Intervista al pastore Mario Bonfanti della Metropolitan Community Church


Nei giorni scorsi abbiamo fatto la conoscenza della Chiesa Protestante Unita, ma non è l'unica realtà cristiana in Italia ad accogliere persone lgbt o a permettere loro di sposarsi religiosamente o di divenire pastori, preti e guide di comunità.
Una di queste è la Metropolitan Community Church, ossia la prima chiesa al mondo ad aver sposato persone LGBTIQA e ad aver partecipato ad un Pride. Ed è proprio in rappresentanza di quella realtà di fede che abbiamo incontrato il pastore Mario Bonfanti.


Che cos'è la Metropolitan Community Church?
La Metropolitan Community Church (abbreviata MCC) nacque nel 1968 a Los Angeles dall'esperienza di un pastore espulso dalla chiesa pentecostale per aver fatto coming out. Da quella esperienza dolorosa, il rev. Troy Perry, supportato da alcuni amici, decise che era necessario e urgente offrire spazi di ricerca spirituale libera e liberante e creare comunità cristiane totalmente inclusive. Da qui è nata la MCC: un movimento profetico che da subito si è distinto per la sua apertura a chiunque (sia in senso ecumenico, che interreligioso e anche verso i non credenti) e il suo attivismo per i diritti; è la prima chiesa ad aver partecipato al Gay Pride.

In cosa crede la Metropolitan Community Church?
La Dichiarazione di fede, che da poco abbiamo rivisto e approvato recita: Siamo un popolo in cammino, che cerca di vivere la propria spiritualità affermando il valore positivo dei nostri corpi, delle nostre identità sessuali, dei nostri orientamenti di genere e dei differenti modi in cui esprimiamo la sessualità. Non tutti crediamo esattamente nelle stesse cose. Tuttavia, in mezzo a queste divergenze, ciò che ci accomuna è l’intento di costruire comunità basate sull’amore radicalmente inclusivo di Dio verso chiunque.

Quindi non avete dogmi o verità di fede?

Nelle nostre comunità ci sono sia persone che credono che esista Dio sia persone atee o agnostiche; sia coloro che credono che Gesù è il figlio di Dio sia chi crede che egli era un uomo saggio o uno dei profeti; c’è chi considera l’eucarestia come vero corpo di Cristo e chi la vive come ricordo della cena o simbolo antropologico di condivisione... Non esiste nella MCC un’unica dottrina ma una pluralità di credi e interpretazioni della fede, perché per noi inclusione e diversità sono elementi base essenziali; e insieme sono una vera sfida: non è sempre facile in una stessa comunità la convivenza di persone con posizioni teologiche ed etiche divergenti. La nostra particolarità e sfida è accogliere ogni diversità come un dono e una ricchezza e, quindi, celebrarle e valorizzarle sempre.

Ma allora cosa vi unisce?
Ci unisce innanzitutto l’accoglienza rispettosa di chiunque e la tutela delle differenze di ogni tipo (di fede, di identità e orientamento sessuale, di stile di vita, di etica, ecc); poi ci accomuna l’azione sociale per i diritti (sia LGBTIQA, sia dei migranti, sia degli animali, ecc); quindi la ricerca e proposta di un cammino spirituale dove i corpi e le sessualità (nei nostri diversi orientamenti e nelle diverse e più svariate pratiche erotiche) sono celebrate e benedette come doni meravigliosi e variopinti dell’unica vita (da alcuni chiamata “Dio”) che si manifesta in ciascuno di noi.

Quindi… il sesso non è peccato per voi?
Assolutamente no. A meno che diventi strumento di violazione e abuso. Siamo contrari ad ogni forma di sessualità dove non vi sia reciprocità, godimento e rispetto. Per cui prendiamo forte posizione contro ogni violenza verso donne, gay, trans, minori, persone psicologicamente o fisicamente vulnerabili... Al contrario siamo a favore di ogni forma ed espressione sessuale, anche non conforme alle norme socio-culturali.

Per esempio?
Per esempio il feticismo, il BDSM, il poliamore, ecc. Tutte modalità che nelle nostre società occidentali sono tabù ma che per noi sono l’espressione della grande energia erotica presente in ciascuno di noi e che potremmo chiamare sacra e “divina”; quindi alcune persone delle nostre comunità vivono ed esplorano queste sessualità non convenzionali come veri e propri percorsi di ricerca spirituale e mistica.

Quindi immagino siate favorevoli all'omosessualità e alle unioni tra persone dello stesso sesso?
Siamo nati dal sopruso omofobo subito da un pastore gay e diversi di noi appartengono alla comunità LGBTIQA e sono stati espulsi da altre chiese. Questa esperienza dolorosa ci ha portato, sin dagli inizi, a indagare la fede e la Bibbia percorrendo cammini non sempre “ortodossi” per la chiese ufficiali e adottando la “teologia queer” come strumento e metodo di ricerca: una teologia che, nel parlare di fede, vuole dar voce proprio a chi non ha mai avuto il diritto di parlare, partendo dall’esperienza erotica di noi persone LGBTIQA.
E circa le unioni civili direi che per noi sono come la scoperta dell’acqua calda, visto che praticamente dalla nostra nascita celebriamo matrimoni tra persone dello stesso sesso e anche tra più persone (dal momento che siamo favorevoli al poliamore e alcuni di noi lo vivono).

