La NuovaBQ sostiene che San Valentino sia una festa riservata solo agli etero (e scomoda pure i santi pur di creare odio)


Non passa giorno senza che le lobby neofasciste cerchino di sfruttare un finto sentimento religioso per promuovere l'intolleranza e la paura contro un intero gruppo sociale. E se non è un segretato come il sedicente ariano Cascioli ambisca a diventare uno schiavetto del suo amato Putin, facile è comprendere perché stia facendo qualunque cosa sia moralmente deprecabile pure di distruggere l'occidente e la cultura europea in base alla sua convenienza politica ed economica.
Con un'insistenza che avrebbe fatto arrossire la propaganda nazista, il suoi siti continuano a riversare in rete una quantità inaccettabile di materiale propagandistico che parla di fantomatiche «lobby gay» al fine di spaventare a morte quei bigotti assetati di sangue che pendono dalle loro labbra.

In un articolo intitolato "Anche San Valentino ostaggio della lobby gay", è La Nuova Bussola Quotidiana a cercare di sfruttare la festa degli innamorati per creare odio. Plaudendo a quei cristiani che hanno cercato di sostituire una festa pagana con una festa religiosa, affermano:

La festa del 14 febbraio così come la conosciamo si concretizza due secoli dopo il martirio quando, nel 496, papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fecondità (i lupercalia dedicati al dio Luperco), divenuta troppo licenziosa, una festa cristiana ispirata appunto a San Valentino, attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati, indirizzandoli al matrimonio cristiano, benedetto da Dio, e a un’unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero poi alcune leggende.
Diffusasi negli ultimi secoli in tutto il mondo, pur perdendo un po’ di vista le sue radici religiose e cedendo alle lusinghe commerciali, la festa di San Valentino è rimasta sostanzialmente la “festa dei fidanzati”. Fino ad oggi. Ora si cerca di farla passare e la si promuove come “festa dell’amore”, per farla uscire dalla “gabbia” di una concezione eterosessuale tradizionale e considerata ormai superata.

Al solito si ha l'impressione che gli attacchi integralisti siano coordinati da una regia comune, dato che pare improbabile che nello stesso giorno anche l'integralista Mario Adinolfi si sia lanciato in patetici rantoli volti a sostenere che san Valentino debba essere considerata la festa dell'amore eterosessuale.

Con la tipica ferocia di cui solo le bestie e gli integralisti paiono capaci, l'articolo si lancia nel citare preti e vescovi al fine di sostenere che i gay siano degli esseri anormali e che la "normalità" sia solo quella che vede un uomo e una donna che fanno sesso senza preservativo come Adinolfi vuole. Ed è così che il sito integralista incalza:

Presentando l’iniziativa del “2x1” nei musei statali (si entra in due, ma pagando un solo biglietto), varata qualche tempo fa dal Ministero dei beni culturali, quest’anno nella fase di promozione si è sottolineato che non è un’agevolazione riservata ai soli innamorati, ma è aperta a tutti. Insomma, ci vai con chi vuoi, che tu sia etero, omo, o qualunque cosa: porta nei musei chi ami. Spot legato ad altri spot, tutti nella stessa direzione. Si pensi alla difesa di “tutti i colori dell’arcobaleno” operata al Festival di Sanremo dal cantante gay Mika, peraltro bravo e simpatico. C’è posto per “tutti i colori” è chiaro cosa significa…
Chi difende a oltranza il significato originario della festa degli innamorati è ovviamente Terni, patria di San Valentino, che è anche patrono della città. Nella basilica dedicata al santo domenica scorsa, 12 febbraio, in vista di San Valentino, si sono ritrovate, provenienti da tutta Italia, 120 coppie (normali, che pronunceranno il loro “sì” entro l’anno) per la promessa d’amore. Nella celebrazione presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Piemontese, San Valentino è stato presentato come colui che testimonia ai fidanzati un amore fedele e paziente, attento, generoso e rispettoso

Insomma, la teoria è che la Chiesa debba essere vista come una legittimazione all'odio e alla discriminazione. Vescovi e preti divengono strumento di odio e Dio è un oggetto per favorire la politica neofascista in una irragionevole negazione del creato. E tutto questo solo perché a Cascioli piacciono le tette e crede che Dio lo reputi migliore di chiunque altro in base a chi provoca le sue erezioni.

E se vi doveste domandare dove l'articolo parli di quella fantomatica «lobby gay» del titolo, la risposta è semplice: non se ne parla mai. Ma evidentemente la si scrive nel titolo perché l'odio deve essere creato e alimentato, altrimenti come potrà Cascioli prendere a calci nel sedere Papa Francesco per aprire la strada a quei patriarchi ortodossi che tanto gli piacciono in virtù di come benedicano le bombe scagliate contro gli islamici?
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