George Michael produsse un documentario sugli adolescenti gay sopravvissuti alle terapie riparative


L'eredità lasciataci da George Michael non è limitata alle sue splendide canzoni. Nel 2011 il cantante commissionò a Tomas Mournian la realizzazione di un documentario dedicati agli adolescenti che sono riusciti a sopravvivere all'incubo della fantomatiche "terapie riparative" promosse dall'integralismo cattolico. Attraverso una lunga serie di interviste a chi riuscì a scappare da quei lager, si raccontò la barbieria di una tortura che ancor oggi viene compiuta nel nome di Dio da parte di quegli integralisti che sostengono di essere "più giusti" e "migliori" degli altri nel loro ritenersi la massima espressione della perfezione. Non è dunque un caso se quelle forma di barbara tortura vengono ancor oggi promosse da La Nuova Bussola Quotidiana all'interno di istituti scolastici cattolici, sui palchi dei convegni politici di Martio Adinolfi e di Gianfranco Amato nonché sulle pagine di ProVita in cui Brandi si dice certo che il modo migliore per trattare i ragazzi gay sia quello di dire loro che sono sbagliati, immeritevoli di vita e che i loro genitori hanno il dovere di dire loro che devono rinunciare la loro natura dato che solo Toni Brandi rappresenta la purezza Ariana nei suoi amplessi.
E se questa gente gioca a cercare di ottenere potere politico attraverso la legittimazione della tortura e la promozione della morte, a Michael dobbiamo uno dei tanti tentativi con cui si è cercato di difendere i bambini dalla ferocia sanguinaria di quei Brandi, Cascioli e Amato che paiono pronti a uccidere pur di tutelare e promuovere il loro pregiudizio.

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