Gianfranco Amato: «In una visione mistica, la Madonna mi ha nominato generale dell'esercito di Cristo e mi ha chiesto di combattere il gender»


Per quanta poca stima si possa avere verso la propaganda violenta ed anticristiana condotta da personaggi come Gianfranco Amato, forse nessuno si sarebbe potuto aspettare si potesse arrivare a tanto. Lo anticipiamo subito: siamo dinnanzi ad un documento talmente scioccante da sembrare una caricatura, ma il fatto che l'articolo in questione sia stato condiviso con enfasi sia sulla pagina ufficiale di Gianfranco Amato che in quella della sua organizzazione fa pensare si tratti di un messaggio condiviso ed approvato dallo stesso integralista.

In un articolo pubblicato da Today a nome di Gloria Callarelli (poi prontamente consegnato al cassiere di Amato, ad Adinolfi e alla moglie di Adinolfi), la donna esordisce con una agghiacciante esaltazione delle gesta compiute da un uomo che si batte contro la dignità umana di chiunque non sia spiccatamente eterosessuale. Scrive:

Dà voce ai valori cristiani, a coloro che sembrano ormai aver perso la speranza di vivere in un mondo migliore perché inghiottiti da questo modernismo perverso. Dà voce ai cattolici delusi, agli ultimi, a chi teme, a chi la voce non ce l’ha più perché sacrificato in nome dei falsi miti del progresso: ad esempio ai bambini uccisi ancora nel grembo materno, alle famiglie naturali composte da una mamma e un papà, ai giovani, a chi ha bisogno di essere difeso anche legalmente per poter affermare la sua libertà di coscienza.
Lui è Gianfranco Amato, avvocato, scrittore ed editorialista dei maggiori quotidiani cattolici come
La Croce e La Nuova Bussola Quotidiana, presidente nazionale dei “Giuristi per la vita”, co-fondatore e presidente dell’associazione “Scienza & Vita”, cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, membro e consulente legale dell’organizzazione britannica CORE. E mille altre cose tra cui non ultime, co-fondatore e segretario nazionale del Popolo della Famiglia, movimento politico di stampo cattolico, e, marito e padre di tre figli. In parole povere un leader che coniuga carisma e pragmatica, scienza e fede, coraggio e ragione, intelligenza e cultura per aprire gli occhi a chi da un po’ li ha serrati fingendo di non vedere, o non vedendo affatto, lo stravolgimento antropologico messo in atto negli ultimi anni contro la società cristiana.

Sarà, ma sentir annoverare La Croce e La Nuova Bussola Quotidiana tra «maggiori quotidiani cattolici» appare un po' azzardato, dato che generalmente sono Avvenire e L'Osservatore Romano ad essere ritenuti tali. Interessante è anche come la donna appia confusa nell'attribuire ad Amato gli slogan di Adinolfi, dato che è lui a sostenere che il rispetti dei diritti umani sia un «falso mito di progresso».
E se sarebbe d'obbligo non entrare nelle vicende familiari altrui, dinnanzi ad un uomo che dedica la sua vita ad aggredire le famiglie del prossimo con la volontà di imporre le sue regole, forse ci sarebbe da domandargli quando trova il tempo di essere padre e marito mentre se ne va in giro a creare disinformazione a beneficio del suo ego e della sua carriera politica. Passi che nei suoi convegni è solito sostenere che sia la proprietà dello sperma a rendere genitori e non l'amore verso i figli, ma forse qualcuno dovrebbe domandarsi se abbia senso demandare a lui una ridefinizione della famiglia in chiave integralista sulla base del suo vissuto (è un po' come il controsenso di chi si affida al divorziato Adinolfi per chiedergli di lottare contro il divorzio).

L'articolo passa poi a raccontare che Amato è «cresciuto in una famiglia cattolica, negli anni del liceo classico di Varese si avvicina a Comunione e Liberazione e incontra don Giussani». Ma ben presto si passa a sostener che Amato sia migliore di Comunione e Liberazione dato che lui e solo lui avrebbe carpito il vero spirito di don Giussani mentre i preti lo avrebbero «inquinato». Ed infatti è ad Amato che viene attribuito un virgolettato in cui il leader integralista cavalca i suoi soliti slogan nell'accusare CL di incapacità: «I due pilastri di allora, libertà religiosa ed educazione, sono in discussione. Proprio oggi che si attacca al cuore don Giussani, con il ddl Scalfarotto e l’ideologia gender, i vertici di Comunione e Liberazione tacciono. È un adeguamento al potere profetizzato e denunciato già anni fa dallo stesso don Giussani».

Si passa così ad un capitolo intitolato "visione e missione" in cui la Callarelli afferma:

Ma l’avvocato Amato non si è piegato come altri, anzi: dentro di sé la fede cresceva di pari passo con l’idea di agire. E con l’essere fedele. La spinta definitiva alla "militanza attiva" nel 2014 quando ha deciso di abbandonare la sua vita “normale” per dedicarsi anima e corpo alla sua missione di fede e arruolarsi "nell'esercito di Cristo", del Quale è diventato ormai un prode "generale": “E’ successo tutto improvvisamente. Mi trovavo per strada, mi stavo recando in stazione per prendere il treno diretto a Roma. Fu proprio quel giorno, l’11 gennaio, che ebbi la chiamata netta da parte della Madonna. In una sorta di visione mistica vidi tutto il lavoro che avrei fatto e avrei dovuto fare per battermi contro i falsi miti del progresso e in particolare contro il gender. Ho detto un sì incondizionato. Non sapevo come fare, tra famiglia e lavoro, ma imparai presto ad abbandonarmi al 100% al volere del Signore. Bisogna abbandonarsi, affidarsi completamente: solo così vedi i miracoli, le grazie che arrivano per il sì dato alla Madonna”.

