Il Giornale difendeva le escort di Berlusconi, ma ora si indigna per il sesso consensuale tra gay


Il Giornale sta pubblicandi a ciclo continuo decine e decine di articoli discriminatori che cavalcano il servizio realizzato dalle Iene in collaborazione con Mario Adinolfi.
In quella che ha tutta l'aria di un'azione mediatica condotta in totale malafede, a sostenere che il sesso tra gay debba essere demonizzato e punito è quella stessa che difendeva le escort di Berlusconi con articoli intitolati "Adesso i giudici spiano anche sotto le lenzuola Ma non c'è alcun reato".
Certo, ai tempi bisognava dire che i giudici sono cattivi e che Berlusoni doveva poter trovare un posto da consigliera regionale a quella ragazza che faceva la lap-dance vestita da suora durante le sue "cene eleganti". Ora che l'ordine è quello di infangare la comunità gay, su quelle medesime pagine troviamo articoli assurdi e pruriginosi come quello firmato da un tale Nino Materi. L'inviato speciale di Sallusti scrive:

In via Schiaparelli 1, nel cuore della Gay Street milanese adiacente alla Stazione Centrale, c'è un portone. Attraverso il cortile ed eccomi davanti all'ingresso, piuttosto anonimo, della sauna gay più «elegante» della città: il suo nome è «Metrò». Un locale per soli uomini, e uomini soli, dotato di ogni «comfort». Per accedere ai «servizi», compresi quelli più «particolari», bisogna prima iscriversi all'Anddos, la stessa associazione cui era affiliato il porno club romano «smascherato» dalle «Iene». A Milano sono una decina i locali aderenti a questo circuito, ma ho scelto «Metrò» perché, a detta delle recensioni sul web, è il «numero uno nel suo genere».

Se una tale quantità di virgolette e di allusioni avrebbe potuto far perdere la pazienza al Dalai Lama, il tizio de Il Giornale finge di rivelare un qualche segreto nello scrivere:

Decido così anch'io di iscrivermi. Suono il campanello alle 11.30, ma ad aprirci è la signora delle pulizie: «La sauna apre alle 12».
Ripasso nell'orario giusto e alla reception trovo due ragazzi molto professionali e gaiamente felici di fornirmi tutte le informazioni desiderate: «La tessera costa 17 euro. Ha validità annuale e consente l'accesso a tutti i locali affiliati Anddos. L'orario è continuato: da mezzogiorno all'una di notte». Chiedo: c'è un regolamento che disciplina la sauna? Risposta: «Niente regolamento. Qui puoi fare tutto ciò che vuoi, ma con discrezione». «Discretamente» un depliant spiega che al secondo piano ci sono dark rooms (stanze al buio dove si fa sesso con chi capita ndr), glory holes (la stanza dei buchi, ed è inutile aggiungere altro ndr), video XXX e camerini privati». Il tutto circondato da 2 bagni turchi, sauna finlandese, relax area, bar restaurant, plasma tv, solarium, zona fitness. Domando, sempre «discretamente»: «È previsto un servizio massaggi?». Il ragazzo bruno e quello biondo (ossigenato) all'unisono: «Certo. Anche su prenotazione».

Insomma Il Giornale ci infirma che ci sono locali dove i gay possono far sesso e non solo locali di lap dance o di prostituzione femminile per etero. E se i massaggi non sono sinonimo di prostituzione e nulla di ciò che viene elencato da Il Giornale appare illegale, evidente è il tentativo di suscitare odio contro una comunità attraverso battutine di bassa lega. Un'evidenza sottolineata da un articolo in cui tutto quel chiacchiericcio non pare portare da nessun aperta dato che Materi prosegue scrivendo:

Pago i 17 euro della tessera e ritiro ciabatte, asciugamano e chiave per l'armadietto. La porta della sauna si apre. Torno indietro e, con «discrezione», dico al bruno e al biondo ossigenato: «Ora no. Ripasso più tardi...».

Un articolo simile non ha alcun senso. A Milano c'è una sauna e il "giornalista" dice di non esserci entrato perché gli faceva schifo l'idea che ci potessero essere dei gay. Pare dunque che il finto perbenismo di Sallusti stia cercando di far passare l'idea che sia inaccettabile che degli adulti consenzienti possano fare sesso tra loro senza manco pagare una qualche schiava del sesso come era solito fare il suo padrone.
E dinnanzi ad un articolo così sconclusionato, una loro lettrice appare capace di scrivere: «Violentano i bambini a nostra spese grazie a chi vota Pd». Tanto basta a comprendere come i loro lettori manco leggano i testi, a loro basta che Sallusti gli dica che è lecito e doveroso disprezzare i gay e lanciare accuse diffamatorie sulla base del proprio pregiudizio.
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