ProVita: «Gli sposi gay sono pochi ma molto ricchi. Per questo lo stato promuove la loro anormalità»


Vivere in un Paese che tollera la violenza di personaggi come Toni Brandi equivale a dover subire insulti quotidiani basati su mera malafede e crudeltà di un uomo che venderebbe l'utero di sua madre pur di promuovere la Russia e l'omifobia di Putin. In quel quadro in cui tutte le realtà integraliste sono emanazione delle solite lobby, non stupisce che Brandi abbia dato credito all'odio di Rodolfo De Mattei e che parli come se le leggi omofobe di Putin avessero valore. Scrivono così:

Rodolfo de Mattei sull’Osservatorio Gender spende vibranti parole di fuoco a proposito dei cartelloni pubblicitari che hanno invaso Roma in questi giorni: propaganda dell'omosessualismo, 6 metri per due, con tanto di bacio gay e di toccatina saffica.
In occasione della fiera allestita in un grande centro congressi dal prossimo 21 ottobre, per 3 giorni, per fornire tutti i servizi e il supporto (logistico e non solo) alle coppie omosessuali (ma – signora mia – non è matrimonio, eh!… mica!), scrive De Mattei che «il “Gay Wedding” si presenta come “La prima manifestazione della Capitale dedicata alle Unioni Civili”.

La solfa è sempre la stessa: i gay non devono esistere perché a Brandi non li vuole. Ma il peggio deve ancora venire, dato che si passa a sostenere che i gay siano pochi e tutti ricchissimi:

L'autore solleva qualche dubbio sulla bontà dell'affare, dal punto di vista pratico del business, «visti i disastrosi dati statistici relativi ai “matrimoni” tra persone dello sesso. La battaglia per il riconoscimento del “matrimonio” gay è stata infatti, ovunque, un mero espediente politico volto a “normalizzare” socialmente l'omosessualità attraverso la sua legittimazione socio-culturale.
Nei fatti, il mercato dei “matrimoni” gay è tutt'altro che florido e le statistiche dei paesi che lo hanno introdotto, ben prima di noi, come l'Olanda, lo attestano chiaramente».
E’ anche vero, si potrebbe obiettare, che gli sposi gay sono pochi, ma molto ricchi. Alla faccia dell'omofobia al mondo LGBT appartengono personaggi dell'alta o altissima borghesia, e cantanti, attori e ballerine, che sono notoriamente impaccati di quattrini.

In realtà sappiamo tutti che non è cisi. I gay sono il panettiere sotto casa, l'operaio o il vicino di pianerottolo. Ma dato che questa propaganda è orientata a chi non conosce gay ed è disposto ad accettare definizioni false e storpiate che possano generare antipatia.

Ma non finisce lì, dato che l'odio promosso da Brandi passa a ribadire che i gay debbano nascondersi:

Poi de Mattei riflette sul «deleterio effetto “sociale” di tali cartelloni pubblicitari omosex, diffusi ad ogni angolo della città», sotto gli occhi di tutti.
Qualche tempo fa delle reclami di mobili e divani piuttosto oscene, in tal senso, hanno suscitato il biasimo collettivo e sono state presto rimosse. Ma queste c'è da credere che resteranno. Perché? Perché il “matrimonio” gay è stato legalizzato e l'omosessualismo ha diritto di farsi propaganda: dobbiamo insegnare ai nostri bambini che è normale che i maschi si bacino appassionatamente sulla bocca.
In questo consiste l'omosessualismo: nella normalizzazione di qualsiasi approccio sessuale, in perfetto ossequio all'ideologia contigua, cioè il gender.

Dunque loro sostengono che i gay debbano essere indicati come anormali da disprezzare nel none di Brandi, esigendo che i bambini gay si sentano soli e non voluti (casomai qualcuno non si fisse ancora suicidato grazie alle "terapie riparative" promosse da Brandi). Il tutto in quel quadro dive l'amore dovrebbe essere nascosto e i distinguo fascisti di un vecchio come Brandi debbano essere resi accessibili ai minori. Peccato che la propanganda omofoba crea morte, l'amore crea amore.

L'articolo si chiude poi con un presunto aneddoto volto a dire che i gay sono travestiti che devono essere visti come dei buffoni.

Un piccolo aneddoto accaduto pochi giorni fa, per chiudere con un sorriso.
Nella stessa location in cui due giovani gay, festeggiavano il loro matrimonio, con invitati eleganti e variopinti, alcune persone che conosco festeggiavano un Battesimo. Una mia parente era in bagno con la sua bambina di 5 anni. Mentre si lavavano le mani è entrato uomo alto due metri vestito da donna, con trucco e parrucco molto appariscente.
In un momento di imbarazzato silenzio in cui mia cognata e il gentile signore si sono guardati negli occhi, la bambina con voce squillante ha esclamato: “Mamma! C'è una festa mascherata!“
Ha ragione la piccoletta: è tutta una grande mascherata. Prima o poi qualcuno forse se ne renderà conto. Ma certamente, prima o poi, tutti dovremo rendere il conto.

Comunque rassicuriamo pure la bambina: quello che porta la maschera è Toni Brandi, un vecchio che bestemmia Dio dopo essersi finto "cristiano" in una promozione dell'odio in cui dice che il nuovo fascismo a cui aspira sarebbe per il bene dei bambini.

A proposito, se i gay sono pochi e ricchissimi, com'è che Brandi diceva fossero tantissimi quando sosteneva che la loro reversibilità avrebbe prosciugato le casse dello stato? Non sarà che il vecchietto racconti "verità " in contrasto tra loro solo sulla base di quanto odio potrà creare.
5 commenti