La Poleggi loda Trump, sostenendo che i transgender abbiano un problema di identità


La propaganda d'odio di Provita Onlus si basa ossessivamente sul giustificare la discriminazione attraverso la promessa di un guadagno. Giura che se si impediranno i matrimoni gay ci si potrà appropriare di ricche eredità o che se si umilieranno quei trangender che lui tanto odia, si "proteggeranno" i figli da presunti molestatori (e no, non sta parlando di quei preti pedofili che è solito proteggere). La sua richiesta è che le ragazze transessuali siano obbligate a spogliarsi in uno spogliatoio maschile.

Lodando quel Tump che la sua organizzazione tanto apprezza, è Francesca Romana Poleggi a firmare un articolo dal titolo "Transgender al WC, diritto alla privacy, codice binario". Scrive:

Dopo la decisione di non continuare la causa in corso sui “bagni per tutti”, cioè sui bagni e gli spogliatoi e i dormitori femminili aperti a transgender (e… a maniaci sessuali), Trump ha annullato la normativa di Obama in questione.
La normativa abrogata imponeva alle scuole e ai locali pubblici di abolire la differenza tra locali per maschi e femmine, in nome della tutela dei nuovi “diritti” umani, e quindi in nome del diritto dei transgender di “sentirsi” maschio o femmina, secondo il caso, e usare così il bagno, lo spogliatoio o il dormitorio corrispondente al “genere” percepito.

Il cercare di far credere che le persone transessuali "si sentano" in un determinato e non che lo siano è una precisa strategia propagandistica per negarne l'esistenza. Ma è sostenendo che le minoranze non abbiano diritti che la signora Poleggi aggiunge:

Come abbiamo già detto, la cosa era molto gradita non solo ai transgender, cioè allo zero virgola qualcosa degli utenti, ma anche a molestatori, guardoni e compagnia bella, come risulta dai fatti di cronaca che si sono verificati.

Poi si cade nel patetico:

La questione, che in sé appare anche abbastanza ridicola, ha in realtà una importanza ideologica notevole.
Premesso che tutti vanno rispettati e aiutati con modi e mezzi idonei a star bene con se stessi e con gli altri, e questo vale anche per i transgender, il popolo LGBTQIA(…), e per tutte le minoranze di qualsiasi tipo, sembrerebbe intuitivo ed evidente che la separazione tra maschi e femmine in certi luoghi serve a tutelare la privacy (e anche l'igiene, in certi contesti) della maggioranza degli utenti. E già questo dovrebbe bastare.

Sostenendo che la discriminazione sia doverosa e che sia necessario imporre una binarietà a chi binario non è, aggiunge:

Ma la separazione dei maschi e delle femmine in certi contesti (anche nelle gare sportive) è fondamentale conseguenza della natura binaria della sessualità umana: XX, XY. Tertium non datur. Tutti coloro che non si riconoscono in questa distinzione hanno un problema di identità, di disforia, più o meno grave, che non va stigmatizzato, né perseguitato, va compreso, in certi casi va curato, ma non va assecondato. E non va assecondato per il bene delle persone interessate. Soprattutto se si tratta di persone molto giovani e di bambini: è una questione di realtà.

Tutte le statistiche e i dati scientifici dimostrano che l'atteggiamento suggerito dalla Poleggi porti ad un aumento del 46% dei suicidi. Tanto basta per poter poter sostenere che un atteggiamento che uccide non sia certo un buon suggerimento.

Si passa così a dire che i transessuali sarebbero persone malate che non hanno capito che nel mondo binario della Poleggi non c'è spazio per loro:

L'illusione in cui vivono i transgender prima o poi si scontra con la realtà della loro identità sessuata. E’ per questo che l'operazione di chirurgia plastica non risolve i loro problemi. Ed è per questo che l'azione normativa di Trump è in realtà volta a tutelare il vero interesse dei transgender: la realtà non può essere piegata alla fantasia e al desidero…

Si passa poi a insultare chiunque non condivida la sua opinione, sostenendo che lei sa di aver ragione perché sa che gli altri sono sbagliati. Dice:

Ma questo discorso non vogliono neanche sentirlo quelli che sono decisi a distruggere il codice binario di cui sopra. E’ una questione ideologica di cui le persone transgender e le altre minoranze di “genere” sono le prime vittime. E’ uno dei risvolti di quella ideologia nichilista e relativista che l'Evangelium Vitae definiva “cultura della morte” che ci avvelena in modo particolarmente efficace da qualche decennio… ora anche al WC.

Sarà, ma quella che la Poleggi chiama "cultura della morte" crea amore, la discriminazione da lei suggerita crea morte...
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