L'integralista Adinolfi torna a insultare Tiziano Ferro: «Affitterà l'utero con il cachet di Sanremo?»


Ora basta! Mario Adinolfi sarà anche l'essere più infimo, disgustoso e approfittatore del mondo, ma appare intollerabile che una porzione significativa della popolazione sia obbligata a subire i suoi continui insulti gratuiti solo perché lui ama rotate rosari e citazioni bibliche decontestualizzati quale lasciapassare per qualunque crimine?
Incapace di formulare un pensiero che abbia un minimo di logica, il leader del movimento di promozione dell'intolleranza pare capace solo di insultare, denigrare e bestemmiare il prossimo per cercare di trarne un profitto economico. E dopo la sua benedizione da parte delle lobby internazionali legati al neofascismo di estrema destra, guarda caso Il Giornale non perde una sola occasione per promuovere la sua intolleranza.
Ed è così che può capitare di imbattersi in agghiaccianti articoli intitolati: "Adinolfi: Tiziano Ferro affitterà l'utero con il cachet di Sanremo?".
Sostenendo che il suo 0.6% di preferenze alle comunali lo renda «leader« di qualcosa, il quotidiano della famiglia Berlusconi esalta le sue gesta contro i gay inneggiando all'ariano che va in giro a dire che quel frocio di Tiziano Ferro non deve poter aver figli e non deve poteresi far vedere in pubblico perché gradito all'Imam Adiuno,lfi e alla sua cricca di promotori dell'odio.
Con la solita violenza e la solita schizofrenia che lo contraddistinguono, Mario Adinolfi afferma:

Apprendo con stupore che le famiglie italiane anche quest'anno dovranno pagare un lauto cachet a un testimonial della maternità surrogata al festival di Sanremo 2017.
Dopo lo squallore del nastrino arcobaleno obbligatorio del festival 2016, con i super ospiti internazionali Elton John e Nicole Kidman entrambi fruitori di uteri affittati, Carlo Conti insiste nel propinarci personaggi che comprano bambini partoriti da donne costrette per bisogno a venderseli”. Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia, attacca il conduttore del Festival, reo di aver invitato la popstar Tiziano Ferro in qualità di super ospite.
Affitterà l'utero per diventare 'padre da solo', come annunciato in una recente intervista, utilizzando il ricco cachet di Sanremo pagato dalle mamme e dai papà italiani con il canone in bolletta elettrica?

Se sarebbe più interessante scoprire se i cachet che Adinolfi si è preso dalla Rai siano stati destinati alla promozione di fantomatiche "terapie riparative" che lo renderebbero complice di veri e propri omicidi a danno di minori, Mario Adinolfi rincara la dose dicendo che non è accettabile che in televisione possa parlare una qualunque persona che non sia soggiogata alla sua mentalità della morte. Dice Il Giornale:

Il Popolo della Famiglia se la prende con Carlo Conti che, già nel 2015, aveva invitato il cantante transessuale Conchita Wurst e gli ricorda che “per la legge 40 anche propagandare la pratica dell'utero in affitto in Italia è illegale, si tratta di un reato punibile con la carcerazione fino a due anni e un milione di euro di multa".

Va ricordato che Mario Adinolfi è quello stesso essere che sbraitava come un maiale sgozzato gridando di fantomatiche «lobby gay» e «gaystapo» che minacciavano il suo "diritto" ad un uso blasfemo di Dio quale mezzo di promozione dell'odio. Ora sbraita come un cane che i gay non devono poter cantare, non devono poter parlare e non devono poter esister perché lui li odia e odia le loro famiglie. E, ancora una volta, il Santo Natale è stato profanato dalla blasfemia di un essere che bestemmia Dio per cercar visibilità e profitto attraverso insulti e colonizzazioni ideologiche della stampa di estrema destra contro un intero gruppo sociale.

Tra i commenti emerge chiaramente come Adinolfi miri a diventare il punto di riferimento per chiunque odi i gay e voglia qualcuno che possa farli sognare nell'immaginare di poterli lanciare dai tetti dei palazzi nel nome di Dio come avviene in Siria. Qualcuno scxrive: «Fra un po', se continuiamo così, l'omosessualità diventerà obbligatoria». Qualcun altro ribatte: «Grande Adinolfi hai ragione: la verità fa male ai kompagni». Buffo, considerato come Adinolfi sia ormai visto come il simbolo del neofascismo contro quel Pd di cui lui fece parte (tant'è che fu proprio lui a salire sul camper che girò l'Italia per promuovere Renzi).
A sentirli legittimato da Adinofi nel dispensare pura omofobia è chi scrive: «Ormai è una moda invitare le checche al Festival di Sanremo, che squallore» o «Il palco di Sanremo dovrebbero addobbarlo con dei finocchi».

Resta il fatto che Tiziano ferro non viene applaudito da preti pedofili che abusavano sessualmente dei bambini nei confessionali, così come a promuoverlo non c'erano politici indagati per aver sottratti milioni di euro alle famiglie lombarde. Adinolfi sì. E forse basta anche solo questa evidenza per capire da quale pulpito arrivi la predica di un uomo che pare disposto a qualunque bassezza pur di far parlare di sé, dato che l'insulto e l'offesa paiono l'unica cosa di cui sia capace.
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