Mirko De Carli torna ad attaccare i gay cristiani: «Il loro chiedere accoglienza è un tentativo meschino, violento e pericolosissimo»


L'integralismo che ruota attorno ad Adinolfi ci ha abituato a personaggi curiosi, spesso convinti che basti esporre una qualche statua della Madonna per sentirsi legittimati a parlare nel nome di Dio in quel connubio fra uso della fede e politica che spesso appare come un vero e proprio insulto al sentimento religioso.
Dalla sua pagina Facebook, l'adinolfiniano Mirko De Carli è tornato ancora una volta ad attaccare violentemente i gay che osano essere cristiani, in un'ottica che pare inneggiare ad una Chiesa a numero chiuso in cui si le porte devono essere sbarrate per impedire l'ingresso a chiunque porti con sé esperienza di vita diverse.
Dopo aver sottolineato la presenza di una Madonna appesa alle sue spalle, l'esponente politico del partito di Adinolfi si lancia subito nel chiarire la sua opinione sui gay: «Le cose vanno chiamate con il loro nome e i gay sono persone che vivono in uno stato di disordine».
E chi l'avrebbe detto? Presumibilmente il riferimento è ad un documento redatto da Joseph Ratzinger nel 1981. Quindi non è stato certo stato Dio a sostenerlo, ma un uomo noto per il suo astio contro la comunità gay che duemila anni dopo la morte di Cristo ha deciso che i gay non andavano bene. E dato che al signor De Carli non ha interessi personali nell'avere storie omoaffettive, ecco che quel precetto viene spacciato come una legge di Dio.
Ma per sospettare l'inconsistenza di quella posizione basta osservare come la sua opinione dei precetti cambi nel caso del divorzio a fronte di un leader ha deciso che la prima moglie non gli andava più e che voleva sposarsene un'altra in un casinò di Las Vegas. Un modus operandi che è stato analizzato anche da una interessante ricerca che mostrava come i cristiani siano soliti preferire i precetti che si applicano agli altri a quelli che sarebbero chiamati a vivere in prima persone. Ed è così che se se l'80% dei cattolici italiani non vuole la celebrazione di matrimoni gay in chiesa, solo il 16% di loro condivide la posizione della dottrina in merito al divorzio e il 12% appoggia il divieto all'uso di contraccettivi. Insomma, un conto è negare dignità al prossimo ed un altro è il dover vivere con una donna che non piace più o il dover rischiare la pelle nel fare sesso occasionale non protetto...

Ed è dunque sulla base di un suo preconcetto personale che si parte con l'asserire tutta una serie di strane teorie, tutte basate sulla premessa secondo cui tutto ciò che non gli porta un vantaggio personale non meriti di essere messo in discussione. Afferma così che il gruppo da lui criticato osi dire che «loro non vivono un disordine ma vivono un'affettività diversa» o si lancia nel sostenere che i gay «vogliono intaccare la pastorale. E la vogliono modificarla non per rendere più comprensibile la Parola di Dio mantenendola fedele con la verità dei sacri testi anche a chi vive in condizione di disagio, di menomazione o di disordine. Menomazione non sul piano fisico ma spirituale. Lo vogliono fare cercando di appiccicarci quella che è l'ideologia gender, l'ideologia lgbt, alla pastorale della Chiesa. Quindi è un tentativo meschino, violento, pericolosissimo e da tenere sotto osservazione. È il tentativo si inserire i temi propri della propaganda lgbt all'interno della grande vicenda della Chiesa». Il tutto per arrivare sentenziare: «È da queste piccole iniziative che si genera il male. Quindi io ho contestato la negatività, la pericolosità, i danni che possono provocare iniziative come questa».
Peccato che in quelle stesse affermazioni sia racchiusa l'evidenza che le sconfessa. Se De Carli credesse davvero nella Chiesa e se fosse davvero convinto che l'odio dei gay sia un precetto di Dio, allora perché ha così tanta paura che se ne parli? Non sarà che anche lui sa bene che quella discriminazione non trova alcuna giustificazione nelle Scritture?
Sappiamo tutti che altre confessioni cristiane non hanno trovato alcun motivo per dogmatizzare l'omofobia e sappiamo anche come l'unica vera condanna sia racchiusa nella posizione di Joseph Ratzinger... ed è forse questa evidenza a fargli temere che prima o poi la posizione verrà rivista così come in passato accadde anche per la persecuzione dei macinini o per la legittimazione della schiavitù.

Ma non è finita qui. Dato che Gayburg risulta sempre nel cuore di Adinolfi e dei suoi amichetti, nel suo video De Carli non ha mancato di citarlo e di lanciarsi in una serie di affermazioni curiose volte a criticare chi ha osato porre l'attenzione sulle sue posizioni. Dice:

Gayburg mi ha attaccato violentemente, con un linguaggio violento, attribuendomi dichiarazioni che non sono mie che mi dice che sono un razzista, uno xenofobo, che non tollero il mondo omosessuale e che contesto ogni loro libertà di scelta. Bene, cari amici di Gayburg e carissimi diffamatori che ogni volta cercate, con articoli scritti male e con informazioni riportate con i virgolettati che non sono attribuibili al sottoscritto, soprattutto nei titoli degli articoli. Vi invito prima di tutto ad informarvi correttamente e a scrivere con una grammatica corretta e seconda cosa a diffondere informazioni corrette, non storpiate per interessi vostri di propagazione dei contenuti. Vi invito anche a capire che non è stato fatto alcun attacco al mondo omosessuale o alla libertà del singolo, è stato fatto un attacco ad una manifestazione che vuole andare a rovinare e a distruggere un elemento fondamentale della vita della Chiesa attraverso un'ideologia -quella che noi comunemente chiamiamo lgbt-barra-arcobaleno- che è un'ideologia che può tranquillamente operare nella società civile, purché rispetti le leggi e non vada ad inserirsi nei percorsi di istruzione dei nostri giovani, ma che non si possa andare a distruggere la grandezza della verità della Chiesa attraverso le infiltrazioni pericolose del mondo arcobaleno. Questo è quello che facciamo.

Nell'articolo in questione le parole "razzista" e "xenofobo" non compaiono neppure, così come l'accusa di aver riportati virgolettati non attribuibili a lui viene prontamente smentita dagli screenshot proposti all'interno nell'articolo (basterà dunque paragonarli per osservare come ogni singola parola corrisponda). E se lui potrà poi dire di non avere nulla contro i gay, il rischio è a contraddirlo siano le sue stesse parole nel nel momento in cui definisce «ideologia» un orientamento sessuale o in sui si lancia nell'accusare di «infiltrazioni arcobaleno» un gruppo di giovani che stanno andando dalla loro Chiesa per portare la loro esperienza di vita quale contributo alla crescita del magistero. E nemmeno il suo sostenere che i gay siano persone «menomate spiritalmente» gioca a suo favore.
Perché se davvero vogliamo ritenere che tutto debba essere ritenuto immutabile ed incontestabile, allora anche lui dovrebbe rivedere il nome e il programma del suo partito, dato che la Bibbia propone svariati modelli di famiglia (compreso quello composto da un uomo e la vittima del suo stupro) e benedice la maternità surrogata quale dono di Dio.

È invece dai commenti presenti su Facebook che, al di là dei soliti insulti che questa gente lancia contro chiunque osi contraddire il loro pensiero unico, che apprendiamo come la loro teoria sia che dietro l'articolo di sarebbe stato nientepopodimeno che lo zampino del Demonio. Vabbhe...
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