I genitori l'hanno picchiata e insultata per anni perché lesbica: «Sei malata, devi finirla con queste storie»


Minacce di morte, pestaggi e continue vessazioni: è quanto una ragazza ha dovuto subire per anni da parte della sua famiglia, incapace di accettare la sua omosessualità.
negli ultimi anni non si contano le volte in cui la 20enne era giunta al pronto soccorso di Rimini con evidenti segni di percosse. Alle volte aveva le costole fratturate, altre volte il naso rotto, altre ancora ecchimosi su tutto il corpo. Ogni volta la giovane inventava una scusa e diceva di essersi fatta male da sola, ma lo scorso luglio i segni erano così evidenti da portare i medici a dubitare della versione fornita loro. Messa alle strette, ha confessato: «Sono stati i miei genitori a ridurmi così. Non accettano la mia omosessualità».
L'ospedale ha segnalato il caso alla polizia e le forze dell'ordine hanno avviato le indagini. Agli agenti la ventenne ha raccontato che quell'infermo ha iniziato quando ancora era adolescente. «Ho subito capito di essere attratta dalle ragazze più che dai miei coetanei maschi. Ho iniziato a frequentare una giovane e quando i miei genitori hanno scoperto che era più di una semplice amicizia, hanno cominciato ad insultarmi». «Non vali nulla, sei malata», le hanno urlato per settimane.
I genitori le avrebbero anche ordinato di smetterla di vedere altre ragazze e, una volta scoperto che la ragazza continuava ad avere amiche, il padre ha iniziato a picchiarla. Ma anche dalla madre non riceveva un atteggiamento diverso. In un'occasione la donna le ha tolto il telefono di mano e poi l'ha sbattuta a terra, colpendola con calci e pugni e per finire saltandole, con i piedi, sulla pancia: «Sei malata, devi finirla con queste storie», le ha urlato.
Adesso i due genitori sono stati denunciati per lesioni e maltrattamenti. Il caso, però, evidenzia anche un'evidenza che viene sempre negata da quell'integralismo cattolico che spesso e volentieri è alla base dell'odio che rende possibili simili eventi. Se loro amano mettere sullo stesso piano le statistiche sulla discriminazione razziatele con quelle riguardante la violenza omofobico, spesso dimenticano che un ragazzo di colore non avrà mai difficoltà ad essere accettato dalla famiglia ma, nel caso dei gay, può capitare che la famiglia divenga il primo centro di persecuzione in un clima persecutorio in cui le vittime non hanno nessuno in cui poter confidare.
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