Sul web impazza la satira contro il "telefono anti-gender" di Regione Lombardia


Non accenno a placarsi le polemiche per lo sperpero di denaro pubblico che hanno portato l'assessore leghista Cappellini a provare i cittadini lombardi di cospicue risorse pubbliche che andranno a finanziare l'isteria gender fomentata dalle organizzazioni di cui lei fa parte. Ed è proprio mentre i cittadini pagano il suo lauto stipendio da assessore, la gran sacerdotessa Cappellini pare una trottola nel passare da una manifestazione delle Sentinelle in piedi ad un convegno di Gandolfini. Il tutto senza dimenticarsi di fermarsi a pagare con i soldi dei cittadini lombardo l'Associazione Genitori Cattolici che si occuperà di rispondere al suo numero anti-gander.
Un numero vede che pare non sia più così verde (perlomeno gli operatori della Regione forniscono numeri a pagamento) che è stato affissato ad una donna che in altre occasioni non è si è certo dimostrata particolarmente informata su quanto le sue iniziative ideologiche gravino sulla tasche dei cittadini (quegli stessi cittadini che hanno il ticket sanitario più alto d'Italia e che magari incappano in liste di attesa di centinaia di giorni per una semplice visita ambulatoriale).
E se persino i gruppi omofobi che la sostengono devono arrampicarsi sugli specchi e parlare di fantomatiche «lobby gay» o di curiose interpretazioni delle parole del Papa per giustificare un numero telefonico che si basa su teorie che esistono solo nella mente dei gruppi integralisti, sul web impazza ormai l'ironia. Ed è così che centinaia di persone hanno raccolto l'invito a far sentire Maroni meno solo nel dare voce al suo amico immaginario chiamato "gender".

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