I cattofascisti si alleano con il ministro Lorenzin per chiedere la produzione di figli


L'integralismo cattolico ha progressivamente distrutto la famiglia. Dietro ai falsi slogan del Family day, l'integralismo ha cercato di ridefinire la famiglia togliendole ogni ruolo sociale e riducendola all'atto sessuale procreativo. Nella loro propaganda dicono che basta che i genitori siano eterosessuali e si è dinnanzi alla famiglia perfetta, anche se basta vivere per sapere di genitori che abbandonano i figli o che operano continue violenze contro di loro. Il sostenere che la genitorialità si legata alla proprietà dello sperma o dell'utero significa negare la necessità e il valore dell'essere genitori e di accompagnare i figli durante la loro crescita.
Ma anche qui qualche problema c'è. dato che i vari Adinolfi e Brandi si dicono certo che i figli non vadano accompagnato, ma vadano istruiti ad esse come i genitori hanno deciso: un figlio con un orientamento sessuale indesiderato deve essere rieducato a fare sesso con una donna, così come esigono che la scuola non fornisca loro le informazioni vitali per la loro salute perché reputano di avere il diritto di tacere qualunque informazione possa condurli a prendere decisioni diverse da quelle che i loro genitori esigano sia prese (si pensi a come i sedicenti cattolici esigano che ai figli non vengano date informazione su come prevenire le malattie sessualmente trasmissibili, convinti che si meglio un figlio morto che un figlio responsabile che faccia uso del preservativo qualora decisa di non restare puro e vergine sino al matrimonio).

E se l'integralismo spinge per ridefinire la famiglia come il luogo in cui si creano figli da donare alla patria, a rilanciare il loro messaggio è anche il ministro della salute Lorenzin. Non solo la donna non ha mai preso posizione contro chi diffonde falsità contro i gay (tollerando persino chi va presso le istituzioni a raccontare sia una malattia), ma ora spenderà risorse pubbliche per attaccare tutte le donne che non hanno sfornato figli.
La vergognosa iniziativa troverà il suo culmine nel #fertilityday, una giornata pensata per dire alle donne che devono sbrigarsi a farsi ingravidare. Ma non solo. nel messaggio del ministero si veicolerà anche l'idea che la fertilità sia dovere e l'infertilità debba essere vista come una colpa. Si ripropone l'idea di donne, patria e figli come da Ventennio fascista, peraltro scomodando la Costituzione per sostenere esista una implicita responsabilità di fronte allo Stato.
La campagna propone accostamenti impropri come il sostenere che si sia creativi solo se si procrea, oppure offende la dignità umana nel raffigurare la sterilità maschile con una banana marcia. Ci sono le donne raffigurate con una clessidra in mano per dire che bisogna sbrigarsi a farsi ingravidare da chiunque passi, accomunando chi si droga a chi non ha figli per l'età. Insomma, insulti lanciati ai danni di qualunque cittadino abbia preso scelte diverse da quelle che l'integralismo cattolico e i gruppi neofascisti vogliono riportare in auge quasi vivessimo ancora sotto il Duce.
Dal canto sui la ministra Lorenzin non è nuova a simili uscite. Già in passato parlò di educazione alla maternità, sostenendo che si sia donna solo se si producono figli. Per lei il resto non conta e non deve essere tollerato.

Il M5S commenta: «Se non fosse drammatico ci sarebbe da ridere. Ma stanno giocando sporco sulla pelle di milioni di italiane, e di italiani, e da ridere non c'è proprio nulla. Il ministro Lorenzin lancia niente di meno che il fertility day, per esaltare in un modo medioevale il concepimento in età giovane, perché se si fanno figli da giovani si è più creativi, scrive l'illuminato ministro della Salute. Perché 'la procreazione è un bene comune', si legge nelle locandine diffuse da questo governo che ormai ha perso del tutto il contatto con la realtà. Glielo rammentiamo noi: non è che rinunciare a diventare genitori sia una moda da scoraggiare o una consuetudine capricciosa. Non si fanno figli perché non si può. Le donne prima di mettere al mondo un figlio responsabilmente pensano al domani. Non c'è lavoro, come ci dice proprio oggi l'Istat: 51 mila donne hanno perso il loro impiego e altre 52 mila hanno perso le speranze di trovarne uno. Sono dati ufficiali, proprio di oggi. Curioso che poi per questo governo l'acqua non sia un bene comune ma la procreazione sì».
Duro è anche il commento di Roberto Saviano, che su Twitter scrive: «Il #fertilityday è un insulto a tutti: a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro»
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