Così Regione Lombardia ridefinisce la famiglia: la procreazione è un obbligo, fatta eccezione per Gandolfini


Se la definizione di "famiglia" si basasse solo sulla procreazione, allora dovrebbe esserci un obbligo a fare figli. Non solo, anche la famiglia di Gandolfini non dovrebbe essere ritenuta tale dato che il leader del Family day ha adottato i suoi figli perché impossibilitato a procreare naturalmente. Ma, nella perversa logica degli integralisti, tutto va bene a patto che non si contempli l'esistenza di persone gay. Il tutto con il bollino di certificazione firmato da Regione Lombardia.
Pare follia, ma l'obiettivo del convegno di ProVita a cui ha partecipato anche l'assessore lombardo (e sentinella in piedi) Cristina Cappellini era volto proprio a ridefinire il significato della parola "famiglia" in una chiave integralista.
Flavio Rozza, attivista del Popolo della Famiglia che ha sostituito Gianfranco Amato al convegno dopo i problemi di salute che non gli hanno permesso di essere presente, ha sostenuto che «noi parliamo di famiglia naturale, non tradizionale. Perché le tradizioni possono cambiare, la natura no. E’ quella e quella resta. “Il fatto che siamo qui in difesa della famiglia implica che essa sia sotto attacco e i cristiani, specialmente i politici cristiani, devono chiedersi cosa possano fare per difenderla. La famiglia è un istituto che precede quanto ci è concesso mettere in campo, come per esempio la Legge Cirinnà. La Costituzione stessa riconosce la famiglia come fondamento della società».
Se il fatto che loro vogliano attribuire significati strani alle parole non significa che la Costituzione cambi di significato e permetta loro di escludere dai diritti costituzionali le famiglie arcobaleno, quelle in cui un coniuge è morto (invalidando la capacità procreativa della vedova) o quelle senza figli.
Ma il teatrino dell'odio non si è fermato lì. L'europarlamentare forzista Salini ha sostenuto che «rispettiamo ogni genere di rapporto sentimentale, ma è logico che quello tra uomo e donna è l'unico che permette alla società di progredire. Le unioni civili non indeboliscono la famiglia naturale, a condizione che i diritti delle coppie omosessuali non vengano equiparati a quelli delle coppie uomo-donna».
O, per farla breve, sino a quando non si cercherà di inventarsi una razza ariana che venga ritenuta superiore e più meritevole di diritti.
A quel punto il seguace adinolfiniano ha ripreso la parola per sostenere che «non siamo contro l'amore omosessuale. Nel privato ognuno vive i propri affetti. Siamo contro l'equiparazione della famiglia naturale con le quelle che si definiscono coppie di fatto. La Cirinnà, lo dice la Legge stessa, è servita solo ad aprire la strada. L'obiettivo delle coppie omosessuali è e resta quello della formazione di una famiglia con bambini e poco importa se due uomini o due donne non possono naturalmente avere figli: scavalcheranno la natura e andranno a prenderli, creando un vero e proprio mercato».
Insomma, non sono contro quella gente che vorrebbero "curare" con fantomatiche "teorie riparative" in grado di condurre al suicidio chi ne è vuttima, ma vigliono evitare che i gay possano avere famiglie come quella di Gandolfini. Inoltre pare difficile non osservare che il sostenere che l'ampliamento dei diritti danneggi chi già ne gode è surreale, un becero populismo che fa leva sulla paura irrazionale di chi non ha l'intelligenza sufficiente a comprendere di essere dinnanzi ad una truffa. E le istituzioni non solo non difendono i cittadini da simili atti criminali, ma li sostengano per mero ritorno elettorale.
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