loro hanno diffuso. Fa ridere che dicano che i gay devono essere sterminati perché in un loro spot c'era un minorenne, ma poi si vantino di come dei minori siano stati portati in piazza per manifestare contro gli altri (se non contro loro stessi, qualora dovessero essere gay). Ed è patetico anche come quella stessa gente che grida all'attentato dinnanzi alle contromanifestazioni alle Sentinelle in piedi sia la stessa che osanna chi manifesta contro il diritto all'esistenza del prossimo. Ci sono sempre due pesi e due misure, immancabilmente basate sulla presunzione che l'odio di Brandi sia un volere divino.
Inoltre, nello stile tipico della propaganda dove ogni ripetizione serve a inculcare le proprie idee nella mente dei lettori, non si contano più gli articoli in cui l'associazione integralista dice che è il "buonssesno" ad imporre la loro ideologia, indicando che chiunque bon segua i loro diktat debba sentirsi dalla parte del torto.

Aggiungono poi:

Significativo il nome scelto dagli organizzatori per contrastare il Gay Pride: “Orgogliosi della famiglia naturale“. Sì perché una cosa che il mondo pro-life e pro-family deve riaffermare con gioia e convinzione è il proprio orgoglio di credere in valori che sono universali! Altro che l'orgoglio Lgbt, che non rende onore alla bellezza e alle potenzialità insite in ogni persona. Chi crede nella vita e nella famiglia naturale fa un servizio all'intera umanità.

La loro teoria, dunque, è che non si debba essere orgogliosi di come Dio ha creato le persone, ma lo si debba essere dinnanzi a chi sostiene di essere migliore perché quell'incapace di Dio non ha eguagliato la sua perfezione nel creare gli altri. E riguardo al «servizio all'intera umanità» non c'è alcun riscontro se non la presunzione di chi dice che imporre il suo volere e la sua ideologia sia preferibile ad una pluralità di opinioni in cui si corre il rischio di dover far fatica a sostenere le proprie ragioni. Dunque è meglio imporsi, vietando per legge ogni dissenso come si conviene ai più sanguinari totalitarismi (anche i nazisti sostenevano che l'Olocausto fosse un bene).

In conclusione ProVita aggiunge:

Prodigi quotidiani come quello della vita e della famiglia naturale non vengono più visti e valorizzati. Anzi, vengono costantemente attaccati. Ecco perché non sorprende che la televisione slovacca abbia dato poco spazio ai tranquilli e rispettosi partecipanti di “Orgogliosi della famiglia naturale“, in confronto a quello dedicato alla rumorosa (e caotica, in quanto appunto senza una “legge”) manifestazione del Gay Pride.

Anche qui verrebbe da ridere dinnanzi a chi lamenta che quattro omofobi violenti abbiano avuto meno visibilità di migliaia di persone che rivendicavano i loro diritti, ovviamente descritti come persone malvagie che osano vivere anche se qualcuno manifesta perché vorrebbe togliergli anche quel diritto.
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