Il Giornale offre visibilità alla misoginia e al razzismo di Adinolfi


In un gioco propagandistico assai pericoloso per la società, Il Giornale continua a raccontare la "verità" secondo Adinolfi ai propri lettori quasi come se potesse avere un valore, forse intravedendo in quella figura l'uomo di destra che non ha paura per promuovere intolleranza e razzismo continuando a citare Dio quale legittimazione ad ogni violenza.
Questa volta Adinolfi si è lanciato nel sostenere che sia evidente che una donna di colore non possa vincere un concorso di bellezza e che il titolo guadagnato debba essere ritenuto immeritato dato che lui preferiva le tette di una norvegese e non gli interessava di prendere in considerazione altre caratteristiche, quasi come se la sua idea della donna fosse quella di un oggetto sessuale che non deve necessariamente saper parlare. peccato che è per rispetto della dignità umana che nel Nord Europa sono ormai anni che questi concorsi si rifiutano di fermarsi all'aspetto interiore e prevedono varie prove che possano mostrare tutte le caratteristiche della persona nella sua complessità. Ma dalle pagine de Il Giornale, l'articolo di Francesco Curridori asserisce:

Nel dibattito tra verità e post-verità si inserisce anche l'elezione, assai discussa sul web, della nuova Miss Finlandia. Tutti si sarebbero aspettati una stangona bionda di due metri e, invece, ha vinto una donna di colore. Su questo anche Mario Adinolfi, giornalista e leader del Popolo della Famiglia, ha voluto dire la sua.
"Per capire il dibattito su verità e post-verità basta guardare questa foto: in termini di verità, può esser vero che la donna di colore sia stata eletta Miss Finlandia?", si chiede Adinolfi secondo cui:"In termini di verità sì, rispetto alle altre concorrenti oggettivamente assai più avvenenti, è lei Miss Finlandia" ma "Il tempo della post-verità non è il banale affermarsi delle fake news. No, il gioco è più complesso". "Nel tempo della post-verità - spiega Adinolfi sul suo profilo Facebook - il totalitarismo politically correct vuole imporre come verità ciò che verità, in tutta evidenza, non può essere".
"Il pericolo va molto oltre il cortiletto del grillismo, del popolo del web, dei tribunali della gggente. Il vero pericolo - conclude - è che vogliono imporvi per vero e anche per giusto, ciò che vero non è e giusto non può essere. Costruendo per i riottosi un cordone di fittizi sensi di colpa. E di conseguente massacro mediatico".

Insomma, per Adoinolfi la donna non è altro che un paio di tette ed è Dio a volere sia usata come un oggetto per procurare piacere agli uomini eterosessuali. Ma, soprattutto, dice ai lettori che nons i deve qver paura di essere razzisti o miogeni, dato che lui benedice chiunque dia libero sfogo ai più bassi istinti atti a offendere, denigrare e insultare il prossimo.
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