C'è anche Brian Brown dietro alle manifestazioni anti-gay tenutesi in Messico
Migliaia di persone sono scese nelle strade del Messico per manifestare contro la pari dignità dei cittadini. La pietra dello scandalo è la proposta di legge con cui il presidente Enrique Peña Nieto ha annunciato di voler inserire l'uguaglianza del matrimonio nella Costituzione del Paese.
Un passo dovuto anche in virtù dell'accertata incostituzionalità del divieto alle nozze gay sancito dalla Corte Suprema messicana, ma sufficiente a scatenare le ire di quella Chiesa che ha fatto dell'omofobia il suo unico dogma. Ed è così che nello scacchiere sono scesi in campi gli immancabili vescovi, pronti a fomentare l'odio parrocchia per parrocchia attraverso i soliti slogan. Sostengono che si debba avere paura dei diritti civili altrui, che la propria famiglia verrà distrutta (non si sa bene come) se non si priveranno di pari dignità le famiglie altrui e che loro non sono contro nessuno mentre chiedono che i gay siano ritenuti cittadini irrilevanti dallo stato. Ma a rappresentare l'impalcatura più ideologica di quella manifestazione troviamo un nome noto dell'omofobia organizzata: Brian Brown.
Presidente della National Organization for Marriage, Brown è legato alle potenti lobby statunitensi di estrema destra che per anni hanno finanziato la sua crociata anti-gay on donazioni milionarie. Dall'inizio dell'anno è anche il nuovo presidente del World Congress of Families, l'organizzazione classificata come "gruppo d'odio" dal Southern Poverty Law Center a cui appartiene anche ProVita Onlus.
Tra i loro obiettivi vi è l'imposizione del divieto al matrimonio egualitario, il divieto all'uso di contraccettivi, la persecuzione dei gay e tutta un'altra serie di imposizioni. A loro è imputabile la promozione delle leggi ugandesi che miravano ad introdurre la pena di morte per i gay.
Right Wing Watch osserva come il World Congress of Families abbia promosso l'iniziativa messicana. Ciò ci permette di capire anche perché in tutti gli stati i simboli, gli slogan e le curiose teorie su fantomatiche "ideologia gender" siano sempre uguali: sono tali perché a coordinarle e a cercare di fomentare un'isteria globale c'è sempre la stessa lobby.
In una e-mail firmata da Brown, il presidente dell'organizzazione anti-gay scrive:
WCF sta per lanciare una petizione per dare a voi e ai cittadini di tutto il mondo l'opportunità di aggiungere la propria voce al Marcia Nazionale per la Famiglia di Città del Messico. Anche se la maggior parte delle persone non può essere presente di persona, si può firmare per dare voce allo sforzo di sostenere il matrimonio, proteggere i bambini dall'"ideologia di genere" e sostenere il diritto dei genitori di scegliere l'istruzione dei propri figli secondo i propri valori e i principi.
Consegnerò personalmente questa petizione ai leader del Fronte Nazionale per la famiglia, compreso il mio amico Rodrigo Ivan Cortes che incontrerò a Città del Messico.
La Marcia Nazionale per la Famiglia ha il potenziale di poter essere la più grande manifestazione della storia a supporto del matrimonio e dei diritti dei genitori. Al di là del suo significato negli affari interni del Messico, questa marcia può anche aiutarci a far avanzare il movimento mondiale per sostenere il matrimonio, la libertà religiosa e la verità del genere che ci ha fatto maschio e femmina.
Sia Brown che il World Congress of Families hanno avuto importanti influenze nella promozione di politiche anti-gay in tutto il mondo, compresa la stesura della legge sulla cosiddetta "propaganda gay" approvata in Russia. Ed è così che ci ritroviamo in una situazione surreale che vede la Chiesa Cattolica pronta ad appoggiare i progetti geopolitici di una pericolosa lobby, in un quadro dove l'ignoranza e l'isteria contribuiscono a rendere i bigotti delle pedine mosse a loro piacimento.