La 16enne picchiata e violentata sul teno? È una bugia inventata dalla ragazzina


Ricordate la 16enne che ha raccontato di essere stata picchiata e violentata da due magrebini suun treno della linea Milano-Mortara? Ebbene, pare si sia inventata tutto.
Per giorni la notizia aveva conquistato le prime pagine dei giornali, con un Salvini e una Meloni pronti ad accusare un'intera comunità e a promettere ritorsioni su larga scala in cambio di voti. Il Giornale raccontava ai suoi lettori che bisognava avere paura e che era necessario l'intervento dei militari. Ed anche ora che si è scoperto come la notizia è falsa, resterà comunque una scia. Restanbo le promesse sull'istituzionalizzazione del razzismo da parte delle destre, restano i commenti degli "esperi2 che raccontavano ai telespettatori che i migranti sono tutti criminali ed è un dato di fatto come la smentita non abbia avuto il medesimo eco mediatico e qualche sprovveduto continuerà a pensare che Salvini lo proteggerà dagli immigrati che stuprano le nostre figlie.
Tante trasmissioni televisive avevano condotto una vera e propria caccia all'uomo contro la persona che la 16enne aveva detto di aver conosciuto su Facebook e di aver riconosciuto sul treno. È stato lui a presentarsi dalla polizia, con prove della sua innocenza in mano e con forte preoccupazione per quanto lo stavano cercando con fiaccole e forconi. Eppure è nel date la smentita che Il Giornale lo etichetta ancora come «il clandestino», quasi a non volergli riconoscere dignità.
E forse è quello uno dei motivi per sui la ragazzina ha scelto quella storia. incolpare una minoranza già vittima di persecuzione pare dare certezza sul fatto che si verrà credute e c'è una parte politica che avrebbe sposato quella teoria.

Per certi versi è un caso che ricorda quello dell'Unar, dove le illazioni di Filippo Roma hanno scatenato la ferocia di chi non vedeva l'ora di poter aggredire un'intera comunità. Non conta se le Iene non hanno presentato alcuna prova e se sinora tutto lascia intendere che nessun euro pubblico sia mai finito nei circoli da loro mostrati. E non importa nulla come non abbia senso attaccare un'intera comunità o cercare di far spettacolo di persone che non stanno commettendo alcun reato (ma che si sono ritrovate derise, giudicate e condannate mediaticamente). Se si appurerà che la storia sia finta e che nessun illecito sia stato commesso, un qualche trafiletto non cancellerà la macchina del fango che per giorni ha dominato le prime pagine dei giornali. E non pare un caso che anche qui siano stati i soliti Salvini e Meloni a strumentalizzare la vincenda senza manco tentare di appurare i fatti prima di lanciare accuse o punizioni.

Ormai la verità non è più quella che risponde alla realtà dei fatti, ma una storia scelta da un editore che decide come crearla. E la gente si indigna a comando, stappandosi le vesti per 55mila euro e tacendo per quai 16 milioni che Maroni ha speso per la “sicurezza” di Trenord, ossia per una società di proprietà della Compagnia della Opere di Comunione e Liberazione, pur senza che si sia registrato alcun reale effetto.
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