Il giornale di Belpietro esordisce l'odio antigay della Roccella: «La lesbica vuole rieducare i giornalisti»


«La figlia lesbica di Vecchioni dovrà rieducare i giornalisti». È questo l'agghiacciante titolo con cui l'ultrà dell'omofobia Eugenia Roccella firma un articolo pubblicato dal nuovo giornale di Belpietro nella rubrica "nuove lobby".
La senatrice torna così a ricordarci come la politica sia la prima fucina dell'odio nel nostro Paese a fronte di lobby integraliste che accusano le loro vittime delle violenze che vengono costrette a subire. Sappiamo infatti come la Roccella pretenda di negare dignità alle famiglie dei cittadini gay sostenendo che siano «una minaccia» per quelle famiglie che già sono riconosciute dallo stato, dice che i gay sono «una lobby» anche se è proprio l'integralismo a muoversi in branco e sostiene che il rispetto dei gay sia «una limitazione della libertà di espressione» mentre si tenta di impedire che i gay possano anche solo esistere contro il suo volere. Ma, cosa più grave, siamo dinnanzi ad una politica che rischia di alimentare l'isteria dei fondamentalisti cattolici sino a mettere a repentaglio la vita stessa di migliaia di persone. Sarà che probabilmente lei non importerà nulla di quei ragazzini che vengono torturati dalle famiglie perché gay o di chi subisce violenze quotidiane, ma è intollerabile come il suo menefreghismo vada a braccetto con la sua pretesa di essere pagata anche con i soldi delle sue vittime.
Tornando all'articolo, ad aver scatenato le ire della signora Roccella è come la figlia di Vecchioni sarà relatrice ad un corso organizzato dall'Ordine dei giornalisti per spiegare quanto l'omofobia costi alla società. La donna non tollera che si parli di linguaggi rispettosi, forse sperando che sarà l'uso di generi sbagliati o l'uso di termini offensivi a garantire uno stigma contro i cittadini a lei sgraditi. In un turbinio di semplificazioni, sostiene che si vogliano vietare le foto dei gay-pride (anche se in realtà si chiede di non mettere le solite fotografie prese chissà dove solo per far apparire le manifestazioni come delle pagliacciate) o si lancia nel sostenere che «la filosofia ha un punto fermo, l'assenza di contraddittorio». Buffo, perché sino a prova contraria sono proprio i vari Brandi e i vari Amato ad organizzare conferenze di indottrinamento all'odio chiuse a qualunque opinione non sia conforme al loro pensiero unico.
Ma a mostrarci come la Roccella sia ossessionata dal ripetere sempre le stesse cose, sempre con gli stessi toni e sempre con le stesse finalità discriminatorie è come a venire citato è il decalogo redatto anni da dall'Unar, puntualmente riproposto come "una minaccia" da quegli integralisti che sostengono che non accettare i gay sia un'opinione. Inutile a dirsi, il fatto di non voler accettare qualcuno per la sua natura non è un'opinione, è una violenza che apre le porte all'odio e ad un nuovo nazismo.
E pare inutile anche notare come questa gente tema l'informazione e il rispetto, quasi sapessero che solo una popolazione indottrinata ed ignorante possa permettergli di poter sfruttare l'omofobia per svendere la vita umana in cambio di un vantaggio politico.

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Nella foto: Eugenia Roccella durante la sua trasferta in Francia per chiedere che il governo d'oltralpe negasse ai gay francesi il loro diritto al matrimonio egualitario.
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