A Strasburgo, Salvini e la Lega votano a favore di coppie gay e migranti


È Matteo Salvini ad aver apposto la sua firma ad una risoluzione votata nella sessione plenaria di Strasburgo per chiedere «alla Commissione e agli Stati membri di mettere a punto e attuare politiche e fornire misure a sostegno delle persone più svantaggiate o attualmente escluse dalla legislazione o dalle politiche vigenti, come i genitori soli, le coppie non sposate, le coppie dello stesso sesso, i migranti, i lavoratori autonomi o i cosiddetti "coniugi coadiuvanti", come pure le famiglie in cui uno dei membri presenta una disabilità».
La richiesta è parte di una proposta del del 2 agosto 2016 sulla "creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita privata e vita professionale" in cui si tottolinea che «sono necessarie politiche mirate in materia di mercato del lavoro ed equilibrio tra lavoro e vita privata per tenere conto degli ostacoli intersettoriali incontrati dalle donne vulnerabili in termini di equilibrio tra lavoro e vita privata e sicurezza lavorativa, come le donne con disabilità, le donne giovani, le donne migranti e rifugiate, le donne provenienti da minoranze etniche e le donne LGBTI». La proposta è stata firmata anche dai leghisti Bizzotto, Borghezio, Ciocca e Fontana.
Nonostante si tratti di misure necessarie, è indubbio osservare come quelle posizioni stridano con la campagna xenofoba e omofoba che la Lega è solita condurre nelle piazze. Attraverso Twitter, l'eurodeputato Daniele Viotti ironizza: «Forse vengono qui in parlamento talmente poco che neanche sanno come si vota». Oppure si potrebbe anche azzardare l'ipotesi che la mozione sia stata firmata nella speranza che il gesto passasse inosservato, giusto per andare dai loro seguaci a fomentare l'antieuropeismo nel dire che «È l'europa che ci impone gay e migranti».
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