Brandi prova a mettere a frutto tutto l'odio creato, sfruttandolo per la sua convenienza politica


Il presidente di ProVita, Toni Brandi, e il nazionalista russo Alexey Komov fanno ormai coppia fissa, in un connubio in cui la loro propaganda omofoba viene messa a frutto per influenzare la politica a favore dell'agenda estera di Mosca.
I due sono stati intervistati da Radio Kolbe (una realtà che si autodefinisce «la voce di Maria Regina dell'Amore») per dire ai bigotti all'ascolto che dovevano votare contro Renzi per favorire l'integralismo cattolico e una nuova sacra alleanza con l'ortodossia di Mosca.
Brandi ha ovviamente sostenuto che la mancata elezione di Hilary Clinton debba essere considerato un «pericolo scampato» in virtù di quanto lui la disprezzi definendola «legata alla lobby Lgbt» nonché «al satanismo e la pedofilia». Di contro ha osannato il neo-presidente, emetto da un sistema e non certo dalla maggioranza degli elettori, sostenendo che lui è certo che «Donald Trump voglia smettere di dare soldi all'industria abortista della International Planned Parenthood, si è dichiarato apertamente per la vita, vuole nominare giudici alla Corte Suprema che siano pro life e vuole difendere la libertà religiosa e di espressione».
Ovviamente va notato come le parole cambino sempre significato se usate dall'integralismo cattolico, sempre e rigorosamente attraverso generalizzazioni e semplificazioni assolute. Ad esempio dovrebbero spiegare che il fatto che l'acecsso all'aborto è solo una delle varie attività legate alla salute riproduttiva di cui si occupa la Planned Parenthood e che spesso i gruppi "cristiani" la attaccano perché offre anche metodi anticoncezionali che loro non vogliano possano essere usati. Ci racconta che Trump voglia riconoscere una fantomatica "Libertà religiosa" senza spiegare come la richiesta sia quella di permettere ai cristiani di riservare beni o servizi a chiunque vogliano dall'altro di una posizione dove nessuno potrà mai riservare loro il medesimo trattamento senza finire nei guai. E questo facendo solo due rapidi esempi (ma praticamente tutto ciò che fuoriesce dalla bocca di Brandi potrebbe essere confutato).
Il leader ultra-integralista ha festeggiato anche la nomina a vicepresidente di Trump Mike Pence, sostenendo che «da sempre si è opposto alla propaganda omosessualista».
Ma dopo tutta quella manfrina su quanto siano bravi i personaggi che odiano e disprezzano i gay, immancabile si è giunti al punto chiave, ossia l'uso politico della religione. Brandi dice che, in nome di Dio e della Madonna, gli ascoltatori devono votare NO al referendum costituzionale per quella che lui definisce «una svolta verso il buon senso». Ovviamente è difficile comprendere quale nesso ci sia tra le sue parole omofobe e il referendum, anche perché l'unico suo obiettivo verosimile pare sia quello di far cadere Renzi al fine di promuovere l'ascesa di Salvini.
Il nazionalista russo Alexey Komov ha invece preferito sostenere che l'elezione di Trump possa avere ricadute a livello diplomatico nei rapporti tra America e Russia.
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