Anche la Svezia ha rimosso la transessualità dalla liste della malattie mentali


La Svezia ha deciso di seguire l'esempio della Danimarca e provvederà a rimuovere il transessualismo dalla lista delle malattie mentali. La decisione è stata annunciata dal Consiglio Nazionale della Salute dopo che il World Health Organisations si è espresso in tal direzione.
Il capo dell'organizzazione, Kristina Bränd Persson, ha sottolineato come si tratti di una decisione con grande «importante valore simbolico» a fonte di un'identità ormai universalmente riconosciuta dal mondo accademico ma ancora indicata come «disforia di genere» su carta (in una classificazione che tropo spesso viene usata dall'integralismo per creare odio e violenza contro un intero gruppo sociale).
Persson ha anche notato come «questo cambiamento è del tutto ragionevole. Molte divisioni e categorie indicate nel manuale risultano obsolete. Per noi, la decisione è incontrovertibile».

Fino al 2013, la legge svedese imponeva la castrazione dei transessuali, sostenendo che chiunque desiderasse cambiare sesso dovesse essere messo nelle condizioni di «non avere la possibilità di procreare». Questo significa che centinaia di persone transgender sono state costrette a sottoporsi ad un intervento chirurgico che impedisse loro di poter avere figli.
Più di 160 vittime di tale imposizione hanno fatto causa al governo e, sopo una battagli durata anni, si è deciso che verranno ripagati attraverso un indennizzo di circa 300.000 corone svedesi (circa 32mila euro) che verrà riconosciuto a chi ha subito una «sterilizzazione forzata».
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