Papa Francesco: «Dai populismi nacque Hitler. Nei momenti di crisi non funzionano i muri»
Mentre gli ultra-integralisti Gianfranco Amato, Toni Brandi e Benedetta Frigerio si agitano come scolarette nella promozione di Trump e della sua politica volta a creare muri e discriminazione, è dalle bocca di Papa Francesco che giunge una dura condanna verso il populismo dei loro idoli.
In una lunga intervista al País, è in relazione alla noma di Trump che il pontefice ha osservato come «nei momenti di crisi non funzionano muri e fili [...] Se mi spaventassi o gioissi di ciò che potrebbe accadere, potremmo cadere in una grande imprudenza. Tra essere profeti o di calamità o di buone cose che non verranno, né l'una né l'altra. Si vedrà. Vedremo quello che fa e allora valuteremo. Sempre le cose concrete. Il cristianesimo, o è concreto o non è cristianesimo».
Ed ancora, ha spiegato come dinnanzi alle crisi economicche avanzino sempre politiche che raccolgono il disagio dei cittadini e, mediante il populismo, approfittano della paura dei cittadini di fronte a un futuro incerto per costruire un messaggio di xenofobia e di odio: «Le crisi provocano delle paure, delle allerte. Per me, l'esempio più tipico dei populismi europei è quello tedesco del '33. Dopo Hindenburg, la crisi del 30, la Germania è in frantumi, cerca di rialzarsi, cerca la sua identità, cerca un leader, qualcuno che gli ridia la sua identità e c'è un ragazzetto di nome Adolf Hitler che dice "io posso, io posso". E tutta la Germania vota Hitler. Hitler non rubò il potere, fu votato dal suo popolo, e poi distrusse il suo popolo. Questo è il pericolo. In tempi di crisi, non funziona il discernimento e per me rappresenta un punto di riferimento continuo. Cerchiamo un salvatore che ci restituisca la nostra identità, difendiamoci con muri, con fili spinati, con qualsiasi cosa dagli altri popoli che possono toglierci la nostra identità. E questo è molto grave».