Messico. Il 12enne che protestò contro la marcia omofoba è ora vittima di intimidazioni e violenze da parte dei "cattolici"


È attraverso le solite intimidazioni che l'integralismo cattolico ha cercato di mettere a tacere il bambino che ha osato protestare contro la marcia dell'odio tenutasi in Messico.
Dal suo profilo Twitter è la Manifest Pour Tous a citare la "autorevolissima" versione dei fatti proposta da La Nuova Bussola Quotidiana per sostenere che quella fotografia sia una «vergognosa bufala». Nulla di nuovo dinnanzi al negazionismo di integralisti che si rifiutano di accettare qualunque dissenso o qualunque conseguenza del loro odio. D'altra parte, chi mai li seguirebbe se i loro adepti iniziassero a capire che dietro l'omofobia c'è solo ignoranza e nessuna "difesa" di famiglie che resterebbero tali anche in un mondo senza discriminazioni?
Fatto sta che sul sito di Riccardo Cascioli si sostiene che la vicenda sarebbe stata stata smontata dal giornale messicano El Universal, il quale dice di aver raggiunto il bambino in questione. Peccato che a negare la versione fornita dal piccolo non sarebbe stato lui ma la zia, peraltro con motivazioni inquietanti. La donna avrebbe detto che il bambino è ora vittima di bullismo e che viene deriso a scuola dai compagni di classe che lo credono gay. Ma non solo. Il giornale messicano dice anche che «un conoscente famiglia ha detto che il bambino frequenta la scuola primaria e che la situazione ha sconvolto la madre, che teme che gli attacchi salgono di tono, dal momento che suo figlio è stato colpito dalla violenza dei suoi amici e dai commenti immessi sui social network».
Quindi i "cattolici" ne hanno concluso che la storia sia una bufala e non che si stia negando tutto per paura di ritorsioni. E ci sarebbe anche da chiedersi il perché di tanto accanimento nel negare la protesta del piccolo e sostenere che tutti i giornali abbiano mentito. Il tentativo di cancellare un simbolo non cambia i fatti: quella gente era lì per dare libero sfogo al loro odio e per danneggiare tutti quei bambini che sono gay o che hanno amici gay.
Una conclusione peraltro anticipata giorni fa, quando Cascioli promise che avrebbe trovato un modo per screditare il minore al pari di come fece contro il ragazzo dai pantaloni rosa o contro tutte le vittime della sua ideologia. Ogni qualvolta un gay venga ucciso dal pregiudizio o dall'odio di feroci omofobi, puntualmente lui dice che non è vero, che quella gente è morta così per caso e che non è possibile che la discriminazione possa causare morte. Ed immancabilmente una qualche scusa l'ha trovata.
Da sottolineare è anche come l'integralismo dice che è colpa dei gay se il giovane sia vittima di bullismo, sostenendo che se nessuno avesse parlato del gesto, allora i suoi compagni non l'avrebbero preso in giro. Peccato che ciò confermi come l'ideologia che loro propagandano sia la causa di bullismo omofobico, da loro tollerato perché utile a intimidire le loro vittime anche se causa di numerosi suicidi.

E c'è poco da fare, dinnanzi a "cattolici" che si atteggiano da bulli contro un 12enne e che abusano delle loro storie per creare nuova omofobia. Il tutto a scopi ovviamente politici dato che tutte queste manifestazioni vengono sempre e solo fatte seguire da messaggi inneggianti alle nuove forme di fascismo, con la santificazione della Russia di Putin o l'Ungheria di Orban. L'idea che un bambino potesse rivendicare il suo diritto ad un futuro dinnanzi a chi lo sta svenendo al grido di "difendiamo i nostri figli" da un mondo più equo dove non ci siano diseguaglianze sociali e dove le minoranze non siano vittime di violenze. E al verità è che la peggior minaccia per i ragazzi è che ha tolto loro la famiglia per renderla uno strumento politico con cui creare morte e distruzione.
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