Forza Italia e Lega Nord chiedono la sospensione dei progetti di contrasto all'omofobia nello sport


Pare non conoscere fine la macchina del fango messa in moto da da politici di estrema destra tristemente noti per la loro ossessione nella promozione dell'omofobia. L'obiettivo è quello di sancire l'omofobia come un diritto costituzionale che possa permettere ai sedicenti "cristiani" di poter perseguitare e discriminare chiunque abbia un orientamento sessuale diverso dal loro o un colore della pelle a loro sgradita.
A condurre l'offensiva è l'organizzazione forzanuovista "Provita", ossia quella "onlus" che il governo italiano vergognosamente assolve dal pagamento di tutte le tasse dovute per i guadagni derivanti mentre commercio di odio. Spergiurando che un'associazione che ha dei circoli affiliati non possa avere progetti di pubblico interesse in virtù di quanto Antonino Brandi ami ostentare il suo disprezzo verso i gay, l'organizzazione di estrema destra scrive:

ProVita, consultando informazioni accessibili al pubblico, ha scoperto ulteriori notizie sconcertanti: l’associazione “ANDDOS“, nata da una costola di Arcigay e che in passato Flavio Romani ha definito «l’anima ricreativa dell’Arcigay» – il 7 luglio 2015 ha sottoscritto un protocollo d’intesa e si è affiliata all’AICS, l’associazione italiana cultura sport, che dipende dal CONI.

E se per motivi di mera propaganda l'organizzazione finge di aver scoperto un qualche segreto, sarebbe bastato leggere i giornali per sapere come l'accordo fosse pubblico e necessario a garantire un impegno al contrasto del fenomeno del bullismo omofobico nello sport. Ma dato che l'organizzazione ha legami politici con soggetto tristemente noti per la loro ferocia contro le minoranze, il loro articolo si affretta a pubblicare le dichiarazioni di chi ha più volte aperto loro le porte di Camera e Senato.

Con battute omofoboche di pessimo gusto, il senatore Lucio Malan di Forza Italia afferma: «C’è davvero da chiedersi quale sia lo “sport” praticato nei circoli Anddos. Sorprende che l’Anddos venga riconosciuta dal Coni al pari di organizzazioni di ben altro prestigio».
Lorenzo Fontana, europarlamentare e vice segretario della Lega Nord, aggiunge: «Chiediamo che sulle associazioni in oggetto siano effettuate approfondite verifiche, sia riguardo alle attività poste in essere, sia riguardo alla rispondenza di queste attività con quanto dichiarato. La vicenda emersa dal servizio delle Iene è gravissima e delinea una più ampia responsabilità, che arriva fino al governo. Per questo riteniamo che il sottosegretario Boschi debba fare chiarezza e che l’Unar, organismo alle sue dipendenze, debba essere chiuso. Le dimissioni dell’ormai ex direttore, pur doverose, non bastano».
Dal canto suo Toni Brandi promuove la sua petizione per chiedere la chiusura dell'Unar perché a lui non interessa che le minoranze siano protette dalla violenza che lui è solito promuovere contro di loro. Ed aggiunge: «Abbiamo chiesto al CONI una presa di posizione ufficiale in merito. Ma non solo l’Anddos è collegata all’Aics, è anche promotrice di progetti tesi all’educazione (omo)sessuale e ‘di genere’ che vengono propinati dagli ideologi del gender a scuola, ai nostri ragazzi. È veramente la goccia che fa traboccare il vaso. Intanto, però, chiediamo con forza che il Governo intervenga e chiuda l’Unar. Per questo Provita ha indetto anche una raccolta firme. Del resto anche dai rapporti Osce risulta che la discriminazione sull’orientamento sessuale in Italia e quasi in esistente».
E dinnanzi a chi nega l'esistenza dell'omofobia pur rappresentandone uno dei principali responsabili, c'è da provare schifo per un Paese dove simili integralismi siano finanziati da denaro pubblico.
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