A Trento vince l'odio: lo spettacolo "Fa’afafine" verrà negato agli studenti per volontà del consigliere che affossò il ddl contro l'omofobia


A Trento ha vinto la paura e la malafede di chi ha fatto di tutto pur di impedire una sana educazione ai giovani. Il boicottaggio contro lo spettacolo Fa’afafine ha portato tre cassi su quattro a ritirare la loro adesione. E tutto questo a causa di un intervento a gamba tesa da parte del consigliere provinciale Rodolfo Borga, già noto alle cronache per aver affossato il disegno di legge contro l'omofobia nel 2014. Ai tempi presentò ben 1.200 emendamenti alla legge, sostenendo che la discriminazione non dovesse essere contrastata perché lui temeva una fantomatica «introduzione culturale ed educativa della teoria gender».
Dinnanzi ad un politico di destra che si dice convinto che ai ragazzi si debba insegnare che l'eterosessualità è l'unico orientamento sessuale che merita rispetto, non stupisce dunque come Borga abbia condotto una sua personale crociata contro lo spettacolo di Scarpinato e abbia privato gli studenti trentini di una importante occasione di crescita e di confronto sulla base dei suoi personali pregiudizi.
Attraverso un entusiastico comunicato stampa volto a farsi pubblicità dinnanzi a quella sconfitta per la società, Borga parla di un «esito positivo dell'impegno di Civica trentina» e dice che «ora pare che le adesioni allo spettacolo teatrale abbiano subito una battuta d'arresto. Per parte nostra, non possiamo che prendere atto con soddisfazione dell'esito del nostro impegno».
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