Continuano gli scandali sessuali in Vaticano: «Io nato dallo stupro di un prete a mia madre, il vescovo le ordinò di tacere»


Pare non esserci sosta nel flusso di scandali sessuali che sta investendo il Vaticano. La Santa Sede ha infatti confermato che è stato avviato il processo canonico contro l'arcivescovo Anthony S. Apuron, accusato di molestie sessuali su minori nel periodo in cui ha guidato l’arcidiocesi di Guam.
Il religioso risulta sotto processo anche a Guam, dove la Corte Superiore si dovrà esprimere sulle accuse a suo carico di stupro e molestie su chierichetti nonostante tutti i giudici delle corti inferiori si siano rifiutati di condurre le indagini adducendo presunti conflitti di interesse.
Potrebbe trattarsi del primo arcivescovo condannato per pedofilia dalla Santa Sede, dato che il processo per molestie contro il nunzio papale ad Haiti, monsignor Josef Wesolowski, non arrivò alla condanna a causa della morte del religioso.

Ed ancora, dai microfoni di Radio Cusano Campus arriva la storia di Erik, un ragazzo nato dallo stupro di un sacerdote che violentò la madre quando lei non aveva ancora compiuto quindici anni. Il ragazzo racconta che «mia madre andava sempre in parrocchia perché questo sacerdote aveva aiutato la sua famiglia, molto povera e molto numerosa, a trovare un alloggio. Lui violentò mia madre e le disse che se avesse parlato avrebbe buttato fuori casa tutta la sua famiglia. Lei dopo un paio di mesi, quando si accorse di essere rimasta incinta, raccontò quanto le era successo. Nessuno le credeva quando diceva che era stato don Pietro a metterla incinta a seguito di una violenza sessuale. Quando è accaduto il fatto mia madre e la sua famiglia andarono dal vescovo di Ferrara, ma lui gli intimò di tacere. La Chiesa fece di tutto per infangare e per portare fuori strada le indagini. Mia madre chiese l’esame del DNA ma mio padre, don Pietro, inizialmente si rifiutò. Lui accusò altre persone, il Vescovo lo coprì, provarono a chiudere la bocca a mia madre offrendole un lavoro, ma lei rifiutò. Nessuno ha mai allontanato Don Pietro dalla Chiesa, anzi, è stato messo a gestire un asilo. Un prete pedofilo, che era risaputo che palpeggiasse molto spesso le ragazzine, gestiva un asilo, portava i bambini ai campi estivi d’estate, lui è diventato una vittima, mia madre la carnefice che l’ha denunciato».
Nonostante le prove, il reato è stato prescritto: «Nel 2010, parlando con mia madre, siamo andati da un avvocato e abbiamo cercato di ottenere giustizia. Abbiamo avuto un processo civile, a questo parroco è stato fatto l’esame del DNA, ed è ovviamente risultato essere lui mio padre. Non abbiamo avuto nessun risarcimento, lui non ha mai pagato perché il reato era ormai prescritto. L’unica cosa che siamo riusciti ad ottenere è stabilire una volta per tutte che mia madre non era una bugiarda. Ho parlato con mio padre dopo che era stato inchiodato dall’esame del DNA e lui ha ammesso che ha avuto un momento di debolezza, che era dispiaciuto, che aveva perso la testa dopo un attimo di sbandamento. Mi ha detto che ci avrebbe pensato il Signore a punirlo, ma erano parole di circostanza, non si è mai mostrato pentito. Ci sono stati diversi passaggi, il Vescovo di Ferrara mi ha detto che non poteva fare nulla perché il prete ormai era vecchio e non gli andava di punirlo. Dal Vaticano la stessa cosa, mio padre è rimasto prete fino al giorno della sua morte, nel 2014, a febbraio. La Santa Sede non ha fatto niente, ha speso tante belle parole ma concretamente non ha fatto nulla».

Da Nola, invece, arriva la notizia di un sacerdote che è stato sospeso con l'accusa di aver girato sex tape insieme ad alcuni parrocchiani. Il Vaticano avrebbe protetto i suoi abuso trasferendolo di parrocchia in parrocchia, sino a quando non sarebbe giunta la sospensione definitiva solo in questi giorni.
Lo scandalo avrebbe visto anche un video che ritraggono il parroco mentre consuma orge con altri ragazzi giungere nelle mani del Vescovo oltre che in quelle della moglie di uno dei protagonisti delle scene hard.
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