ProVita mostra nervosismo dinnanzi alla legge per il contrasto al cyberbullismo


C'è da provare compassione dinnanzi all'ossessione anti-gay della redazione di ProVita. Si ha davvero l'impressione di essere dinnanzi ad un gruppo di integralisti talmente divorata dal suo odio e da vedere gay ovunque.
E se la Camera ha approvato un disegno di legge contro il bullismo e il cyberbullismo, loro si affrettano a scrivere lunghi articoli volto a sostenere che quelle regole protrerrebbero limitare la loro "libertà di espressione "nel vomitare odio contro quei gay che spesso e volentieri accusano di essere posseduto da Satana, di essere malati che devono essere "curati" e di rappresentare il male assoluto. Dicono:

L’articolo 1 della norma contiene un richiamo all’orientamento sessuale che, similmente al ddl Scalfarotto sulla cosiddetta “omofobia”, potrebbe essere usato per intimidire chiunque si opponga alla nobilitazione dell’omosessualità e allo scardinamento della famiglia.
Il rischio non è remoto. Due esempi, solo in questa settimana. Mio figlio è gay. Iscrizione negata è il titolo di un articolo sul Corriere della Sera, seguito a ruota dai media mainstream. In realtà, il giovane studente non si era iscritto nei tempi dovuti all’istituto professionale cattolico Ecfop di Monza. La scuola ha poi proceduto, in deroga, ad effettuare l’iscrizione e si farà carico della dote regionale di cui, a causa del ritardo, non ha potuto beneficiare. «Ci sta a cuore il destino di questo ragazzo», ha detto il sacerdote direttore della scuola. Il bambino che sfida la marcia omofoba hanno titolato i giornali di tutto il mondo, esaltando il gesto di un tredicenne che si è posto davanti alla marcia per la famiglia a cui ha partecipato oltre un milione di messicani. In realtà, chi marcia per la famiglia non è “omofobo” e il bambino stava semplicemente giocando.

Andrebbe osservato che la loro loro certezza nell'affermare la falsità di quelle due notizie si basa solo dall'ignorare chiunque proponga versioni diverse. Nel caso del bambino, ripropongono la versione di una lontana parente che ha negato tutto dopo le minacce che il piccolo ha ricevuto dall'integralismo cattolico. Nel secondo caso, spacciano come verità rivelata la versione del presiede nell'incurante di come l'avvocato della famiglia abbia già richiesto dei tabulati telefonici che dovrebbero smontare quella versione dei fatti (al pari di come lo scorso anno vennero smontate le accuse di "peopornografia" che il medesimo preside lanciò contro il medesimo ragazzo.
Inutile a dirsi, impedire che una organizzazione come ProVita si accanisca contro un minorenne per interessi politici sulla base di illazioni non sarebbe poi così male.

Ma è ricorrendo alla solita fantapolitica che ProVita aggiunge:

La legge sul cyberbullismo istituisce presso la presidenza del Consiglio un tavolo tecnico che dovrà varare un “piano di azione integrato” ed un “codice di regolamentazione”. Il Ministro dell’Istruzione presenterà una relazione annuale delle attività svolte, mentre si dovranno programmare “campagne informative di prevenzione e di sensibilizzazione”.
Non pare azzardato prevedere che i suddetti tavolo e piani saranno appannaggio di un certo tipo di associazioni, che godono di buone entrature per la promozione di progetti scolastici, non di certo gratuiti. L’agenda di tali associazioni contempla la promozione dell’omosessualità e di un’ipersessualizzazione dei bambini (contro la volontà di gran parte dei genitori), non l’insegnamento o la ricerca della verità.

Insomma, pare proprio che l'integralismo cattolico stia temendo l'ipotesi di non poter più vomitare odio contro intere comunità senza che qualcuno possa chiedere contro delle loro affermazioni. E dinnanzi a chi dice che di voler "difendere" i bambini anche se poi vomita illazioni contro un minore sulla base di ciò che ha detto l'autore delle presunte violenze pare commentarsi da sé.
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