Unioni civili nello sgabuzzino, il Tar condanna il Comune leghista di Stezzano


«Eccesso di potere per irragionevolezza, illogicità, manifesta ingiustizia». Così il Tar ha condannato il Comune di Stezzano a versare oltre quattromila euro di risarcimenti a una coppia gay che lo scorso ottobre chiese di potersi unire civilmente nella sede comunale di Villa Zanchi. La giunta, guidata dal sindaco Elena Poma (sostenuto da Forza Italia e Lega Nord), reagì emanando un'ordinanza che riservava quella prestigiosa stanza alle sole coppie di sesso opposto. Per i gay si indicò l'uso di un vecchio ufficio, angusto e pieno di documenti situato nel retro dell'anagrafe comunale.
La coppia si rifiutò di farsi unire in uno spazio così degradante e il Tar ha dato loro ragione, ritenendo illegittima quella delibera e costringendo l'amministrazione comunale a pagare oltre quattromila euro per le spese processuali.
Marco Arlati, presidente di Arcigay Bergamo, ha commentato: «Non avevamo dubbi che la questione si risolvesse in questo modo poiché si trattava di una decisione pesantemente discriminatoria, omofobica la definirei. Ora mi piacerebbe sapere se il sindaco pagherà di tasca propria l'indennizzo, oppure utilizzerà i soldi dei cittadini. Gli ho già posto la domanda nel corso dell'ultimo consiglio comunale, ma non ho ricevuto risposta».
3 commenti