Il disprezzo di monsignor Michalik contro Charamsa: «Un povero uomo che non crede in Dio e che sputa nel piatto in cui ha mangiato»


Il disprezzo, l'odio e la violenza sono gli ingredienti di una Chiesa Cattolica che non tollera alcuna opposizione ad un pensiero unico che è disposto a calpestare l'opera stessa di Dio pur di non mettere in discussione il potere temporale dei sacerdoti. La dimostrazione giunge dalla violenta aggressione che monsignor Jozef Michalik (arcivescovo di Przemyl in Polonia) ha riservato a Charamsa.
Dalle pagine del sito integralista "La Fede Quotidiana", il presidente della Conferenza Episcopale polacca ha dato libero sfogo alla sua ira contro chi osa parlare di un amore divino e non di una violenza che possa essere giustificata nel suo nome.

L'uomo afferma che «Forse diamo troppa importanza a questo signore. In ogni caso, racconta delle cose false e sbagliate e per usare un detto polacco, è un povero uccello che sporca il proprio nido». O ancora: «sputa nel piatto in cui per tanti anni ha mangiato e dal quale ha vissuto. Quanto dice sulla Chiesa polacca, fedele interprete del Vangelo, è sbagliato e volgare, rozzo. Certamente anche nel clero polacco possono esserci peccatori, come me, lei, tutti, ma negare quanto questa Chiesa ha fatto e fa di buono è da ignorante della storia. Charamsa è un povero uomo caduto nella rete della menzogna e per lui la cosa più importante è pregare e ancora pregare».
Dinnanzi a chi gli dice che Charamsa, Michalik ostenta il suo disprezzo nell'affermare: «No. Non ha diritto ad essere chiamato così e tanto meno a parlare nel nome di un Dio nel quale non crede e che nei fatti disprezza prendendo a calci la Chiesa. Quello che lui dice è falso. Mi domando con angoscia: quanti anni ha potuto vivere quasi da attore nella menzogna? Dovrebbe vergognarsi per questa finzione che non è cristiana».

In conclusione al suo discorso , Michalik non tarda a sostenere che Dio legittimi il razzismo e la mancata accoglienza di chi scappa da morte e guerre. Afferma: «Il Papa durante la sua visita da noi ci ha parlato, ha detto cose interessanti e certamente apprezzabili. Naturalmente fa bene, da pastore, a parlare così anche se l’ ospitalità ha bisogno di alcune limitazioni per evitare che tra i migranti entrino anche terroristi. Bisogna fare in modo che si rispettino ordine e legge e allora nell’ accoglienza che non deve essere indiscriminata, occorre abbinare carità, ma anche prudenza,e ragione e forse fare in modo che i migranti stiano bene a casa loro, aiutandoli nelle loro terre».

Insomma, la Chiesa non sarebbe altro che un piatto da cui si mangia e chiunque osi mettere in discussione la sua opera ai danni di Dio deve essere allontanato e insultato con affermazioni lesive della dignità umana. Anche perché è tutto da dimostrare che Michalik creda davvero in Dio, soprattutto considerato l'odio e l'astio che porta nel suo cuore.
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