Avvenire invita ad anteporre il pregiudizio dei preti ai diritti dei bambini


Secondo quanto sostiene il quotidiano dei vescovi, i bambini vivrebbero meglio come orfani piuttosto che in un'amorevole famiglia gay. Lo afferma Luciano Moia attraverso un articolo ideologico e violento pubblicato sulle pagine di Avvenire.
Il tema è la Relazione finale sullo «Stato di attuazione delle disposizioni legislative in materia di adozione e affido» presentata ieri in Commissione giustizia della Camera. Moia dice ai suoi lettori che quel documento porti a tesi «tutt’altro che condivisibili» che lui sostiene siano state dettate da «tutta una serie di sentenze creative e spesso unidirezionali». Lamentando che «l’adozione è un istituto connotato da una forte componente solidaristica, funzionale ad assicurare al minore, conformemente ai principi di cui all'articolo 2 della Costituzione, un'adeguata educazione ed assistenza, morale e materiale» e che «è stato evidenziato, da parte di autorevoli esponenti della dottrina, della giurisprudenza e dell'avvocatura, che non vi è motivo di precludere l’adozione stessa alle coppie di conviventi, eterosessuali oppure omosessuali, così come parti di un'unione civile», Moia afferma che il Parlamento abbia «sdoganato» quella che lui definisce «un'apertura problematica che riguarda la possibilità di adottare per le coppie omosessuali, ma anche per la persona singola, visto che la "responsabilità genitoriale non deve ritenersi più vincolata ad un mero fattore di carattere biologico"».
Curioso è osservare come la tesi sostenuta paia negare i virgolettati riportati come prova delle sue asserzioni. Ma se è chiaro che Avvenire odia le famiglie gay e ostenta disgusto verso chi antepone i diritti dei bambini alla loro ideologia discriminatoria, ecco che l'imparzialità viene messa da parte per lasciare spazio a proclami che dicano ai lettori che cosa debbano pensare. Ed ovviamente la tesi è che sia l'eterosessualità sia il fattore fondante della "famiglia ariana" che loro vorrebbero teorizzare.

Da prassi non è mancato il ricorso alla macchina del fango per cercare di screditare chiunque non discriminasse. Lamentando come alle audizioni «i favorevoli all'adozione omosessuale sono in larga maggioranza», Moia asserisce:

Tra i rappresentanti del Governo, i soggetti istituzionali, i docenti universitari, i magistrati, i rappresentanti di associazioni forensi, di realtà e di enti che operano nell'ambito dell'adozione solo pochi esperti e alcune associazioni hanno espresso con chiarezza le loro perplessità a proposito della necessità di "allargare il quadro dei soggetti adottati". Molto chiaro, per esempio, il no di Andrea Nicolussi, docente di diritto civile alla Cattolica, secondo cui con l'apertura alle coppie omosessuali, "si finirebbe per avallare pratiche vietate dal nostro ordinamento, quali la fecondazione eterologa (riferita alle coppie di donne omosessuali) o la maternità surrogata". Esplicite le sottolineature negative da parte di alcuni presidenti di associazioni che hanno ribadito, sulla base di una lunga esperienza sul campo, la necessità di non privare il bambino della figura paterna e di quella materna.

Ed ancora, cercando di sostenere che i bambini non abbiano diritti dinnanzi al desiderio di discriminazione di certi adulti, rincara:

Tra i magistrati, l'unica ad avere espresso «assoluta contrarietà» alla stepchild adoption, è stata Simonetta Matone, sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma, secondo cui «al centro del procedimento non deve intendersi un preteso diritto alla genitorialità della coppia, quanto piuttosto l'interesse del minore ad avere una famiglia».

Siamo dunque dinnanzi all'ossessiva litania di chi ripete a pappagallo sempre gli stessi slogan privi di qualunque legame con la realtà. Ad esempio, oggi chiunque può accedere alla gpa all'estero esattamente come Nario Adinolfi si è potuto "sposare" in un casinò di Las Vegas nonostante la legge italiana vieti il gioco d'azzardo. Pare assurdo, dunque, il voler sostenere che togliere tutele i bambini già nati possa modificare la modalità con cui sono nati quasi come se la ritorsione possa modificare le leggi estere. E pare non esserci logica neppure nel voler impedire che una famiglia gay possa adottare un bambino bisognoso: se davvero volessero contrastare la gpa, perché mai dovrebbero impedire ogni altra possibilità di creare una famiglia?
L'impressione è che per loro i bambini siano come oggetti da abusare per proteggere i propri pregiudizi.... in fondo, come potremmo mai pensare che a dei vescovi che hanno protetto preti pedofili possa davvero fregare qualcosa dei diritti dei bambini? E allora si dice che è in loro "difesa" che li si priva della loro famiglia per difendere l'odio dell'integralismo.
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