Alessandro Fiore di ProVita: «Bisogna educare i bambini a ritenere che il sesso biologico determini i ruoli sociali delle persone»

È in un'intervista rilasciata al sito di estrema destra destra Italia Sociale che Alessandro Fiore (figlio del leader di Forza Nuova nonché portavoce di ProVita Onlus) ha spiegato quali sono le rivendicazioni che l'organizzazione integralista di Toni Brandi ha portato presso la Commissione Cultura della Camera dei deputati in merito all'educazione delle nuove generazioni.
Sventolando il fantasma "gender" come ormai prassi di ogni buon integralista, Fiore ha dichiarato che «è certo che la cosiddetta “educazione di genere” introduca nel sistema scolastico una nuova prospettiva basata su temi estremamente controversi e su presupposti ideologici che annullano la rilevanza del sesso biologico su ogni comportamento e ruolo sociale, e sanciscono il primato della percezione soggettiva per quanto riguarda la profonda identità sessuale della persona».
Se appare evidente che la sua definizione dell'identità di genere come un qualcosa che si decide a seconda dell'umore sia un vile tentativo di propagandare il pregiudizio contro certe tematiche, altrettanto evidente è come la sua opinione è che i ruoli sociali delle persone siano determinati dal sesso biologico. Chi ha una vagina deve necessariamente sottomettersi ad un uomo, fare figli e occuparsi della casa. Chi ha un pene può andare con gli amici, tradire la moglie con una qualche prostituta e vantare presunti privilegi dettati dal suo sesso. Insomma, né più e né meno del triste quadretto familiare che Fiore aveva rappresentato nello spot della sua associazione in cui se ne stava comodamente seduto sulla poltrona mentre la donna si occupava dei figli ma si rivolgeva a lui per chiedergli di prendere le decisioni.
E questo non è un dettaglio da poco, dato che l'organizzazione di Brandi nasconde dietro a fantomatici fantasmi "gender" una promozione del sessismo che esigono venga insegnato ai bambini.
Nel resto dell'intervista Fiore si lancia in una serie di banalità. Sostiene che «molti membri del Governo, e persino alcuni proponenti delle proposte di legge sull'educazione di genere, siano poco informati sulla questione» o dice che il contrasto al sessimo sarebbe un'idea dell'Europa da ignorare perché «nel diritto UE non esiste un vincolo giuridico per gli Stati membri di introdurre nel sistema scolastico la prospettiva di genere». Non manca neppure il suo solito auto-proclamarsi verità rivelata nel sostenere che «l’introduzione della teoria di genere contrasta semplicemente con il senso più alto, naturale ed universale di giustizia». Il bello è che non si sta neppure parlando di teorie di genere, ma solo di rispetto di uomini e donne nella loro identità e completezza.
Nel capitolo più complottista della sua intervista, Fiore aggiunge che «n alcuni paesi meno sviluppati sta avvenendo una vera e propria “colonizzazione ideologica” che vede ricche organizzazioni occidentali, e persino ambasciate di potenti paesi industrializzate, promuovere un’ideologia di genere in forte contrasto con le convinzioni e le tradizioni delle popolazioni locali». Il riferimento pare all'Uganda, dove l'occidente ha protestato dinnanzi alla proposta di legge voluta dai "cattolici" che chiedeva la pena di morte per i gay.
Al limite del tragicomico è poi il suo sostenere che la civiltà dovrebbe basarsi sui pregiudizi e non sulla realtà, demandando a quattro fanatici le decisioni che riguardano il futuro di tutti: «Le grandi manifestazioni di piazza sul tema del gender, della libertà educative e della famiglia, e il numero di associazioni e iniziative nate nell’ultimo triennio, stanno lì a dimostrarlo. Tutto questo è indice che il popolo spontaneamente rifiuta imposizioni innaturali venute dall’alto. La gente, generalmente, sa che la complementarietà dei sessi è importate, che il sesso biologico è fondamento dell’identità sessuale, e che esistono differenti tendenze comportamentali in uomini e donne».