La madonna degli omosessuali, l'opera di Raffaele Ciotola dedicata ai gay uccisi dal nazismo
Di fronte ai drammi dell’umanità, affermava Picasso, «gli artisti non possono e non devono restare indifferenti». In tal senso nel 2003 è emerso in Italia un movimento artistico denominato "Stop homoph art" che mira ad interrogarsi sugli atteggiamenti e sui comportamenti di razzismo legati anche alla semplice visione di realtà omosessuali con la finalità di diffondere la cultura del rispetto e delle lotta contro l’omofobia.
Il maestro Raffaele Ciotola è convinto che la pittura, come la musica, ha un linguaggio diretto e universale, che riesce a veicolare messaggi e a divulgare idee prima ancora della letteratura. È per questo che tra il 2003 e il 2007 ha dato vita ad un'opera intitolata "La madonna degli omosessuali" dedicata alle vittime dell'omocausto.
«Protagonista della mia opera è Maria -ci racconta Ciotola- che non ho voluto ritrarre nella sua valenza religiosa, bensì nella sua figura storica di madre, che ho scelto come simbolo di un immenso amore, il solo in grado di accettare, proteggere e sostenere ogni singolo individuo senza riserve o distinzioni. La Madonna infatti in un solo gesto non solo stringe a se Gesù ma al contempo abbraccia l' umanità intera rappresentata dalla sfera terrestre che tiene in una mano. In particolare poi, il suo sguardo affettuoso è rivolto non solo al figlio ma contemporaneamente anche a quei figli che vivono la condizione omosessuale e che sono rappresentati qui dai simboli gay maschili e femminili che lo stesso Gesù le porge. Per rafforzare il legame tra la madonna e i suoi figli omosessuali, ho riproposto gli stessi simboli nell'araldica sopra di lei, accompagnati dai colori della bandiera gay e due coppie di bouquet. Proprio quei fiori vogliono comunicare un messaggio speciale dalla duplice valenza: mentre da un lato possono rimandare alla felicità delle unioni gay, dall'altro vogliono ricordare la morte di tutti gli omosessuali tragicamente e ingiustamente scomparsi. Mi riferisco a tutte le morti storicamente documentate ma che per troppo tempo sono rimaste dimenticate, morti avvenute in particolare durante il nazismo e causate dalla discriminazione, dalla paura della differenza di genere e dalla mancata conoscenza che l' omosessualità è una condizione e non una scelta. Troppo a lungo la società ha ignorato chi fossero i "triangoli rosa" e sembra che anche la comunità gay l' abbia oggi dimenticato. Con questa opera voglio invece risvegliare il ricordo di quelle sofferenze e sensibilizzare la coscienza di tutti verso la possibilità di affidare questo ricordo alla protagonista del mio dipinto. Per me, nessuno più di Lei poteva rappresentare il dolore di tutte quelle famiglie, che persero il loro figli solo perché diversi. Tante cose, stanno cambiando, lentamente, e lo dimostrano alcune nazioni, che con rispetto accolgono le esigenze, della comunità lgbt ridandogli quelle speranze, sogni, e desideri, che furono negati alle vittime omosessuali durante il nazismo. Nella mia opera pittorica simbolica, Maria è madre di tutti, senza fare alcuna differenza, è semplicemente amorevole».
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