Gianfranco Amato: «Ho scritto 5000 emendamenti per fare ostruzionismo e rallentare il cammino della legge sull'eutanasia»


Ancora una volta Gianfranco Amato pare alla ricerca visibilità e profitti sulla pelle dei più deboli. È l'associazione integralista Provita onlus a dichiarare che il leader integralista avrebbe preparato 5.000 emendamenti al disegno di legge sull'eutanasia al solo fine di creare ostruzionismo in un'ottica in cui lui desidera non siano date risposte a chi soffre. Il tutto in un quadro dove pare che l'unico obiettivo del suo patito sia quello di farsi pubblicità perché «fa bello» dire di essere per la vita mentre si condanna qualcun altro a indicibili sofferenze.

Ad esempio Fabiano Antoniani è un ragazzo di 39 anni che si è ritrovato cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale. Dopo anni di terapie senza esito, Fabo ha maturato la precisa consapevolezza di voler porre fine a una quotidianità che non chiama più vita, ma per farlo ha bisogno di aiuto. Ha bisogno che le Istituzioni intervengano per regolamentare l’eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere fino alla fine.
L'Associazione Luca Coscioni ha raccontato la sua storia e l'ha trasmessa al Presidente della Repubblica, al Parlamento e all’opinione pubblica. Oggi Fabo è un ragazzo cieco e tetraplegico che trascorre la quotidianità in un letto, assistito dalle cure della madre. Era un ragazzo che amava la musica (era conosciuto come DjFabo), amava viaggiare (si era trasferito in India), amava lo sport, le moto e l’avventura. È un ragazzo che ancora ama ricambiato la sua ragazza, Valeria, che presta la sua voce nel video appello rivolto al Presidente della Repubblica.
Fabo spiega di non essere depresso, mantiene tutt’ora il senso dell'ironia, ma si sente umiliato dalle proprie condizioni: immobile e al buio, considera la propria condizione insopportabile, consapevole che potrebbe durare per decenni.

Ma è per costringere Fabio a dover rimanere in quella condizione che Amato proporrà migliaia di emendamenti, affidandone la pubblicità ad un politico respinto al voto popolare come il suo Mirko De Carli (candidato in una liste che alle amministrative di Bologna non è riuscita ad andare oltre a 1,19% di voti). Intervistato dalla solita Francesca Romana Poleggi, lo sfegatato di Adinfi dichiara che «la legge secondo noi non è emendabile. A nostro modesto parere non serve proprio: è una legge da respingere e basta». E in fondo perché mai dovrebbe servirgli? Lui sta bene, esce con gli amici e può permettersi di fare tutto ciò che vuole.... quindi perché mai non dovrebbe essere lui a decidere che Fabio deve soffrire e che deve restare in quella condizione solo perché lui possa speculare sulla sua vita? Tanto è Fabio ad essere condannato ad una non-vita in un letto, mica lui!
Ma imbarazzante è anche come De Carli dichiari tranquillamente che la gran parte degli emendamenti scritti da Gianfranco Amato abbiano il preciso compito di «rallentare il cammino della legge». Dalle sue parole pare che 4998 emendamenti abbiano solo lo scopo di far perdere tempo. Tra quelli che lui considera degni di nota, c'è l'assurda proposta di «valorizzare l’autonomia decisionale e la responsabilità del medico, che sia data a quest’ultimo la facoltà di non aderire alla volontà del paziente che rifiutasse il trattamento sanitario». Praticamente si chiede che sia qualcun altro a dover decidere per la nostra vita. Uno sconosciuto, non non sa chi siamo, cosa vogliamo e cosa abbiamo fatto nella nostra vita.
Inoltre il fatto che De Carli ne parli come di una «obiezione di coscienza» pare far rientrare la richiesta in quel gioco ideologico in cui Amato sostiene che qualunque diritto personale debba essere calpestato se qualcun'altro vuole negarlo. Lo ha chiesto per le unioni civili e forse lo sta chiedendo anche in questo caso solo per cercare di far passare l'idea che nessuno possa scegliere per sé se c'è di mezzo qualcuno che vuole imporre le proprie decisioni agli altri.
De Carli illustra anche una curiosa teoria volta a sostenere che «fare ostruzione serve a restituire un ruolo al parlamento, evitando che lo stesso diventi un mero esecutore della volontà dei governi. Presto, come dicevo, le forze laiciste che hanno imposto le unioni civili potrebbero tornare alla carica con la legge sull'omofobia, e quindi non bisogna dare l’idea di avere abbassato la guardia». Ed anche qui qualcuno dovrebbe dire a Fabio che deve soffrire perché la gente di Adinolfi teme che la legge possa punire i crimini d'odio contro le vittime della loro persecuzione. E se non vi è alcun nesso tra le due tematiche, lo si inventa sulla pelle di qualcuno.

Clicca qui per guardare il l'appello di Fabio, volto a chiedere che ad ognuno sia dato il diritto di poter decidere della propria vita, anche quando tale scelta è in contrasto con il pensiero unico che Amato vorrebbe fosse imposto.
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