Flavio Tosi chiede la riduzione in schiavitù dei migranti


La cultura dell'odio e del disprezzo paiono la ricetta con cui ogni leghista spera dii potersi riappropriare dei consensi della gente che ruota attorno al Carroccio, ancor più dopo l'espulsione decisa da Salvini. Ed è così che un sindaco ormai decaduto come Flavio Tosi è ancora lì attaccato a Internet per scrivere messaggi come:

Il Ministro Minniti imponga le tutti i migranti lavorino gratuitamente per ricambiare l'ospitalità, in primis per ricostruire le aree terremotate.

Se l'uso politico del terremoto e della tragedia che ha colpito migliaia di famiglie è da voltastomaco, forse sarebbe il caso di ricordargli che imporre a qualcuno di fare qualcosa senza remunerazione è ciò che avveniva sotto la schiavitù. E se davvero fosse preoccupato della possibilità che qualche migrante possa ricorrere alla criminalità spicciola, davvero crede che pretendere che lavorino gratis senza poter mettere via alcunché per il proprio futuro sia una soluzione accettabile? Lui la accetterebbe o farebbe come quei migranti italiani che colonizzarono mezza America e non certo lavorando gratuitamente?
Perché un conto è chiedere un contributo per coprire le spese, un altro è quello di pretendere una totale sottomissione che neghi qualunque prospettiva di futuro. Persino in carcere i soldi guadagnati dai detenuti vengono interamente lasciati nelle loro tasche e di certo non c'è motivo di ritenere che stupratori, ladri e mafiosi meritino più considerazione di un immigrato.
Ed è davvero possibile che un sindaco possa far finta di non sapere che gran parte dei migranti già ricambiano l'ospitalità facendo lavori che molti veronesi e italiani non vogliono più fare. Spesso già vivono al limite della schiavitù e hanno subito di tutto...
Ma evidentemente il populismo non ha etica a fronte di chi vuole far soldi sulle spalle del prossimo, promettendo che gli altri verranno ridotti in una forma di schiavitù per garantire privilegi esclusivi a chi ha semplicemente avuto la fortuna di nascere un una parte del mondo piuttosto che in un'altra. Perché il fatto che tosi sia nato in Italia non è un merito, è solo una fortuna dato che anche lui sarebbe potuto nascere in uno stato in cui provare cosa significa aver fare e cosa significa temere di non offrire un futuro ai figli.

Ma il populismo è questo. Si promette all'elettore "padano" che avrà più diritti dei gay in virtù di quanto gli piacano le donne. Si dice loro che avranno più dignità perché nati in città più ricche. Si punta il dito verso le minoranze nella speranza che qualcuno apprezzi quella discriminazione, in un attacco alla dignità umana che non è troppo dissimile da quelle "teorie sulle razza" che vennero teorizzate sotto il nazismo.
Insomma, perché mai bisognerebbe essere cittadini del mondo quando si può montare la guardia al proprio orticello con un fucile puntato contro chiunque osi avvicinarsi?
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