L'integralismo cattolico e l'uso politico di Dio quale strumento d'odio a vantaggio dell'estrema destra


Sulla stampa integralista è possibile assistere ad un uso sempre più politico e partitico della religione. Ad esempio è la solita Nuova Bussola Quotidiana di Riccardo Cascioli a mischiare sacro profano e a indicare Matteo Salvini come l'uomo che dovrà necessariamente prendere il potere se i vorrà garantire la persecuzione a la discriminazione di quei gay che da tempo sono al centro di una loro violenta campagna denigratoria da parte sua.
L'attacco è contenuto in uno speciale che fa leva sulle solite parole chiave come «famiglia» e «lavoro» che ormai l'integralismo tira in ballo ad occasione in maniera del tutto decontestualizzata. Ma a cercar di far leva sull'odio della gente è anche il ricorso a promesse di una legittimizzazione all'odio e alla discriminazione sullo stile della campagna elettorale di Trump. Ne è un esempio l'articolo firmato da Carlo Costalli in cui troviamo scritto:

Il Cardinal Bagnasco, al Consiglio permanente della Cei del 27 settembre scorso, ha detto: “lavoro e famiglia sono legati e costituiscono il tessuto connettivo della società e dello Stato”; e ne siamo tutti ben coscienti. Ma siamo ben coscienti anche che la riforma Renzi-Boschi è propedeutica alla definitiva destrutturazione della nostra società, proprio a partire dalla destabilizzazione dei suoi due cardini principali: la famiglia e il lavoro.
Per questo è essenziale che famiglie e lavoratori, che costituiscono il primo fattore di sviluppo di ogni società giusta e libera, forte e prospera, lottino insieme per dire NO a questa riforma costituzionale: un NO forte e chiaro che deve essere sentito in tutta Italia! È questo il messaggio più importante della manifestazione di questa sera.
Non c’è bisogno che ricordi a questa assemblea quanto, al di là dell’ipocrisia delle belle parole, il governo Renzi ha già fatto contro la famiglia e contro il lavoro: noi tutti sappiamo molto bene con quale protervia il governo sia andato avanti, senza batter ciglio, nell’approvazione della legge Cirinnà, malgrado e contro la straordinaria mobilitazione di popolo del Family Day.

Insomma, a suo dire sarebbe bastato mandare a casa il governo per assicurare la possibilità di negare i diritti costituzionali di gay e lesbiche che sono stati sanciti dalla Corte Suprema. Ma non solo, l'uomo promette anche che "grazie" alla volontà dei cattolici si potrà impedire che la legge Reale-Mancino che oggi tutela i gruppi religiosi possa includere anche le minoranze che loro vorrebbero poter insulare a proprio piacimento senza alcuna conseguenza:

Quanto questa analisi sia realistica ce lo sta a ricordare il disegno di legge Scalfarotto su omofobia e transfobia: un disegno di legge liberticida, un chiaro attentato alla libertà di pensiero e di espressione, che, già approvato dalla Camera, è ancora, fortunatamente, fermo al Senato. Già, proprio quel Senato che la riforma Renzi-Boschi vuole umiliare e ridurre a Camera di serie C e che, invece, in questa occasione, ha svolto un fondamentale ruolo di presidio democratico e di garanzia istituzionale.
Domandiamoci allora: se hanno avuto l’arroganza di arrivare a tanto con l’attuale Costituzione che cosa potranno fare quando saranno riusciti a “taroccarla” in senso decisionista ed efficientista? Dobbiamo mettere in conto, con realismo cristiano, che ove al referendum prevalesse il Sì il disegno di legge Scalfarotto diventerà legge a passo di carica e sarà seguito a ruota dall’eutanasia, dalle adozioni per gay e per single; dall’utero in affitto; dalla liberalizzazione delle droghe; dalla estensione della procreazione artificiale alle coppie gay ed ai single, ecc.

E dopo la solita propaganda d'odio, il sito di Cascioli passa al lato più politico del tutto attraverso un articolo di Ruben Razzante dal titolo «Il "No" col vento in poppa grazie a Trump». In apertura l'immancabile immagine di Matteo Salvini quale personaggio a cui evidentemente Cascioli vorrebbe consegnare l'Italia. Scrivono:

La vittoria di Trump sembra aver profondamente mutato il clima politico anche in Italia. Era inevitabile che fosse così, dopo l’endorsement di Obama in favore del “si” al nostro referendum costituzionale e quello di Renzi a sostegno di Hillary. E’ vero che il vincitore delle elezioni americane e il nostro premier si sono già sentiti al telefono per le congratulazioni di rito, ma c’è da immaginare che il nuovo inquilino della Casa Bianca non si strapperà di certo le vesti se in Italia dovessero prevalere i “no” al referendum e se a Palazzo Chigi si verificasse un avvicendamento nei prossimi mesi.
Ed è anche per questo che il fronte del “no” è sempre più euforico e non perde occasione di manifestare la sua euforia. Non solo il Movimento Cinque Stelle, non solo la sinistra anti-renziana. Anche il centrodestra, sia pure spaccato in due tronconi, ha rilanciato ieri la battaglia contro la riforma Boschi, considerata sbagliata e suscettibile di favorire nel Paese una svolta autoritaria.

