Flashmob dei pastafariani: «L'obiezione di coscienza in Italia è difficile? Ma che quaquaquata!»


Il 21 ottobre l'Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari a Roma è stata aperta a quei gruppi di integralisti cattolici che vorrebbero imporre la loro volontà su tutto e su tutti attraverso una strana interpretazione del diritto di obiezione. Nessuno di loro si è lamentato di quei medici che si dichiarano obiettori e che poi abortiscono tranquillamente nei loro studi a fronte di lauti compensi, ma sostenevano che i malati abbiano troppi diritti a fronte di quei medici che vorrebbero scegliere per conto loro. Dicono che è il medico a dover decidere di vita, riproduzione, procreazione e cure mediche di chiunque gli capiti a tiro, senza dover dar contro delle scelte individuali di chi ha la sfortuna di venire a contatto con chi usa il termine "cristiano" quasi come un lasciapassare ad un nuovo fascismo.
Dinnanzi a quella vergogna, i pastafariani di Roma e Salerno hanno focalizzato la loro attenzione sull'intervento intitolato "L’obiezione difficile" che raccoglie le testimonianze di: Massimo Gandolfini (presidente del comitato "Difendiamo i nostri figli"), Ermanno Pavesi (segretario generale della Federazione Internazionale della Associazioni dei Medici Cattolici), Piero Uroda (presidente dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani) e Paolo Maria Floris (Dirigente della Pubblica Amministrazione). Ed è a tal proposito che i pastafariani osservano: «L'obiezione di coscienza è un diritto. Le legge 194/78 è un diritto. Accade però che più del 70% dei ginecologi italiani siano obiettori. Ci sono regioni in cui la concentrazione di obiettori arriva all'80-90%. Reputiamo un'autentica quaquaquata affermare che l'obiezione di coscienza in Italia sia difficile o osteggiata. Ci pare, invece, che essa sia un'arma ideologica con la quale si danneggia la salute psicofisica delle donne. Ci appare altresì una grande quaquaquata presentare il rifiuto a vendere un farmaco come un diritto e non come un ostacolo a un diritto».
È dunque in risposta a quelle rivendicazioni totalitaristiche di un gruppo che si crede superiore alla legge a fronte di un presunto credo religioso (peraltro opinabile, dato che ritenere che Gandolfini abbia un atteggiamento "cristiano" è come sostenere che Babbo Natale esista) che i due gruppi pastafariniani hanno dato vita ad un flashmob tenutosi dinnanzi all'ingresso del Palazzo e hanno intonato un canto intitolato "L'obiezione difficile. Quaquaquata in no minore".

La Chiesa Pastafariana Italiana rende culto al Prodigioso Spaghetto Volante. Nonostante sia composta da ardenti e fedelissimi e spiritualissimi frittelli, essa crede che la società civile debba essere assolutamente laica. Laddove altre religioni riescano a intervenire o a pesare nella costruzione delle regole e delle leggi di tutti, allora anche i pirati pastafariani rivendicano per sé medesime opportunità.

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