Gianfranco Amato: «Provo disgusto per i cattolici che non fanno interpellanze contro la Bignardi e contro la dignità dei gay»


Tra un convegno di promozione all'odio e un comizio politico a sostegno dell'estrema destra, Gianfranco Amato ha trovato anche il tempo di scrivere un articolo contro il nuovo programma di Daria Bignardi. Grazie alla collaborazione di don Gabriele Mangiarotti (ossia il sacerdote che dice che l'amore dei gay non sia amore ma merda) è sulle pagine di Cultura Cattolica che il segretario del partito di Adinolfi si è premurato di santificare il suo compagno politico nel ripubblicare integralmente il post in cui l'ultra integralista afferma che sia una vergogna il fatto che la TV di stato dia visibilità a quelle famiglie che lui e Amato non tollerano possano esistere.

E dopo quella vergognosa introduzione, Amato passa immediatamente ai soliti insulti che ama vomitare contro chiunque non si sottometta al suo volere. Scrive:

Quello che meraviglia in questa vicenda non è l’asservimento al Potere di quella pletora di aguzzini e kapò della propaganda goebbelsiana, che hanno la sfrontatezza di farsi chiamare “giornalisti”. Orami li abbiamo identificati, sono dei poveracci che «tengono famiglia». No, quello che provoca disgusto – fino al limite del conato di vomito – è l’atteggiamento connivente dei parlamentari sedicenti cattolici, oggi tutti impegnati a trovare un tocco di legno cui aggrapparsi nel naufragio politico cui sono finiti a causa della loro insipienza. Niente più interrogazioni, niente più interpellanze, niente più richieste di dimissioni, niente più esposti alla Commissione di Vigilanza RAI. Niente di niente. Hanno capito, i nostri, che quello è un campo minato, è un cavo ad alta tensione, roba da 30 mila volt, e chi tocca i fili muore. Per loro, naufraghi dispersi alla disperata ricerca di una scialuppa di salvataggio, rischiare di essere definiti “omofobi” significa spegnere anche l’ultimo lumicino di speranza in una ricandidatura. Significa precludersi definitivamente la prospettiva di una sopravvivenza politica.

Sostenuto che la Bignardi sia una «poveraccia» e che i cattolici debbano inneggiare alla un nuovo nazismo che neghi il diritto all'esistenza di interi gruppi sociali, si arriva alla solita teoria della persecuzione e si inneggia alla necessità di arruolarsi nel suo «esercito» di cui lui si è autoproclamato «generale». Ma la sua ferocia non si è esaurita lì, dato che nel proseguo aggiunge:

Restano, poi, alcuni militanti pro-family che di fronte a quanto denunciato da Mario Adinolfi, dovrebbero avvertire l’esigenza di una forte mobilitazione. Che so, iniziative eclatanti e pubbliche di boicottaggio della RAI, mobilitazioni davanti alla sede di Viale Mazzini, appelli ad un mailbombing contro quelle trasmissioni televisive, eccetera, eccetera. C’è solo da aguzzare l’ingegno e accendere la fantasia.
E invece no. Quei militanti pro-family – pochi per la verità ma ugualmente dannosi – anziché mobilitarsi in questa sacrosanta battaglia, non trovano altro di meglio da fare se non perdere il loro tempo, le loro energie, le loro intelligenze, le loro risorse in un unico obiettivo che, da mesi, pare proprio ossessionarli: sparare contro il Popolo della Famiglia. A questi militanti diciamo: «Amici, risparmiate queste pallottole per il vero Nemico!». Non siate ossessionati dal bersaglio fisso del PDF ma guardatevi intorno, e vi accorgerete di quello che sta succedendo nel nostro Paese. Uniamoci nelle battaglie che riteniamo giuste, indipendentemente da chi tra di noi indica l’obiettivo. Organizziamoci per ottenere le dimissioni della Fedeli, anche se è stato Mario Adinolfi a scoprire che ha mentito. Organizziamoci per arrestare l’indottrinamento della Tv di Stato, anche se è stato Mario Adinolfi a sollevare la questione. Non è più il tempo della ripicca infantile, ma quello della riflessione adulta.

Insomma, è nel nome dell'odio contro i gay che Amato chiede potere politico per poter promuovere l'ideologia del disprezzo e della morte del suo amichetto Adinolfi e chiedendo un mail boming contro una Rai che deve limitarsi a mandare in onda le messe del Papa o pagare con denaro pubblico l'inutile lavoro di Costanza Miriano in quella Rai Vatricano che è pagata dai contribuenti a beneficio di una lobby assai poco cattolica (ma politicamente molto potente nella sua ingerenza a danno dei cittadini).
E qualora ve ne fosse la necessità, eccoci nuovamente dinnanzi a chi pare ostentare come l'odio anti-gay non sia certo in "difesa" di chicchessia, ma sia solo uno strumento per racimolare il consenso politico di integralisti e violenti attraverso l'impunità che viene conferita a chi nomina il nome di Dio invano quale giustificazione al proprio odio
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