Vvox risfodera la presunta lettera del presunto ex-gay che invita a "curarsi" dall'omosessualità


C'è da mettersi le mani nei capelli dinnanzi all'assurdità e alla violenza del materiale con cui l'integralismo cattolico spera di legittimare e incentivare l'odio contro i gay e le lesbiche, ancora una volta indicati come persone "malate" che possono essere felici solo se "diventeranno" eterosessuali così come i loro carnefici esigono debbano essere.
La nuova aggressione giunge dalle pagine di Vvox, dove ci si può imbattere in un aberrante pagina intitolata "Lettera di un ex gay agli omosessuali". Nonostante l'articolo sia stato pubblicato il 14 dicembre 2016, la presunta lettera che dicono di aver ripubblicata è datata 17 febbraio 2016. E manco si tratta di un inedito, dato che quella presunta lettera venne già pubblicata da una Costanza Miriano che disse di essere miracolosamente venuta a conoscenza di quel testo che si trovava su un blog vuoto aperto guardacaso proprio pochi giorni prima. Il tutto, ovviamente, al solo fine di sostenere che gli psicologici devono dire ai bambini gay che sono sbagliati, inaccettabili dal punto di vista sociale e impossibilitati ad essere felici a meno che non inizino a fare sesso con persone eterosessuali.
Pare inutile ribadire che la ricostituzione fornita dall'anonimo faceva acqua da tutte le parti, a cominciare da come nessuno psicologo avrebbe mai potuto dirgli assurdità del genere senza essere radiato dall'albo (vige un preciso regolamento a tutela dei minori contro chi promette di poter "modificare" caratteristiche naturali"), così come fa sorridere che la fantomatica storia raccontata appaia la fotocopia delle teorie di Nicolosi quasi come se si fosse partiti da quelle per inventarsi un testo fantasioso.
Eppure resta l'evidenza di come l'integralismo cattolico ami creare della storie e riproporle ossessivamente nel tempo quasi come se ciò bastasse a renderle vere. Il tutto, peraltro, con un atto di dolo dato che si cerca di legittimare uelle fantomatiche "terapie" che gli psicologi (quelli veri) indicano come un atto di pura malvagità che rischia di spingere le proprie vittime al suicidio e ad atti autolesionistici (come l'abuso di droga ed alcool). Ma all'integralismo piace spacciare quel pregiudizio come una verità rivelata perché utile a poter sostenere che i gay debbano essere "incolpati" del loro orientamento sessuale dato che ne sarebbero i principali responsabili in un'accettazione verso la propria natura che contrasta con la loro ideologia eteronormativa: ossessivamente e ciclicamente dicono se non sie come Adinolfi, sicuramente sei tua d essere sbagliato perché lui è la massima espressione della perfezione "ariana".
Altre note riguardano anche come la fantasiosa ricostruzione riproponga premesse e teorie incoerenti con il vissuto di chi è davvero gay, indicando ulteriormente come quella storia vacilli.
Eppure la legittimazione dell'odio e la promozione del pregiudizio fecero sì che quella lettera venisse ripubblicata pure dal giornale di Adinolfi, il quale ovviamente cercò di trarne la massima convenienza economica possibile e offrì ulteriore spazio per le legittimazione anti-gay del presunto autore della missiva. E a dieci mesi da allora, quella lettera viene ancora propinata come un dato di fatto perché non esiste altro materiale che possa essere utilizzato per inculcare nella mente dei lettori l'idea che i fantomatici "ex-gay" esistano davvero e che è per il bene dei gay che loro devono discriminati ed invitati ad uniformarsi con il pensiero unico e il modello "ariana" che l'integralismo ha teorizzato come basato su ciò che procura loro un orgasmo.
Interessante è anche osservare come sulla sua pagina Facebook i suoi amici risultino essere Alessandro Benigni (proprietario del gruppo d'odio denominato "Nelle Note"), Filippo Fiani (collaboratore di Adinolfi e membro della Manif pour tous) e Davide Sarti (Manif pour tous). Tutti pronti a plaudire all'omofobia contro quei gay che osano fare domande sulle incongruenze del suo racconto al posto di plaudire all'uomo che va in giro a dire che i gay sono persone "malate" e che i genitori devono essere pronti a spingere al suicidio i propri figli qualora non nascano eterosessuali come Adinolfi esige siano.

Qui trovate la lettera pubblicata e un'analisi del testo.
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