Molti omofobi amano citare la Bibbia come giustificazione al loro pregiudizio. Com'è possibile che dallo stesso testo si sia arrivati a posizioni così diametralmente opposte?
La Bibbia è un insieme di libri sedimentatisi in parecchi secoli, scritti e tramandati da mani diverse (con aggiunte, correzioni, interpolazioni) in epoche storiche lontanissime le une dalle altre e con influssi culturali i più disparati. Non è affatto un libro solo con un pensiero univoco! Anzi, più e più volte si trovano contraddizioni al suo interno. Quindi – come lo stesso card Ratzinger scrisse nel 1983 in un documento ufficiale della Pontificia Commissione Biblica – “poiché la Sacra Scrittura, in quanto parola di Dio in linguaggio umano, è stata composta da autori umani in tutte le sue parti e in tutte le sue fonti, la sua giusta comprensione richiede l’utilizzo del metodo storico-critico”. Chi invece – come molti omofobi o fondamentalisti cristiani - cita la Bibbia senza studiarne le fonti, il contesto storico-culturale, ricostruirne l’ordito per mezzo delle varianti testuali, ecc. – dice sempre il documento – “invita a una forma di suicidio del pensiero” e quindi è molto pericoloso: perché invece di partire dalla Bibbia, parte dalla propria ideologia preconcetta e violenta il testo biblico abusandone e costringendolo nella gabbia delle proprie idee fondamentaliste.

In Italia il cristianesimo e il cattolicesimo sono spesso visti come sinonimi. Secondo te quanto ha contribuito alla radicalizzazione dell'integralismo la totale assenza di un confronto con altre confessioni? In fono basta guardare alla Germania per vedere come lì i vescovi cattolici abbiano subito preso le distanze dai movimenti "no-gender", qui pare che li incoraggino...
Purtroppo l’Italia ha visto nei secoli sempre e solo l’impero del Vaticano. E neppure l’Unità d’Italia è riuscita ad arginare l’ingerenza dello Stato Pontificio che ancora oggi – anche se in modo più sottile e trasversale – interviene nel processo legislativo dello Stato (come recentemente è accaduto per l’iter del ddl sulle unioni civili). Storicamente poi le altre chiese cristiane sono state sempre confinate fuori da (o nei pressi de) i confini nazionali. E anche gli sforzi e i proclami ecumenici del Concilio Vaticano II sono morti con la dipartita dei loro Pontefici promotori, soppiantati subito da una riduzione “cattolicentrica” di questo cammino appena iniziato. Questo ha impedito un vero cammino di ascolto, rispetto, valorizzazione e pluralità del cristianesimo… che è invece presente in altre nazioni europee dove la chiesa cattolica non è maggioritaria. Eppure agli inizi del Cristianesimo (e per diversi secoli) le comunità erano molto diverse le une dalle altre, con teologie e liturgie differenti e vi era maggior rispetto reciproco. Finché il potere intervenne per unificare, uniformando, spesso per motivi più politico-economici che di fede. Oggi, per fortuna, anche in Italia si è avviato un processo di scollamento dalla chiesa cattolica e si sta iniziando a parlare di più anche delle altre chiese cristiane. Ma – ahimè – le leggi statali in materia sono ancora ferme al periodo fascista e quindi impediscono a noi realtà minori o nascenti di avere un benché minimo straccio di riconoscimenti. Ci vorrebbe maggiore laicità da parte delle Istituzioni statali e abolizione dei Patti Lateranensi.

Dove siete presenti in Italia?
Attualmente esiste una sola comunità nata da poco (ci siamo ufficialmente costituiti a novembre del 2015): ci chiamiamo “Il Cerchio” e siamo localizzati nell'area a Nord di Milano in Brianza. Non abbiamo una sede (un edificio di culto o spazio dove ritrovarci) ma condividiamo le nostre case, come facevano le prime comunità di credenti alle origini del cristianesimo, spezzando il pane e mangiando con gioia insieme. Ogni tanto proponiamo delle iniziative a Milano presso la sede de Il Guado (gruppo di riflessione su fede e omosessualità) che ci ha gentilmente offerto questa preziosa possibilità. Ci trovate sia in Facebook che sul sito mccilcerchio.it.
Ora sta per nascere anche una “comunità MCC virtuale”: una possibilità in rete per chi vive lontano da noi e non ha possibilità di spostarsi; un modo per far conoscere la MCC e creare cammini di ricerca e confronto spirituale anche utilizzando gli strumenti tecnologici che ci permettono di abbattere le barriere della distanza. E chissà che, col tempo, da queste persone che aderiranno virtualmente possano poi nascere nuove realtà locali sparse per l’Italia così da offrire a chiunque “spazi sacri accoglienti, rispettosi e liberanti”. Perché abbiamo tutti bisogno di liberarci per librarci in alto ed essere finalmente con fierezza e orgoglio noi stessi.
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