La Chiesa ha punito il prete che ha osato esprimere solidarietà ad una donna licenziata perché lesbica


Un prete del New Jersey è stato sospeso dal suo vescovo per aver osato sopprimere supporto a una donna che era stata licenziata perché lesbica e sposata. Pare dunque inarrestabile la repressione clericale di qualunque sacerdote osi esprimere un pensiero progressista che non rappresenti odio puro contro le minoranze, dinnanzi ad una Chiesa che giorno dopo giorno pare volersi tramutare in una setta basata unicamente sul disprezzo del creato e sulla legittimazione della discriminazione.
Basterebbe un minimo di buonsenso a comprendere che il "nemico" non è chi si ama ma chi si odia, eppure la Chiesa attuale pare molto più spaventata da chi si promette fedeltà che da chi va in giro armato di fucile. Ma purtroppo questa è la Chiesa di Papa Francesco.

Il reverendo Warren Hall è stato punito per aver espresso solidarietà a Kate Drumgoole, una donna di 33 anni che è stata licenziata dopo che il datore di lavoro ha visto le foto del suo matrimonio, risalente al 2014, con la compagna Jaclyn. La scuola dove lavorava, la Paramus Catholic High School, afferma che «la donna non è stata licenziata in quanto omosessuale, ma perché aveva sposato una donna».
Al sacerdote è stato impedito di poter dire messa perché il suo vescovo si dice convinto che «non si può essere gay e cattolici». Hall si dichiarò gay lo scorso anno, dopo che l'università cattolica di Sefton Hall lo aveva licenziato per aver pubblicato su Facebook un post a favore della campagna NO8 contro l'omofobia.
Quando la notizia è divenuta di pubblico dominio, la diocesi Newark ha dapprima negato e poi ammesso che Hall era stato licenziat perché si dubitava della sua capacità di vivere in celibato in virtù del suo orientamento sessuale.
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