Ed è sempre in una chiave di propaganda politica spacciata come verità di fede che il sedicente sito "cattolico" aggiunge:

L’ex Cavaliere si rende anche conto che la sua coalizione è spaccata in due: ieri a Firenze Salvini, Meloni e Toti hanno radunato in piazza oltre 12.000 persone per sostenere le ragioni del “no” e dare un avviso di sfratto a Renzi in caso di sconfitta al referendum. I tre hanno usato toni durissimi e il leader del Carroccio si è anche autocandidato premier per il centrodestra. Contemporaneamente a Padova il coordinatore di Forza Italia, Stefano Parisi lanciava un messaggio altrettanto perentorio: "E' arrivato il momento. Ora dobbiamo candidarci alla guida del Paese". E ha aggiunto: "Noi non siamo quella roba che è a Firenze oggi", prendendo nettamente le distanze dalla manifestazione “trumpista” di Firenze, alla quale pure hanno aderito alcuni esponenti di Forza Italia (non solo Toti, ma anche Daniela Santanchè). "Siamo noi che ci candidiamo a governare l'Italia - ha ancora detto Parisi - e dobbiamo farlo come forza liberale, riformista e popolare. Non lo può fare una forza radicale con gli slogan. Deve essere chiaro che questo è il disegno".
Sull’altro fronte, i sostenitori della riforma Boschi, al di là delle rassicurazioni di facciata, sono sempre più scettici sulla vittoria al referendum del 4 dicembre, visto il vento antisistema che soffia con forza in tutto il mondo occidentale. Il successo di Trump ne rappresenta l’indicazione più lampante, ma già la Brexit aveva lanciato all’Europa e al mondo un segnale anti-establishment.

Chiude il cerchio Marco Guerra, strenuo sostenitore dell'idea che essere "cattolici" significhi fare ciò che Cascioli vuole. Ed è con la solita reotica che mischia religione e politica per sostenere che:

In caso di una legge intrinsecamente ingiusta non è mai lecito conformarsi ad essa. Riparte da questo assunto l’impegno del laicato cattolico che si sta spendendo con ogni mezzo per dire No alla riforma costituzionale targata Renzi-Boschi.
Protagonisti di questo nuovo impegno sociale sono il Family Day e il Movimento cristiano Lavoratori che hanno serrato i ranghi e lanciato la sfida al premier in vista del voto del 4 dicembre, illustrando presso il The Church Village Hotel di Roma le ragioni di un No ben motivato contro la rottamazione della sussidiarietà, dei corpi intermedi e della partecipazione del popolo alle decisioni.

Anche qui è immancabile il ricorso all'omofobia quale strumento di propaganda politica:

Una prospettiva completamente popolare e antropologica è quella indicata da Massimo Gandolfini che ha ribadito che con un parlamento mono-camerale controllato esclusivamente dal Pd, grazie all’Italicum, Renzi avrà campo libero per portare a termine la trasformazione del tessuto sociale italiano. “Le unioni civili – ha detto Gandolfini - sono solo il capo fila di una politica tesa all’approvazione delle adozioni per tutti; del suicidio assistito; dell’estensione della procreazione artificiale a coppie gay e single; delle leggi liberticide sulla trans-fobia e omo-fobia; della depenalizzazione dell’utero in affitto; del divorzio express e della legalizzazione di tutte le droghe”.
Questo allucinante percorso è stato infatti snocciolato pubblicamente dalla senatrice Monica Cirinnà che guarda al nuovo parlamento riformato come ad una naturale propaggine del Nazareno e del Congresso del Pd, nel quale – ha spiegato la madrina delle unioni civili – ogni mozione conterrà la proposta del matrimonio egualitario.
Insomma il referendum è il prossimo spartiacque di chi mira alla società liquida. Rimettere al centro figli, famiglia e lavoro è invece l’obiettivo di questo nuovo protagonismo cattolico che non teme il braccio di ferro con l'establishment.

All'interno di quella costante truffa culturale messa in atto da chi si è inventato il "gender" ed ora spera di poterlo mettere a frutto. Il tutto, peraltro, tirando in ballo temi che nulla hanno a che fare con il quesito referendario dato che non è certo votando "sì" che si potranno automaticamente ottenere pari diritti e un efficace contrasto alla violenza omofobica. Far credere che quello sia un referendum sui gay è mera strumentalizzazione, motivo forse per cui non c'è da stupissi che sia la strada intrapresa da quei "cattolici" che disprezzano il prossimo e che inneggiano alla discriminazione quale loro presunto diritto.
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