Se pare impossibile commentare frasi così colme di fanatismo religioso (o di abuso della credulità popolare se gettate lì per mero ritorno elettorale), l'articolo passa ad occuparsi di quella che viene definita come una "battaglia":

La lotta, da allora, è stata quella contro i poteri forti che vogliono smantellare la famiglia: “Siamo nella dittatura del pensiero unico. La famiglia, attaccata oggi come non mai, è l’ultimo baluardo di libertà: la vogliono abbattere per trasformarci in individui soli e manipolabili. Ricordatevi: in una dittatura ci sono solo tre possibilità. La connivenza, la complicità, oppure la resistenza. Ma badate bene la resistenza si paga, non è gratis. Voi cosa siete disposti a sacrificare per questa battaglia? Il lavoro, la famiglia, la vita?”. I poteri forti hanno, naturalmente, un nome e un cognome: “L’ha detto spesso il Papa: dietro la rivoluzione che sta accadendo oggi ci sono i massoni, le lobby, il mondialismo e il neomalthusianesimo. Il gran burattinaio di tutto questo, però, è il demonio che sfrutta a piacimento i suoi strumenti”. Il dado contro il nemico è tratto e Amato, da allora, è un vero e proprio martire dei nostri giorni. L’avvocato, a costo della sua incolumità, da tre anni gira l’Italia "controcorrente" per incontrare la gente, le parrocchie, le famiglie, le scuole e spiegare loro i danni che queste ideologie e i falsi miti del progresso stanno procurando: ragazzini drogati, matrimoni “inquinati”, adolescenze rovinate, denatalità.

In merito alle adolescenze rovinate, forse bisognerebbe ricordare che Amato ha portato sul palco dei suoi convegni anche Luca Di Tolve, un uomo che è stato da lui chiamato per promuovere quelle torture psicologiche che vanno sotto al nome di "terapie riparative" e che risultano la causa di numerosi suicidi.
Varrebbe anche da notare che nessuno vuole dividere le famiglie, se non Amato: è lui a pretendere che ai gay sia negata ogni dignità e qualunque riconoscimento giuridico che possa sancire le loro unioni: una semplice proprietà transitive permetterebbe di basarsi sul suo ragionamento per poter ipotizzare che sia lui a voler trasformare i gay in individui soli e manipolabili.

Ma dato che al peggio non c'è mai fine, l'articolo passa ad un capitolo intitolato "niente paura" in cui Amato parla di presunte minacce che avrebbe ricevuto. Non ci è dato di sapere se il riferimento sia alle false minacce che si è auto-attribuito anche da parte di queste pagine o se tutto ruoti solo attorno al finestrino della sua macchina che lui dice di aver trovato rotto (un fatto che lo portò a chiedere ed ottenere una scorta pagata dalla collettività). Ma dinnanzi ad un articolo che ha avuto il coraggio di apostrofare Amato come un "martire", ci si può aspettare davvero di tutto:

Per queste sue idee è già stato più volte minacciato ma, nonostante questo, non ha paura tanto che gira senza una vera e propria scorta e il perché ce lo dice con sicurezza: “Non bisogna aver timore: del resto come disse Gesù ‘non vergognarti di Me’. E poi sono protetto: la mia famiglia dice il rosario per me tutti i giorni". E citando i Salmi ci spiega: "Ricordati: se ti abbandoni a Lui 'Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi'".

Si torna poi al misticismo:

Una vita di sacrificio per un unico amore quello per la Verità che quando entra in te e produce una conversione totale, diventa una Forza contro cui nulla può. E’ lo stesso Gianfranco Amato a dircelo: “Dopo quel sì, ho avuto prove dell’esistenza di Dio e del demonio. Cose accadute sulla mia pelle, per cui non ho il minimo dubbio. Come sono certo che accanto a me c’è anche Padre Pio: una volta il frate del Gargano mi ha salvato la vita. Oggi sono al punto che non ho paura di nulla: io sono morto quel giorno, l’11 gennaio del 2014, quando ho detto il mio sì alla Madonna. La dimensione terrena da allora non è più in me. Fidatevi cari lettori: vivrete il miracolo quotidiano se vi affiderete a Lui al 100%. Abbandonate tutto e vivete nel miracolo”. L'enfasi nelle sue parole, il suo carisma, il suo sguardo: ad ogni sua frase si percepisce la passione e la fede cieca e totale con la quale porta avanti valorosamente questa nuova evangelizzazione.

E se possiamo assicurare Amato sul fatto che quello che è al suo fianco è Povia e non Padre Pio (anche perché forse Padre Pio non si sarebbe messo a canticchiare con lui canzoni come «io non sono democratico»), si giunge alla conclusione che la "giornalista" riserva ai lettori:

La sua armatura è davvero Celeste e sembra davvero un combattente d'altri tempi, un cavaliere guidato dal suo Signore, quello con la "S" maiuscola. Che dite, lo seguiamo?

Poi, come in ogni azione promozionale, seguono date e indicazioni che suggeriscono come ottenere una replica del suo spettacolo teatrale. Uno spettacolo che in più occasioni ha chiaramente mostrato come il fine ultimo sia la promozione dell'anti-europeismo e della Lega Nord.

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