A spese dei contribuenti, la Rai concede ancora spazio ad Adinolfi e ai suoi proclami anti-gay


Intollerabile è come un personaggio violento che rappresenta un misero 0,6% della popolazione possa ottenere così tanto spazio mediatico. Dopo le vergognose polemiche di Mario Adinolfi contro una Rai che ha osato dare spazio anche alle famiglie che sono vittima della sua costante persecuzione, è con i soldi dei contribuenti che il servizio gli ha concesso ulteriore spazio per la sua promozione dell'intolleranza. Lo annuncia su Facebook l'integralista che, nel suo costante uso della credenza religiosa a fini politici, scrive :

Stasera dalle 20.35 su RadioRai1 mi confronterò con il produttore-autore di Stato Civile. Si gioca in Rai, quindi fuori casa, pregate per me.

Se sinceramente non si capisce perché mai qualcuno dovrebbe pregare per un tizio che vuole creare odio contro il creato pur di sostenere che le sue eiaculazioni debbano essere premiate con maggiori diritti civili, vergognoso è anche un servizio pubblico che concede ancora spazio alle sue rivendicazioni integraliste solo perché Adinolfi ama far chiasso quasi quanto ama insultare il prossimo. Peccato che in tal mofo si finisca con il far passare l'idea che essere contrario dall'esistenza altrui sia una lecita "opinione" e che la violenza sua una lecita libertà di espressione. Non solo. A preoccupare dovrebbe essere anche un uomo che parla tranquillamente di «un gioco» dinnanzi ad una violenta crociata volta a togliere dignità e vita ad un intero gruppo sociale.
E tutto questo anche con i soldi del canone che i gay sono costetti a versare per rutrovarsi a finanziare chi non vuole possano rivendicare il loro diritto alla vita.

Come da copione, il vero show di Adinolfi di è poi registrato sui socialsocial network, in un terreno in cui lui si compiace dinnanzi ad altri integralisti che inneggiano al suo odio e lo proclamano detentore della verità assoluta. E mentre i suoi seguaci si davano ragione a vicenda nel sostenere che sia giusto insultare delle lesbiche perché «responsabili delle loro scelte» dato che avrebbero volontariamente deciso di non essere etero come Adinolfi sostiene sua l'unico modo giusto di essere, l'ultra-integralista faceva la voce grossa nel dire: «Mica voleva dire quanti soldi s'è fatto dare per sta porcheria». Vien da sé che per chi non ha mai lavorato potrebbe essere un concetto difficile da comprendere, ma in un contratto la riservatezza dei compensi pare un diritto anche se Adinolfi (che di certo non racconta chi finanzia il suo odio) esige di poter cavalcare qualunque pretesto pur ostentare la sua ferocia.
Adinolfi ha sguazzato nel fango anche nel condannare i temi su cui giustamente è stato minacciato di doverose querele, così come i suoi seguaci si sono divertiti a sostenere che i figli dei gay siano «mostri» e non esseri umani. Insomma, un'altra pagina della violenza di un integralismo che di giorno in giorno è sempre più simile ai miliziani dell'Isis.
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