Silvana De Mari ad Adinolfi: «Ma quali carabinieri? I propri nemici vanno massacrati fisicamente»


Nell'intervista a Silvana De Mari pubblicata dal "giornale" di Mario Adinolfi vengono citati sempre i soliti personaggi, quasi a voler testimoniare come dietro le lobby integraliste ci sia sempre e solo il solito manipolo di nomi tristemente noti. Ed è citando il blog di Alessandro Benigni (quello che pubblica vignette omofobe e razziste con nome di "nelle note") che riportano un testo scritto da Silvana De Mari:

Madre natura è un’arcigna megera (che noi uomini siamo tanto cattivi, mentre gli animali sono angelici è una delle ennesime fesserie di questa epoca) e per spiegare che la violenza fa parte della vita. Ci vogliono i leoni maschi per proteggere i cuccioli, e questo vale anche per noi. Io ho sempre saputo che se qualcuno mi avesse toccato, mio padre lo avrebbe fatto a pezzi, anche a costo di morire nell’impresa, e questo era il suo compito. Ora immaginiamo che Marisa sia un’ottima cacciatrice, e dica ‘Io sono mia’ io non ho bisogno di nessuno, io sono stufa, io il territorio me lo difendo da sola, e manda via Marco: i suoi figli non hanno più difesa. Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto, o se ne è andato, o è stato mandato via, in una di queste disastrose evenienze aumenta il livello di ansia dei figli, a volte cominciano gli attacchi di panico.

E se pare curioso che la De Mari condanni la donna senza essersi manco domandata perché abbia cacciato il marito, evidentemente poco interessata a sapere se la picchiava o se allungava le mani sulla prole. Ed è dunque da una visione incredibilmente limitata e pericolosa di cosa significhi essere uomino o donen che l'ultra integralista sentenzia:

Noi femmine il territorio non lo sappiamo difendere, non lo sappiamo difendere perché non è compito nostro, e quando il padre non c’è più i figli stanno svegli di notte, perché gli orchi esistono, non è vero che non esistono, non è vero che si fermano a parole. I popoli dove il maschile ha travolto il femminile e lo ha azzittito, il mito della guerra di conquista domina ogni pensiero. I popoli dove il femminile prevale sul maschile non hanno più la capacità di difendere il territorio e credono che la libertà e la vita siano possibili senza combattere. Perché se un uomo ha tutta la sua potenza, se la sua donna non gliela ha tolta col disprezzo, ma anzi l’ha aumentata, stando dalla sua parte sempre facendo il tifo per lui, un uomo è in grado di difendere il figlio. Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no, al figlio che vuole farsi di spinelli che vuole andare al rave party. Dove non c’è un uomo, un padre è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia che a 16 anni sono la norma dire la fesseria del secolo che è ‘smetto di andare a scuola, che sono stufo’, ‘smetto di lavarmi’, ‘smetto di uscire dalla mia stanza’.

Ed è sostenendo che il fatto che le sue teorie non stiano in piedi e che non le interessa se siano solo degli stereotipi a farle credere ciò che dice, precisa:

Per favore non mi scrivete che a casa vostra è zia Carmela che la mette giù dura e Zio Ugo è un mollaccione. Stiamo parlando di statistica: il 90% delle donne è più accogliente del 90% degli uomini. Il 90% degli uomini ha più coraggio e senso dell’autorità del 90% delle donne. Voi siete un’eccezione? Fate parte del 10%. Una minoranza. Dove c’è un uomo e tutta la sua potenza il compagno della madre dell’amichetta non entra nella casa dove c’è la bambina di sei anni e lei non volerà dalla finestra. I pedofili hanno la capacità incredibile di localizzare il bambino che non ha un padre che lo difenda con tutta la sua ferocia. In effetti i grandi paladini della pedofilia hanno avuto come primo scopo l’abbattimento dell’autorità paterna, prima bisogna levare di torno Marco”.

E non è certo chiaro cosa diavolo c'entrino i pedofili con il compagno della madre, dato che i dati di Telefono Azzurro spiegano chiaramente come nel 29,6% dei casi gli abusi vengono commessi dal padre della vittima. Seguono il 13,5% dei casi in cui il reato è commesso da un altro parente e il 12,9% da un amico o un conoscente. Gli insegnanti o gli educatori sono coinvolti nell'8,8% dei casi, i nonni nel 5,9%, le madri nel 5,3%, altri bambino nel 5.3%, i vicini di casa nel 4,7%. Solo nel 2,9% dei casi l'abuso è commesso da un convivente del madre o del padre. Pare dunque che la donna non sappia di che cosa stia parlando, preferendo attribuire alle sue antipatie e ai suoi pregiudizi ciò che ama spacciare per verità "scientifica".

Ma poi aggiunge:

Non è vero che la violenza è sempre sbagliata. C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. La violenza del padre per proteggere il figlio è un punto essenziale della sua sicurezza e della sua educazione. Io ho sempre saputo se qualcuno mi avesse fatto del mare, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi: mio padre lo avrebbe massacrato. Se qualcuno avesse fatto del male a mio figlio, se si fosse fatto “toccare” da lui, mio marito lo avrebbe massacrato. Comunque la pedofilia ha segnato due anni fa un punto importante. L’associazione psichiatri americani, APA, che da 60 anni regna sul mondo controllando e dirigendo tutti gli ordini di psicologi , ha dichiarato che la pedofilia non è una perversione sessuale, ma un normale orientamento sessuale. Il primo gradino, quindi, per affermare la pedofilia è stato l’uccisione del maschio occidentale. Sempre più filosofi e pensatori, Pasqal Bukner, Claudio Risè, i primi si sono accorti che è stato assassinato il padre. Quindi cominciamo a darci da fare per riportarlo in vita, perché ci serve.

Purtroppo anche qui la strumentalizzazione pare regnare sovrana. L'Apa non ha mai sostenuto che la pedofilia sia un orientamento sessuale ed asserire il contrario pare vergognoso. Quello che è accaduto è che l'Apa ha discusso la possibilità di depatologizzare le fantasie sessuali sui minori qualora non vengano compiute, sostenendo che tale scelta permetterà di aumentare il numero di persone che sceglieranno di chiedere l'aiuto di uno psicologo in modo da non rendere mai reali quelle fantasie.
La teoria spiegata dall'Apa è semplice: se si criminalizza una fantasia, sarà difficile che una persona ritenuta patologicamente malata possa rivolgersi a degli specialisti anche se quel passo permetterebbe di salvare la vita a tanti bambini. Ma evidentemente la signora De Mari ama farsi bella nel criticare a parole la pedofilia mentre cerca di creare situazioni inc ui sia più facile che dei bambini ne siano vittima.
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