Gli spettatori contro gli Uci Cinemas: «Liberi voi di fare propaganda, liberi noi di andare altrove. Mai più nelle vostre sale»


L'ingiustificata decisione degli Uci Cinemas di riammettere nelle proprie uno spot propagandistico firmato dall'associazione ProVita ha creato non poca indignazione fra gli spettatori, alcuni offesi dalle vergognose semplificazioni di una propaganda politica a senso unico, altri offesi nel trovare un invito a leggere gli articoli di un sito che promuovere odio e intolleranza. Ancor più se quell'organizzazione promuove anche tutta un'altra lunga serie di discutibili teorie, come il loro sostenere che gli adolescenti non debbano assolutamente usare il preservativo, non debbano essere educati al rispetto del prossimo e debbano essere incoraggiati a concepire l'omosessualità come una "anormalità" da curare.
L'indignazione si è trasferita sul web, dove le pagine social della catena Uci Cinemas sono state invase di messaggi di spettatori indignati dal loro comportamento. Qualcuno scrive: «Ero cliente fisso. Avete perso due clienti con lo spot ProVita. Una volta me lo sono visto ma è l'ultima volta». Un altro aggiunge: «Liberissimi voi di accettare di essere pagati da ProVita per proiettare la loro vergognosa e schifosa propaganda misogina e omofoba, liberissimo io di decidere di non darvi i miei soldi. In futuro sceglierò uno dei tantissimi altri cinema che, invece di vendere la loro dignità per due soldi, si fanno promotori dei valori di cultura e di libertà che voi evidentemente ritenete negoziabili».
Dinnanzi ad un post in cui la cantenadi cinema sponsorizzava un evento per diciettenni in cui si sarebbe corso il rischio di esporre i ragazzi a quella propaganda ideologica, c'è chi domanda: «Iniziativa dedicata a quali diciottenni? Tutti o solo quelli che provita non vuole curare? Dovreste provare vergogna e smettere di proiettare falsi spot promozionali di associazioni criminali che hanno il solo fine di promuovere discriminazioni».
Ed ancora: «Da ex-cliente abituale mi rattrista e ferisce sapere che accettate denaro da un'associazione che fa della discriminazione la propria ragione di esistenza. I prossimi spot li vogliamo far fare direttamente da Forza Nuova?». «Non metterò mai più piede nei vostri cinema! Calpestare la dignità dei vostri spettatori è indegno!». «Considerando che l'ingresso, una bottiglia d'acqua e dei popcorn costano più o meno tre mesi di stipendio, vorrei almeno evitare di sorbirmi uno spot offensivo, ridicolo, penoso e doppiato peggio di una televendita su Telelombardia». «E via verso altri cinema, ma vi pare che la ProVita possa essere presa in considerazione nei vostri cinema? Ma chi cazzo avete negli uffici marketing, Adinolfi? Dopo questa arrivederci».
Riferendosi alle dichiarazioni riportare da Toni Brande e volte a sostenere che lo spot della sua associazione sia stato reintrodotto nei cinema perché la dirigenza si era resa contro «di che gente si trattava» ad aver protestato, c'è chi precisa: «Avete deciso di reintrodurre lo spot, "dopo esservi resi conto di che gente si trattava": è evidente, quindi, che i nostri soldi di clienti adesso non siano più nel vostro interesse, oltre alla nostra dignità che avete deciso di calpestare. In passato, però, "nonostante la gente che eravamo", i nostri soldi facevano il vostro interesse. Visto questo vostro cambio di "interessi", dovreste rimborsarci di tutti quei soldi che sono finiti nelle vostre casse, dato la gente che siamo e che eravamo».

E se l'elenco potrebbe andare avanti a lungo dinnanzi con decine e decine di altri messaggi scandalizzati, va registrata anche la ritorsione messa in atto da alcuni animino contro chi ha osato protestare dinnanzi a quella vergogna. Giungono infatti segnalazioni di alcuni account Facebook che, dopo aver espresso una libera opinione nei confronti dell'atteggiamento degli Uci Cinemas, si sono visti recapitare un messaggio in cui il social network li informava che alcune «recenti attività» avevano provocato il blocco dell'account e che era necessario inviare loro una copia della propria carta di identità per poter continuare ad accedere al proprio profilo. Lo stile pare ricordare i concreti raid punitivi con cui i gruppi integralisti vicini alle posizioni politiche di ProVita amano tentare di limitare il diritto di espressione altrui.
Stessa sorte ha subito una pagina che era stata creata su Facebook per raccogliere gli spettatori che avevano deciso di non frequentare più le sale della catena: anche in questo caso è senza alcuna spiegazione che l'indirizzo è stato inibito e un generico messaggio informa che «questo contenuto non è al momento disponibile».

La dirigenza degli Uci Cinemas fa sapere che lo spot resterà in programma nelle loro sale fino a 5 dicembre. E se il senatore Giovanardì ha fatto pressioni perché le loro sale tornassero ad imporre la propaganda di ProVita, sul fronte opposto è Monica Cirinnà a scrivere su Twitter: «Se vero che Uci Cinemas trasmetterà ancora spot omofobi propongo boicottaggio. Scegliamo sempre chi non discrimina».
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