Continua lo sciacallaggio. Il Tg1 intervista Gabbana per sostenere che siano Dio e i gay a non volere il matrimonio egualitario


Prosegue senza sosta l'aggressione e la demonizzazione dei gay da parte dei media italiani. Dopo il servizio confezionato dalle Iene in presunta collaborazione con Mario Adinolfi e dopo un articolo in cui il Corriere delle Sera pareva sostenere che uso di alcolici e sesso estremo siano prerogative legate all'omosessualità, è il Tg1 ad aver mandato in onda un'intervista finalizzata a sostenere che i gay non meritino il matrimonio dato che a Dolce e Gabbana non interessa sposarsi.
Il meccanismo propagandistico è sempre lo stesso: si prendono personaggi che si già cosa diranno, si sottolinea che sono due luridi froci giusto per auto-assolversi da possibili accuse di omofoba e si fa dire a loro che i gay sono una razza inferiore che Dio non vuole possa avere pari dignità.
Ed è così che il solito Stefano Gabbana ha nominato il nome di Dio invano nel suo sostenere che lui e il tizio che si scopa senza impegno (i termini con cui ne parla non sono diversi da quelli di chi sta parlando di un tizio conosciuto in una sauna) sono «contrari ai matrimoni perché da cattolici vogliamo esser liberi di poter tradire». Tradotto, significa che lui esige che agli altri sia negato un diritto perché a lui non interessa e quindi "da cattolico" esige che quella possibilità sia negata a chi non ha paura ad assumersi impegni seri.
Ovviamente non una sola parola viene riservata a quegli etero che si assumono un impegno davanti a Dio e poi vanno a prostitute o come quell'Adinolfi che ha tradito quel giuramento con il suo secondo matrimonio celebrato in un casinò di Las Vegas. Ma, come sempre, il processo è ai gay perché gli etero hanno più diritti e non devono rendere contro a nessuno delle loro azioni. E, come sempre, si sostiene che non basti permettere a chi non crede al matrimonio di non sposarsi, ma si deve sostenere che a tutti gli altri debba essere negato un diritto fondamentali sulla base della possibilità che Gabbana possa volersi scopare il primo che passa.
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